Lo sloveno a Napoli? Da novant’anni all’Orientale

 

Lo sloveno a Napoli? Da novant’anni all’Orientale

Nella sala conferenze di Palazzo Du Mesnil è stato presentato il volume collettaneo "90 anni dello sloveno a Napoli". Presente la co-curatrice, Aleksandra Zabjek

Napoli, 30 gennaio 2012 - Vocazione multiculturale, collaborazione stretta fra docenti di diverse discipline e importanza dell’interculturalità: punti di forza dell’Università degli studi di Napoli “L’Orientale”, secondo quanto è emerso oggi durante la presentazione del volume 90 anni dello sloveno a Napoli. All’incontro sono intervenuti il Rettore Lida Viganoni, la preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, Amneris Roselli, e il professore Salvatore Luongo, direttore del Dipartimento di Studi Letterari, Linguistici e Comparati. Il libro raccoglie gli atti di un convegno internazionale organizzato nel settembre 2004 dall’Università degli studi di Napoli “L’Orientale” con il contributo dell’Università di Lubiana, del Ministero degli Affari Esteri e dell’Ambasciata della Repubblica di Slovenia a Roma. Un evento la cui importanza è stata subito riconosciuta: «Questo convegno ci consente di mettere in luce l’importanza dell’insegnamento della lingua e cultura slovena in questo Ateneo» ha affermato il Rettore ad apertura dei lavori. L’insegnamento dello sloveno all’Orientale ha una storia quasi centenaria poiché è dal 1914 che gli studenti dell’antico ateneo campano hanno la possibilità di interessarsi anche a quel campo di studi. Ed è proprio questo uno dei punti di merito dell’Orientale. Come ha ricordato il Rettore, «il nostro è un Ateneo che è sempre stato attento all’insegnamento delle lingue e delle culture di tutto il mondo, anche le “minori”». È anche su questo preciso punto di forza che L’Orientale deve basarsi per superare il periodo di crisi dell’insegnamento universitario, secondo Lida Viganoni. Dunque una vocazione, quella dell’Orientale, votata soprattutto a coltivare l’interculturalità e l’interazione fra lingue e culture: «questo è il nostro valore e il nostro impegno: conservare e portare avanti la nostra specificità». Specificità di cui il volume sarebbe «una traccia importante del lavoro che quotidianamente si svolge».
Il Volume - «Un’introduzione alla vita intellettuale degli sloveni» ma anche «un assaggio di vari possibili percorsi del mondo intellettuale della Slovenia»: così ha definito il volume la preside di Lettere e Filosofia, manifestando in tal modo una caratteristica del convegno del 2004, che raccoglieva gli interventi di numerosi studiosi italiani e stranieri. La professoressa Roselli ha effettuato una lunga panoramica sui contenuti del libro, mettendo in luce come nel volume emerga soprattutto il grande interscambio che si è realizzato fra i due paesi, l’Italia e la Slovenia. Quest’ultimo è stato sottolineato, durante il suo intervento, anche dal professore Luongo che, dopo aver ribadito la vocazione interculturale dell’Orientale di cui «l’apertura al mondo esterno è la specificità», ha precisato che il valore di iniziative di questo tipo sia dovuto anche all’incrocio delle competenze fra gli studiosi di varie nazionalità, il cui compito deve essere «cercare i loci comunes e trovare come questi vengono realizzati in maniera diversa».
Un tassello importante nelle relazioni fra l’Italia e la Slovenia – A concludere il pomeriggio è stato l’intervento della professoressa Zabjek, docente di lingua e letteratura slovena all’Orientale e co-curatrice del volume, oltre che co-organizzatrice del convegno. La professoressa Zabjek ha portato il saluto dell’ambasciatore della Repubblica di Slovenia in Italia, Iztok Mirošič, il quale ha sottolineato l’importanza che, per i rapporti tra i due paesi, hanno sia lo studio comparato della lingua e della cultura slovene e italiane sia i lettorati e la collaborazione linguistica. La professoressa Zabjek ha poi ricordato le diverse fasi del convegno che, oltre agli interventi dei relatori, ha visto anche l’organizzazione di una tavola rotonda e di due concerti di giovani musicisti sloveni ribadendone il taglio comparativo e l’obiettivo di una maggiore conoscenza della lingua e cultura slovene.
Insomma, l’Università degli studi di Napoli “L’Orientale” ha confermato il suo impegno per la costruzione di un mondo in cui l’Altro sia sempre più rispettato, contribuendo a rafforzare la conoscenza di un paese vicino e di una lingua tra le meno parlate. Risultato finale è la messa in atto di una spazio europeo sempre più comune in cui – come recita il titolo dell’intervento della professoressa Zabjek al convegno – tra il mio e il tuo vince il nostro.

Salvatore Chiarenza

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