Il Maghreb e il mondo arabo due anni dopo: la Tavola Rotonda a chiusura del seminario
Il Maghreb e il mondo arabo due anni dopo: la Tavola Rotonda a chiusura del seminario
La Tunisia, la Libia, il Marocco. All’interno di questi paesi le sfide, i controsensi, mondi diversi in cui tutto si svolge in contesti particolari, dove fare previsioni risulta ancora difficile
22 aprile 2013, Università degli studi di Napoli “L’Orientale” – Una tavola rotonda a tutto campo quella svoltasi a palazzo Du Mesnil in occasione della chiusura del seminario “Giovani, società e diritti di cittadinanza in Nord Africa e Medio Oriente”.
Luigi Serra ha dato inizio ai lavori, introducendo così il tema dell'incontro, con la presentazione del libro: La rivoluzione ai tempi di internet. Il futuro della democrazia nel Maghreb e nel mondo arabo (a cura di Anna Maria Di Tolla ed Ersilia Francesca). Alla presentazione ha fatto seguito un dibattito intenso, scandito da vari momenti di riflessione e di partecipazione del pubblico, composto non solo da studenti. Numerosi gli interventi, tra cui quello di Hélène Claudot-Hawad del CNRS di Marsiglia che ha parlato della solitudine dei tuareg, concentrando l’attenzione sulla rivolta dell’azawad, quello di Leila El Houssi dell’Università di Firenze, incentrato sulla Tunisia contemporanea e sul ruolo della società civile in questo particolare momento storico, e quelli dei relatori dell'Orientale, tra cui Giovanni Canova che ha parlato dei murales di piazza Tahrir, Miguel Mellino con la relazione “La fine di una lunga notte” e Ruth Hanau Santini che si è concentrata sulle rivolte e sull’evoluzione del dibattito sui diritti di cittadinanza in Tunisia ed Egitto.
L’Orientale si è dimostrato un luogo ideale per affrontare queste tematiche, centrali anche in relazione al ruolo dell’Italia e della sue politiche nel Mediterraneo. Questa la sensazione più evidente, anche per i numerosi studenti la cui attenta partecipazione è stata confermata dalle dichiarazioni rilasciate per l'occasione al Web Magazine d'Ateneo. Gli studenti intervistati hanno infatti espresso soddisfazione, elogiando sia i contenuti del seminario sia i diversi approcci con cui hanno avuto modo di confrontarsi. “Molte vicende che interessano il Maghreb ci vengono date per 'finite' dai mezzi di comunicazione, per poi accorgersi, anche grazie a questo seminario, che non è affatto così”: queste le affermazioni di uno degli studenti le cui riflessioni sembrano concentrarsi anche sulle contraddizioni presenti in alcuni contesti maghrebini; una studentessa del primo anno ha infatti affermato: “In Tunisia come in Egitto emergono situazioni in cui il ruolo positivo delle donne deve ancora far fronte al riformarsi di partiti religiosi”.
A chiusura del ciclo di incontri, quindi, il riscontro avuto da quanti che vi hanno preso parte sembra sintetizzabile in poche parole: l’essere riusciti ad affrontare tematiche e problemi relativi a situazioni così diverse tra loro all’interno di un unico seminario. Per molti è stato importante riflettere anche sulle posizioni e sulle evidenti incapacità che l’Europa e l’intero Occidente hanno avuto nell’interpretare questi nuovi fenomeni: riassumendo il pensiero di altri studenti, uno di loro ha ricordato che “il cinismo imperante di alcuni paesi sembra non avere ricevuto nessuna scossa e il mondo islamico si trova ancora ad essere interpretato in maniera stereotipata e distorta”. Qualcun altro, invece, ha sottolineato come “abbiamo appreso da questi incontri che non basta e non si può tutto rilegare con un’etichetta generica come quella di ‘questione araba’. I Tuareg, la questione del Mali, così come quella della popolazione berbera nel suo insieme, sono parte integrante della storia di quei luoghi”.
Questo il senso dell’intero seminario: mostrare un quadro ricco, seppur altamente problematico come quello delle realtà mediorientali e nordafricane, cercando di valorizzarne al massimo non solo la complessità ma anche la pluralità dei punti di vista con i quali è possibile osservare tali fenomeni.
Davide Maffei - Direttore: Alberto Manco