Kerbaker e il piacere dei libri

 

Kerbaker e il piacere dei libri

Da qualche tempo, Andrea Kerbaker va esplorando le diverse storie del libro, che ama frequentare percorrendo strade molto personali, a volte apparentemente periferiche. Così ha fatto, anni fa, in un testo intitolato Diecimila (Frassinelli, 2002), per festeggiare il decimillesimo libro della sua raccolta personale, in cui un libro raccontava la sua storia in prima persona. L’anno scorso ha invece affrontato il tema del collezionismo librario e della fondazione delle biblioteche ne Lo scaffale infinito (Ponte alle Grazie). Da pochi mesi, per lo stesso editore ha concluso l’ideale trilogia con Breve storia del libro (a modo mio). Testi in cui il tema è sempre affrontato con ironia e leggerezza, anche se partendo sempre da dati concreti e certi. Nell’incontro all’Orientale, tenutosi il 13 maggio, Kerbaker, introdotto da Francesco Sferra, con ironia e leggerezza ha approfondito alcune delle tematiche relative alla vita del libro, passata, presente e futura: dalla pergamena, Gutenberg e Manuzio alle prospettive dell’e-book (prospettive molto ridimensionate): un viaggio percorso, come nei suoi libri, attraverso un ventaglio di storie vissute, episodi reali, ma così strani che paiono inventati, aneddoti personali che riguardano scrittori, editori, librai. Il tutto con orizzonti geografici che vanno dalla Patagonia, dove è andato sulle orme di Chatwin per trovare ispirazione per uno dei suoi libri, alla Cina, dove parte il suo ultimo lavoro.

Ugo Cundari

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