Voci da Tangeri: presentazione del libro di Marianna Salvioli

 

Voci da Tangeri: presentazione del libro di Marianna Salvioli

Nuova presentazione di un libro già uscito da un anno. Il motivo: un’opera attuale nel suo richiamo alla realtà che si sta configurando nel panorama delle rivoluzioni arabe

Nel tardo pomeriggio di martedì 18 ottobre, è stato presentato presso la libreria “Ubik” di via Benedetto Croce, a Napoli, il libro di Marianna Salvioli “Voci da Tangeri”, edito dalla casa editrice Diabasis. Ha coordinato il dibattito la professoressa Maria Donzelli, presente nelle vesti di Presidente dell’Associazione promotrice “Peripli – Culture e Società Euromediterranee”. Il volume era stato dato alle stampe già un anno fa, con una Postfazione di Luc-Willy Deheuvels, personalità che ha rivoluzionato il metodo dell’apprendimento della lingua araba in Francia, ed ha ricevuto un’accoglienza piuttosto buona venendo definito come “la prima storia della letteratura del Marocco dal periodo classico a Choukri”. In effetti, in queste pagine, la scrittrice ha colmato dei veri e propri vuoti editoriali. Lo ha fatto tracciando le tappe di un viaggio affascinante nella Terra del Sole Calante, in cui a mescolarsi non sono soltanto passato e presente, ma anche Oriente e Occidente . Il tutto in un contesto plurilinguistico e multiculturale di cui Tangeri costituisce l’emblema, facendosi strada con l’uso dello strumento proprio della sua specializzazione: l’analisi comparatistica nel campo della letteratura araba, francese ed americana, che si concentra interamente sulla vicenda de “Il Pane Nudo” di Mohammed Choukri, libro più celebre e controverso del Marocco. