L’opera sonora di Agostino Di Scipio

 

L’opera sonora di Agostino Di Scipio

Andrea Arcella rilascia al Web Magazine un’intervista sulla musica del maestro Di Scipio

 Giovedì, 12 maggio, l’Università L’Orientale organizza un incontro per discutere l’opera del compositore Agostino Di Scipio. Il Web Magazine incontra Andrea Arcella, studioso di musica contemporanea, docente al Conservatorio di Napoli, al Conservatorio di Salerno e all’Università Federico II, per un’intervista sulla musica del maestro Di Scipio.

 

L'incontro con Di Scipio verteva sulle sue ultime opere esposte a Berlino. Si tratta di sculture sonore: ci potrebbe illustrare cosa è una scultura sonora?

 

“La scultura sonora si presenta in genere come un manufatto in grado di emettere suoni. Di solito l'emissione dei suoni non è rigidamente prefissata ma è legata ad eventi che accadono nell'ambiente. Alcuni artisti usano parametri ambientali derivati da spazi diversi da quelli in cui si trova l'installazione, altri (come Di Scipio) realizzano sculture che reagiscono in base a parametri legati all'ambiente circostante: i suoni emessi volontariamente o involontariamente dai visitatori oppure la risposta acustica della stanza in cui si trova l'installazione. In genere si tratta di più fattori che determinano contemporaneamente la reazione della scultura. In relazione al lavoro di Di Scipio sarebbe meglio parlare di «installazione sonora» per non ingenerare confusione con il lavoro di scultori che usano il suono nei loro lavori”.

 

L'arte sonora è un'espressione relativamente recente mentre le installazioni multimediali interattive si vedono già da diversi anni in musei e gallerie, ci potrebbe spiegare la differenza?

 

“La differenza principale non è tanto nelle tecnologie usate quanto nei diversi statuti delle due forme d'arte. Nelle installazioni multimediali (che possono interagire col pubblico esattamente come le sculture sonore) il suono è trattato come uno dei possibili medium comunicativi insieme all'immagine. Nelle sculture sonore il suono non è (solo) un mezzo di comunicazione ma è l'oggetto della comunicazione. La scultura sonora è una riflessione sul suono non una comunicazione con il suono”.

 

Cosa differenzia invece l'arte sonora da ciò che comunemente intendiamo con musica? Infatti anche nella musica abbiamo che l'oggetto della comunicazione è il suono stesso.

 

“Nella musica classica o in quella pop le fasi temporali sono rigidamente prefissate in fase di composizione ma anche nella musica improvvisata c'è un inizio ed una fine sebbene siano determinate in fase di esecuzione anziché nella fase precedente della composizione. Inoltre un brano musicale viene concepito senza che si pongano vincoli espliciti all'ambiente in cui verrà eseguito, ad esempio i brani di Vivaldi potevano essere eseguiti nelle sale dei palazzi nobiliari durante l'inverno e nei parchi durante l'estate. In alcuni casi esistono dei vincoli impliciti legati alla realizzazione, ad esempio la maggior parte dei melodrammi sono stati concepiti per essere eseguiti nei teatri d'opera ma nulla vieta che possano essere eseguiti nei grandi spazi aperti come le arene.

Nell'arte sonora invece non abbiamo un discorso musicale ma un flusso di eventi sonori completamente slegati dalla temporalità. Una scultura sonora non ha un inizio ed una fine collocati nel tempo. Viceversa una scultura sonora è rigidamente legata alla sua collocazione spaziale, essa «suona» in modo diverso a seconda dell'ambiente in cui è collocata e a seconda delle persone con cui entra in contatto. Lo spazio caratterizza l'opera in modo imprescindibile”.

 

Cosa caratterizza le opere di arte sonora di Di Scipio?

