Conferimento della Laurea Honoris Causa a Yves Bonnefoy

 

Conferimento della Laurea Honoris Causa a Yves Bonnefoy

Napoli, 27 ottobre 2011 - Nell'aula "Mura greche" di Palazzo Corigliano si svolge il Conferimento della Laurea Honoris Causa a Yves Bonnefoy

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Napoli, giovedì 27 ottobre 2011. L'aula delle Mura Greche di Palazzo Corigliano è già piena quando fanno il loro ingresso il Rettore, Lida Viganoni, e Yves Bonnefoy, poeta, critico e traduttore a cui sta per essere conferita la prima Laurea Honoris Causa in “Teoria e prassi della traduzione”.

“Nella storia di ogni università, il conferimento di una Laurea Honoris Causa, deve sempre costituire un atto di grande rilevanza accademica con il quale si riconosce e si premia il prestigio di una personalità davvero eminente”. Dopo il benvenuto ai presenti, con queste parole ha avuto inizio il Discorso di apertura del Rettore, Lida Viganoni, che ha definito Bonnefoy come “colui che è considerato il più grande poeta francese vivente”.
Prima di passare la parola al Preside della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere Augusto Guarino – il quale ha spiegato le numerose motivazioni alla base del Conferimento della Laurea, tra cui, non ultimo, il valore del Bonnefoy traduttore di alcuni dei massimi poeti di tutti i tempi – il Rettore ha concluso concentrandosi sulla scrittura di Bonnefoy e sul suo rapporto con le parole, adoperando una delle espressioni che l'hanno più colpita: “la poesia è memoria, memoria dell'intensità perduta. Questo concetto è fondamentale, in Bonnefoy. L'idea dell'intensità... Mai perdere l'intensità. L'intensità di se stessi, l'intensità dello sguardo, dell'ascolto, l'intensità nel dire. Se non si è intensi, meglio tacere, forse meglio non essere. Che cosa di più bello si potrebbe dire ai giovani che frequentano le nostre lezioni?”

Il Preside Augusto Guarino, nel suo Saluto, ha voluto ricordare il valore della produzione poetica e dell'attività intellettuale di Yves Bonnefoy e l'importanza di questo evento per l'Ateneo: “Con questo riconoscimento la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere intende identificare nella sua opera la tangibile manifestazione, al livello più alto, dell'ideale umanistico che è alla base del nostro compito istituzionale. [...] Ci piace riconoscerci nella sua assimilazione, che ha spesso affermato nelle sue dichiarazioni e concretamente dimostrato nella sua opera, tra la Poesia e la Speranza. Attraverso il suo esempio, vogliamo provare a non dimenticare che l'Università, anche attraverso la Poesia, ha il compito di consegnare alle nuove generazioni la scintilla della Speranza”. In conclusione, il Preside ha sottolineato ancora l'elevato profilo dello studioso, ricordandone il valore nel panorama culturale francese e non solo: “Se è vero, come lei [Bonnefoy, N.d.R.] ha spesso sottolineato, che il vero compito della poesia è quello di restituire alla realtà la sua presenza, crediamo che il suo itinerario creativo costituisca, nella pluralità di esperienze e di linguaggi del mondo contemporaneo, un modello esemplare della ricerca di un senso da condividere”.

La Laudatio Academica a cura della professoressa Giovannella Fusco Girard, descrive l'esperienza dell'uomo, dello studioso, del traduttore, del critico e, soprattutto, di una persona che, come affermato dalla stessa: “vive l'espressione artistica, cercando in ogni gesto e in ogni parola dell'uomo la parola dell'arte. Poeta sempre, poeta ovunque, nel verso, nella prosa, nel saggio, nel racconto, nella critica d'arte.”

E il titolo della Laudatio, che richiama i versi del poeta, è indicativo dell'intero percorso di Bonnefoy: l'imperfezione è la cima, a indicare come l'artista, nel suo essere, incarni l'immagine della poesia accogliendo in essa il mondo e la parola che del mondo dice, anche se la finitudine dell'esistenza consente solo parole imperfette.

Al termine della Laudatio, Yves Bonnefoy prende la parola per la Lectio Magistralis, affermando di sentirsi rassicurato, oltre che onorato: “Poiché accogliete fra voi uno scrittore che per tutta la vita ha inteso il lavoro poetico come attività principale, e ha inteso la difesa e l'illustrazione della poesia come bisogno immediatamente complementare, è la prova lampante che considerate il legame tra la poesia e l'università come qualcosa di legittimo e di naturale e di fruttuoso. Ora, questo pensiero è di quelli che possono aiutare la società a sopravvivere”.
E il poeta ha continuato così: “La poesia è rivolta, la rivolta più radicale, ma perché questa rivolta non si dissolva in ribellioni inutili, è essenziale che il ribelle conosca e comprenda e ami l'ortodossia che lo vessa. La poesia ha bisogno di voi, ha bisogno del vostro sguardo su di essa, un'attenzione condivisa agli avvenimenti della scrittura. La scrittura... non era forse già in Dante la corrente, quella terza rima, che si caricava tanto di tutti i drammi del pensiero quanto di tutte le parole della lingua?”

 


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