Qual è il destino della parola nell’era dei nuovi media?

 

Qual è il destino della parola nell’era dei nuovi media?

Copertina di Parole ed estetica dei nuovi media (Carocci editore)

Parole, immagini e nuove forme di espressione dell'era digitale

Il 28 marzo si è tenuta la presentazione del libro Parole ed estetica dei nuovi media alla presenza della curatrice Elena Tavani e dei professori Valerio Caprara, Derrick De Kerckhove e Tiziana Terranova.
Il libro, ampio e complesso, frutto di collaborazioni con altri autori alcuni dei quali presenti in sala, nasce come occasione per discutere sulla parola e sul suo destino in un contesto che è condizionato in maniera sempre più incisiva dagli strumenti di comunicazione di massa e dai nuovi supporti informatici e digitali. Come viene chiarito sin nell’introduzione dalla stessa curatrice, la nascita del Web e dell’informazione alternativa hanno reso lo scambio comunicativo più facile e veloce ma, anche se è cambiato l'ambiente e con esso lo scenario, le parole restano e diventano sempre più spesso immagini. In questo nuovo contesto di conoscenza il visitatore sperimenta un gusto diverso perché si trova davanti a frontiere mobili e virtuali che è capace di manovrare, in cui le immagini che si mescolano tra loro danno vita a veri e propri musei di narrazione richiamando in causa una nuova e diversa percezione.
In questa commistione tra linguaggi verbali e visivi l'impulso verso l'elettronica ha naturalmente finito con il condizionare anche il cinema e la sua critica, come sottolineato da Valerio Caprara. Sempre più spesso si assiste ad uno “smontaggio” analitico del testo filmico che dà vita ad una concatenazione di immagini e, ancora una volta, cambiano lo spazio di produzione dei contenuti nonché l’approccio agli stessi, cosa che produce un vero e proprio nuovo livello di espressione.
Ritornando ancora dall'immagine alla parola, Tiziana Terranova ha dal canto suo dapprima sottolineato come Elena Tavani si sia soffermata sull’esternalizzazione della lettura silenziosa, e poi portato il discorso verso considerazioni che hanno tenuto conto in particolare di specifiche esperienze che mettono cinema e teatro al centro dell'interesse dei più giovani. Intenso anche l'intervento di Derrick De Kerckhove, il quale ha proposto una riflessione sulle forme di espressione artistica che uniscono le arti, l'ingegneria e le nuove tecnologie di telecomunicazione. De Kerckhove, considerando quanto le tecnologie già influenzino e quanto potrebbero ulteriormente influenzare la nostra società, arriva ad affermare che nell'immediato futuro cercheremo tutti di essere degli avatar anche se solo nel tentativo di oltrepassare la componente personale propriamente "umana": in fondo diventare una persona digitale potrebbe avere i suoi vantaggi.
Bisogna in effetti riconoscere che, grazie ad Internet, si è aperto uno  spazio comunicativo rispetto al quale non sembra possibile parlare di declino del testo scritto ma piuttosto di un nuovo uso del linguaggio condizionato dal canale elettronico: e la parola viene fuori dalla mente per finire su uno schermo.

Nunziata Napolitano

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