 

“Di Scipio conduce da diversi decenni una ricerca sul rapporto tra suono, uomo e ambiente. Le sculture sonore sono un punto di arrivo di un percorso caratterizzato da una ricerca teorica che si snoda tra decine di articoli, molti dei quali a carattere tecnico-scientifico, e seminari-concerti in cui ha sviluppato la propria poetica ed il proprio linguaggio. I punti nodali di questa ricerca sono i sistemi a retroazione, introdotti con la cibernetica, che studiano le capacità di autoregolazione degli organismi quando interagiscono con l'ambiente circostante. Il principale risultato di questa ricerca è il concetto di «ecosistema udibile» in cui queste teorie si calano nel contesto sonoro. E' importante sottolineare che, per quanto possa sembrare un mix di speculazioni scientifiche ed estetiche, vi sono in questa teoria forti implicazioni etiche e sociali”.

 

In che senso lei parla di implicazioni etiche e sociali?

 

“Le sculture sonore di Di Scipio si basano sul principio che il suono sia un evento e non un oggetto. Sebbene la scultura sonora sia un vero e proprio oggetto fisico il suono che essa emette si caratterizza come una relazione tra la scultura, il visitatore e l'ambiente circostante. Ciò vuol dire che anche un modifica minima dei tre fattori produce un evento sonoro (potremmo chiamarlo un'epifania del suono) completamente diverso. Il risultato è che non esiste un oggetto sonoro quantificabile e riproducibile indipendentemente da chi lo ascolta e dalla sua relazione col sistema-ambiente. Questo concetto ha come conseguenza immediata la non riproducibilità tecnica dell'esperienza sonora. Ciò che non è riproducibile non è commerciabile e questa considerazione rappresenta una critica implacabile al sistema di produzione industriale. L'esperienza è da una parte unica (per ciascun soggetto) e dall'altra infinitamente e gratuitamente disponibile a chiunque la voglia vivere”.

 

Ci vuole parlare di qualcuna delle sculture presentate dal Maestro?

 

“Premetto che l'esperienza deve essere vissuta e non raccontata e quindi ciò che dirò ha solo un valore documentale. Una delle installazioni in mostra a Berlino alle Gallerie Mazzoli si chiama Sound Portrait(Ritratti Sonori). Anche in questo caso le emissioni sonore degli oggetti variano in base ai suoni che “aleggiano” nell'ambiente circostante. Una delle sculture emette la registrazione di un'intervista fatta ad una persona che ha problemi di articolazione determinati da una malattia.. Ciò che ne risulta è che il visitatore percepisce il disagio non sulla base delle parole pronunciate dalla persona ma sulla base del “suono” che l'articolazione e l'intonazione delle parole possiede. Il messaggio quindi non viene veicolato dalle parole ma dal loro suono e da come questo viene a sua volta percepito dal visitatore.

Lo scopo è quello di stabilire una relazione che sarà unica per ogni visitatore tra la persona intervistata e il visitatore stesso. D'altra parte l'incontro con l'oggetto-installazione favorisce, come se ci si trovasse di fronte ad uno specchio sonoro, l'introspezione del visitatore che è invitato a guardare nel suo mondo sonoro con lo scopo di attribuirgli valore e significato”.

 

Sito del M. Di Scipio

http://xoomer.virgilio.it/adiscipi/bioit.htm

Pagina Bio Andrea Arcella

http://www.sedicitonnellate.com/p/tutta-la-mia-formazione-e-la-mia.html

 

 

 

Foto e documentazione delle opere si possono trovare qui

http://www.sedicitonnellate.com/2011/05/ragionamenti-per-unistallazione.html

http://www.galeriemazzoli.com/italiano/discipio.htm

 

Foto e Video del seminario tenuto all'Orientale si possono trovare qui

 

http://www.sedicitonnellate.com/2011/05/agostino-di-scipio-video-del-seminario.html

http://www.sedicitonnellate.com/2011/05/agostino-di-scipio-video-del-seminario_19.html

Aniello Fioccola

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