"Identità, identificazione, diversità", questi i temi per riflettere sulla produzione letteraria spagnola degli ultimi venti anni
"Identità, identificazione, diversità", questi i temi per riflettere sulla produzione letteraria spagnola degli ultimi venti anni
Si è svolto presso l'Università degli studi di Napoli "L'Orientale" il convegno di studi "Identità, identificazione, diversità nella letteratura spagnola degli ultimi venti anni"
All'Orientale di Napoli tre dense giornate dedicate a "Identità, identificazione, diversità nella letteratura spagnola degli ultimi venti anni": questo il titolo del convegno che si è tenuto, il 28 e 29 novembre 2012, nella sala delle conferenze di Palazzo Du Mesnil e, nell'ultimo giorno, all'Instituto Cervantes di Napoli.
Organizzato con la collaborazione del rettorato e dell'Instituto Cervantes, l'incontro è stato curato, tra gli altri, dal professore Augusto Guarino, e ha visto la presenza di docenti e studiosi, provenienti da diverse Università italiane oltre che degli studenti che hanno partecipato attivamente al convegno.
Dopo i saluti del Rettore Lida Viganoni e del nuovo direttore dell'Instituto Cervantes Luisa Castro, il convegno è stato aperto da Laura Silvestri che ha affrontato una delle tematiche principali della giornata: la presenza femminile nella letteratura spagnola. Nell'intervento, dal titolo Donne tra le righe: individualità femminile e letteratura, ha fatto un breve excursus relativo alla presenza del gentil sesso nella produzione letteraria spagnola dell'ultimo ventennio, presenza testimoniata anche dal racconto al femminile di Marina Mayoral, argomento dell'intervento di Giovanni Battista De Cesare. Mayoral tenta la via del giallo, un affresco dalle cromature diverse e diversificate, in cui i personaggi appaiono come marionette incapaci di districare la dolorosa matassa della vita. Nel gioco delle identificazioni, uno dei temi scelti per il dibattito, è proprio questa scrittrice spagnola che riscopre il piacere – e la fatica – del vivere quotidiano: la morte diventa quasi un elemento disturbante, ma è tuttavia il punto di partenza di un altro cammino.
Dall'identificazione di forme, generi e lingue iberiche si esamina anche la questione dell'identità: Germana Volpe tratta della scrittrice Cristina Fernández Cubas, la quale ha scritto in questo proposito che i racconti sono quelle cose che non sappiamo di sapere. Da qui si dipana il discorso sull'identità e si viaggia verso la percezione dell'abbandono e del vuoto con l'intervento di Luigi Contadini. La seconda giornata è stata inaugurata da Enric Bou Maqueda, che ha analizzato gli autori Jesús Moncada e Javier Cercas nel contributo Memorie cancellate? Ibridazione nella costruzione della memoria. In un discorso più generale, Enric Bou ha posto l'accento anche sull'analisi testuale e sulla contestualizzazione della letteratura ispanica, affermando che si deve sempre tener conto principalmente della Lengua, in accezione di arricchimento e non di diversità, quindi senza dimenticare la cultura e la storia.
La ricezione di Benito Pérez Galdós in Italia negli ultimi venti anni, questo il titolo dell'intervento di Gerardo Grossi, ha permesso invece di osservare la grandezza di questo scrittore e drammaturgo spagnolo, una delle figure più emblematiche della letteratura realista della Spagna ottocentesca, unanimemente considerato lo scrittore spagnolo più importante dopo Cervantes. Questo molteplice intreccio di argomenti incontra anche quello dell'Olocausto, con la trattazione di Giuseppina Notaro, Identità, diversità, memoria: il tema dell'olocausto in Lo que esconde tu nombre di Clara Sánchez.
Indubbiamente il processo di ricostruzione dell'identità, nella letteratura spagnola, abbraccia anche un discorso sociologico: Davide Aliberti, nell'analisi del En el último azul di Carme Riera, spiega come questo recupero rappresenti un modo per redimere il passato mentre Marco Ottaiano si concentra su identità, transizione e transazione della società spagnola attraverso Todo está perdonado di Rafael Reig. A seguire, Francisco José Martín ha approfondito la problematicità dei presunti confini tra generi e dell'influenza socio-politica nella letteratura spagnola nella relazione El nuevo realismo y el régimen de la ficción. A questo "groviglio di temi" si lega anche quello dell'immigrazione: Monica Di Girolamo chiarisce l'innesto di questo argomento focalizzando l'attenzione su Por la vìa de Tarifa di Nieves Garcìa Benito. Nell'ultima giornata, il convegno inizia con Elide Pittarello che mostra l'incastrarsi delle fotografie nei romanzi come una sorta di narrazioni silenziose, in cui le immagini narrano e suggeriscono sensazioni soggettive appartenenti ad un tempo ormai passato. Francesca De Cesare sposta il discorso sulla questione politica con Identità e differenze: i programmi elettorali in Spagna, mentre Augusto Guarino, con originali approfondimenti, ha mostrato in che modo si racconti della nozione di 'paura' nella letteratura spagnola degli ultimi venti anni e, in particolar modo, come l'idea di paura sia stata inserita nei romanzi nella corrispettiva politico-sociale.
Annacarla Tredici - Direttore: Alberto Manco