Menzogna e politica: Bruno Accarino e le metafore animali

 

Menzogna e politica: Bruno Accarino e le metafore animali

Al via il seminario promosso dalla professoressa Rossella Bonito Oliva

Si è aperto sotto la direzione della professoressa Rossella Bonito Oliva, docente all'Orientale di Filosofia morale ed Etica interculturale, il seminario su Menzogna e politica. Il primo appuntamento ha visto la partecipazione di Bruno Accarino, docente di Filosofia della storia presso l'Università di Firenze, che ha presentato una dissertazione su Metafore animali tra razionalità sociale e complessità. L'incontro ha offerto inattesi spunti di riflessione relativi a elementi della zoologia e a loro eventuali legami con la politica: “Dietro il mutamento del paradigma metaforico animale - ha affermato Accarino - ci sono diverse possibilità per approcciare questioni di razionalità sociale”. Si parla dunque di bioetica, biopolitica e soprattutto di biopotere. Argomenti non facili e che non intende certo riassumere qua. Quel che è certo è che si è trattato di un avvio convincente del ciclo di seminari dedicati al tema della menzogna. L'excursus è cominciato con l'analisi dell'homo homini lupus hobbesiano e del Leviatano per poi passare alla chimera e quindi a Pegaso, cavallo alato selvaggio e indomabile: quest'ultimo - ha spiegato Accarino - verrà ben presto addomesticato da Bellerofonte e imbrigliato. Come capire però se è Bellerofonte a domare Pegaso o se è Pegaso a lasciarsi domare? Si potrebbe addirittura parlare di una fratellanza dovuta a una necessità. La situazione si complica ulteriormente se si tiene conto del fatto che c'è un elemento di sottomissione, ma allo stesso tempo di inganno, persuasione, menzogna relativo al materiale delle briglie, l'oro, simbolo indiscusso di potere. L'osservazione di figure animali ha poi sconfinato spesso nella teratologia e ha spostato ben presto l'obiettivo sui mostri. Numerose le citazioni: da Agostino di Ippona a Michel Foucault, da Étienne Geoffroy Saint-Hilaire a Donna Haraway. Tornando alle commistioni e alle contaminazioni tra mondo umano e animale - tenendo conto della palese influenza di personaggi come Esopo e La Fontaine ma anche Kafka, Nietzsche, Weber - solo per citarne alcuni - la questione è stata ulteriormente dipanata per considerare se e quanto è la politica ad attingere dalla zoologia e se e quanto, viceversa, è il mondo animale a essere politicizzato. Come non pensare allora alla ferrea disciplina che esiste in un formicaio dove ogni membro di questa società in miniatura compie il suo dovere e dove mai nessuno si permette il lusso di fare un errore. Ma è possibile che le formiche siano dotate di uno statuto superiore a quello dell'uomo? Difficile a dirsi. Vero è che bisogna adeguarsi e soprattutto conformarsi. La teoria coincide con una certa psicologia, quella delle masse, per cui il corpo collettivo si connota innanzitutto come un essere acefalo. Un monito severo ma sicuramente utile.

Francesca De Rosa

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