Un seminario... a tutto “gas”

 

Un seminario... a tutto “gas”

Responsabilità verso i consumi, riflessione sullo sfruttamento del Mondo: un seminario per gli studenti dell'Orientale

 

 

 

 

 

Marco Amalfi, lei condurrà un seminario di cui fra poco ci riassumerà il senso. Vorrebbe intanto dirci come valuterebbe la sua esperienza all’Orientale?
Per certi aspetti mi sono trovato molto bene: le classi non sono troppo numerose, i professori sono molto sensibili e vicini alle necessità degli studenti. Qualche difficoltà l'ho riscontrata forse nell’organizzazione degli orari. Quello che bisogna fare è riuscire a motivare costantemente lo studente: gli strumenti per farlo non mancano e penso che un punto su cui lavorare sia quello relativo agli scambi linguistici e alla promozione di eventi multiculturali. Studiare una lingua e la sua cultura non dovrebbe significare conoscerne solo la grammatica ma dovrebbe rappresentare un’interazione culturale continua.

Dunque, visto l'impegno dell'Orientale noto anche a livello internazionale in tal senso, lei ad un suo amico prossimo a iscriversi all’Università consiglierebbe il nostro Ateneo?
A uno studente che si accingesse a scegliere ciò che vuole fare del suo futuro consiglierei di optare per quello che più gli piace. Non considero l’Università un percorso obbligato e lo inviterei quindi a guardare dentro di sé prima che al mondo del lavoro. Secondo me è inutile seguire percorsi non sentiti, piegandosi al senso del dovere. Meglio scegliere per il solo gusto di fare qualcosa. Detto questo, io ho scelto l'Orientale.

Cosa maggiormente apprezza di questa Università e cosa invece crede che debba essere cambiato?
Di questa Università mi piace soprattutto l’apertura mentale e sono rimasto impressionato da questo modo di pensare che - personalmente - condivido. Una delle figure che incarnano bene quanto appena detto è ad esempio, secondo me e considerata la mia esperienza in Ateneo, il professor Chambers, un docente disponibile verso tutto ciò che è nuovo e diverso. In una società burocratizzata e rigida come la nostra questa Università riesce ancora a conservare dei margini di creatività e di certo sviluppa spirito critico.
Ciò che invece cambierei se mai ve ne fosse la possibilità è l’assetto non unificato delle sedi. So che molti apprezzano proprio questa caratteristica “sparsa” dell’Ateneo, ma io le sostituirei con una nuova struttura in bioedilizia, magari nell'ex zona industriale di Bagnoli: una sola grande biblioteca, sale studio, spazi associativi, studentato e mensa, tutto in un unico posto. Questo mostrerebbe al mondo come un’Università può risparmiare energia e, in effetti, si risparmierebbe molto anche sulle spese di gestione.

Perché no. Forse però è opportuno dire che dal primo gennaio 2012 l’Orientale ha destinato ognuna delle sue tre grandi sedi centrali a ciascuno degli attuali tre dipartimenti, con un beneficio organizzativo immediato per tutti. Ma passiamo ad altro. Lei partecipa al Seminario Mesogaia: può spiegare come si articola e di cosa si parlerà?
Il seminario nasce dall’esigenza di condividere alcune delle mie esperienze personali e l’intento è quello di promuovere nuove esperienze da fare insieme. Dato che - come ho già detto - uno dei pregi di questa Università è l’apertura mentale, è successo che quando ho raccontato al mio professore di riferimento del mio desiderio di coinvolgere gli studenti in scambi culturali e altre attività del genere sono stato appoggiato e aiutato nella realizzazione di questo progetto. Ho potuto farlo pur non avendo i titoli ufficiali generalmente necessari: sono stato valutato esclusivamente sulla base della mia esperienza.
Questo seminario comincerà a marzo per il terzo anno consecutivo e darà diritto a due crediti formativi. La durata è di 12 ore e sono previsti sei incontri a cui se ne aggiungeranno altri due o tre facoltativi. A chi voglia farsi un’idea del progetto, consiglio di visitare il nostro blog dove è possibile reperire anche alcuni video degli incontri tenutisi in precedenza.

