Languaging diversity: tra identità e alterità

 

Languaging diversity: tra identità e alterità

Una conferenza internazionale per discutere della diversità e della sua espressione attraverso le lingue e il linguaggio

Università degli studi di Napoli “L'Orientale”, 10 ottobre 2013 - Nella sede di Palazzo Du Mesnil ha avuto inizio la conferenza internazionale organizzata dal professore Giuseppe Balirano in collaborazione con i docenti di diversi Dipartimenti di studio di atenei campani e non solo.

Dopo un breve filmato nel quale il Rettore Lida Viganoni ha dato il benvenuto ai presenti, Balirano ha dato inizio ai lavori sottolineando la grande partecipazione di studiosi provenienti da più di 20 paesi e l'impegno che è stato necessario per scegliere i paper che animeranno le tre giornate di conferenza, selezionati tra le più di 400 proposte pervenute al comitato scientifico.
Il tema della Giornata, come sottolineato in seguito dalla professoressa Jocelyne Vincent poco dopo, abbraccia una sfera di riflessioni sicuramente molto ampia ed è stato interpretato dai vari partecipanti nelle maniere più composite, con approcci letterari e linguistici modulati secondo le diverse prospettive di ricerca: dal code switching agli studi di genere, dagli studi sulla migrazione agli studi sulle lingue in contatto, e così via. Come ricordato dalla docente, se la forma Languaging con il rilievo sul suffisso finale voleva essere un modo per dare risalto alla lingua in quanto processo, la forma diversity è passibile di innumerevoli interpretazioni, spaziando dall'identità all'alterità, osservate in chiave strettamente linguistica, letteraria o in senso più ampio in chiave sociologica e antropologica.

Dopo la breve introduzione di Giuseppe Balirano, che non ha mancato di sottolineare l'impegno di quanti hanno reso possibile la realizzazione della conferenza, ha preso la parola il professore Salvatore Luongo, il Direttore del Dipartimento di Studi Letterari, Linguistici e Comparati d'Ateneo, il quale ha posto l'attenzione su come lo spirito della conferenza sia perfettamente in linea con quanto il nuovo Dipartimento si prefigge: far confluire in un unico contesto gli specialismi di quanti si occupano di lingue, linguaggio, letterature e studi comparati, con lo scopo di offrire sempre nuovi stimoli alla ricerca che, naturalmente, si possono tradurre in nuove spinte per la didattica.

A questo punto, prima di dare inizio alla sessione plenaria, ha preso la parola il professore Sebastiano Martelli del Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Salerno, il quale si è soffermato a lungo sull'importanza della collaborazione tra studiosi provenienti da atenei diversi, come è accaduto in questa occasione. Una sinergia che da un lato rappresenta un grande impulso per gli studiosi e per quanti sono attivi nella ricerca e dall'altro consente di far fronte ai non pochi problemi che l'Università italiana si trova a dover affrontare in un momento di crisi come quello attuale. L'unione di esperti e di ricercatori provenienti non solo da diversi ambiti di studio ma da diverse istituzioni accademiche, infatti, può essere uno strumento efficace per evitare qualsiasi forma di autoreferenzialità e per promuovere, al tempo stesso, una coesione e un dialogo costante tra i diversi centri di ricerca attivi in Italia.

Azzurra Mancini

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