Elisabeth Bronfen: la trasposizione cinematografica della guerra
Elisabeth Bronfen: la trasposizione cinematografica della guerra
Si è tenuto nell’Aula Matteo Ripa di Palazzo Giusso un incontro con Elisabeth Bronfen intitolato “Hollywood’s Wars. Historical Knowledge of a different kind”.
Il 5 novembre 2012 l’Università degli studi di Napoli “L’Orientale” in collaborazione con il Centro Archivio delle Donne e il Dottorato in Studi Culturali e Postcoloniali del Mondo Anglofono ha ospitato Elisabeth Bronfen, professore all’Università di Zurigo, esperta di letteratura del XIX e XX secolo, gender studies, cultural theory, visual culture, e autrice di numerose pubblicazioni tra cui Over Her Dead Body. Death, Femininity and the Aesthetic (Manchester University Press, 1992).
La studiosa ha approfondito il tema della guerra nella sua trasposizione cinematografica, identificando ciò che sono stati definiti come “spettri della guerra”, ovvero gli strascichi più significativi che i conflitti armati si portano dietro. L’appropriazione del passato diventa quindi un momento di manipolazione di una storia che nessuno può dimenticare: il film immobilizza il ricordo di qualcosa che non si è mai vissuto in prima persona – l’esperienza della guerra appunto – ma che comunque fa inevitabilmente parte del bagaglio di esperienze condivise che caratterizza l’umanità, ricordo che viene ripensato nel contesto della raffigurazione cinematografica.
Bronfen, ponendo l’accento sulla riconcettualizzazione di questo tipo di eventi attraverso lo schermo, insiste sulla presenza pregnante di questi stessi eventi nella vita di ciascuno: l’esperienza reale della guerra pur essendo un’esperienza indiretta, molto lontana, si materializza attraverso l’uso dell’immagine che diventa testimonianza degli orrori legati a questo tipo di vicende.
Utilizzandoli come strumenti di memoria culturale l’esperta ha mostrato al numeroso pubblico intervenuto alcuni stralci tratti da All’ovest niente di nuovo (Lewis Milestone, 1930), Iwo Jima, deserto di fuoco (Allan Dwan, 1949) e Salvate il soldato Ryan (Steven Spielberg, 1998): la rappresentazione hollywoodiana non è altro che la rivisitazione di quelle testimonianze che hanno costituito la nostra immagine condivisa della guerra, una realtà reimmaginata che rintraccia differenti prospettive, il trasferimento di un evento drammatico in pura forma estetica.
Francesca De Rosa - Direttore: Alberto Manco