Come sono strutturati gli incontri?
Il primo incontro tratterà dell’Australia ed è sostanzialmente il racconto della mia esperienza - della durata di un anno - in quella terra. Verrà osservato il viaggio come possibilità di conoscere, di allargare i propri orizzonti e si parlerà anche della questione aborigena.
Nel secondo incontro si analizzerà la distruzione della diversità e sarà preso in considerazione l’esempio di Oswiecim per commemorare la tragica storia legata ai campi di stermino nazisti.
Il terzo incontro, invece, propone una riflessione sulla questione dei rifiuti intesa come devastante conclusione di una disfunzione legata non tanto al Sud quanto piuttosto all’intero sistema consumistico occidentale.
L’incontro successivo, il quarto, sarà intitolato “Homo non Homo”, titolo che prende spunto dal libro del sociologo polacco Zygmunt Bauman, e sarà un’occasione per analizzare insieme la società dei consumi.
Il quinto incontro tratterà del “responsabilismo” riguardante il colonialismo, lo sfruttamento delle terre. L’obiettivo è quello di rimarcare come tutti noi abbiamo una forte responsabilità relativa ai nostri consumi, spesso eccessivi e distratti.
L’ ultimo incontro è “Mesogaia” in cui si cerca di infondere speranza attraverso diverse attività come l’acquisto solidale o l’agricoltura non industriale, tutto questo sullo sfondo del Mediterraneo, luogo caratterizzato da culture diverse, e quindi risorsa primaria per idee alternative. Risorsa che però poco a poco stiamo distruggendo, colonizzati purtroppo da un unico pensiero occidentale.

Può spiegare in poche battute cosa è Mesogaia e come nasce?
Il progetto Mesogaia è una conseguenza del seminario da cui nasce. Per quanto riguarda i tre incontri facoltativi al seminario, questi verteranno sugli scambi culturali, la bio-edilizia e la produzione artigianale del sapone. Il senso, tirando le somme, è che nella società in cui ci ritroviamo è necessario aprirci all’altro attraverso le esperienze: questo è quello che si propone di fare Mesogaia in quanto progetto.

Nello specifico quali sono i progetti, le attività e le iniziative intraprese?
Uno di questi è il progetto “Plastica Zero” sviluppato dagli studenti che hanno preso parte al seminario e che hanno deciso di raccogliere circa 500 firme per chiedere all’Adisu, l’ente che gestisce il nostro servizio mensa, di cambiare il contratto con i ristoranti convenzionati introducendo il divieto assoluto di utilizzare l’usa e getta. Vorrei sottolineare che la gran parte del lavoro di questa iniziativa è dovuta in particolare alla tenacia della studentessa Felicia Annunziata. Un altro progetto - che è già partito - è “Gas”, sviluppato da un gruppo di acquisto solidale formato da persone che si incontrano per socializzare e riflettere sui propri consumi.
Altre proposte verranno realizzate progressivamente, con le persone appassionate e costanti nell’impegno che via via aumenteranno: scambi culturali, scambi linguistici alla pari con persone proveniente da altri paesi, manifestazioni culturali, escursioni, viaggi e infine una cena al buio durante la quale vogliamo far provare ai partecipanti cosa significa essere serviti da non vedenti in un ambiente oscurato, affinché ci si possa rendere conto appieno della loro facilità di movimento. Interessante sarebbe anche creare un forum permanente sulle culture del Mediterraneo in cui i giovani possano riflettere sul progetto di massificazione che ci sta coinvolgendo un po’ tutti. Tra l’altro abbiamo avviato anche un dialogo con il Rettorato in quanto ci preme coinvolgere le Istituzioni e fare le cose in assoluta trasparenza, senza forzature.

Dove e come diffondete il vostro operato?
Per partecipare all’iniziativa sull’acquisto solidale “Gas” basta mandarci un’e-mail, cercarci sul social network Facebook, oppure contattare il contenitore formale del progetto Mesogaia, l’Associazione Culturale Sole, attraverso l’indirizzo associazionesole@hotmail.it. L’indirizzo del blog è http://seminariomesogaia.blogspot.com/

Se qualche studente è interessato a prendere parte al Seminario Mesogaia come può contattarvi e cosa gli sarà chiesto di fare?
Per iscriversi al seminario bisogna controllare il blog su cui saranno pubblicate le date, confrontare il proprio piano di studi e poi mandare un’e-mail a seminariomegogaia@libero.it con nome, cognome e matricola.

Le posso chiedere cosa l’ha spinta, nonostante tutti gli impegni accademici, a scegliere di seguire questo progetto?
Il mio sforzo è atto a trattare argomenti differenti con impegno e passione, mettendo a frutto tutte quelle che sono le mie esperienze culturali e tecniche.
Cerco semplicemente di trasmettere emozioni, di trasformare storie fredde – come possono essere quelle dei libri – in esperienze emotive.

Come è lavorare in questo gruppo e cosa le ha insegnato?
Anche durante lo stesso Seminario ho accettato da subito le proposte degli studenti, proprio a sottolineare che non esiste un’unica scienza assoluta ma solo la volontà di mettersi in gioco e fare un percorso comune. Io cresco insieme a loro e soprattutto è l’esperienza che faccio con loro a livello umano che mi interessa.
 

Tiziana Meninno

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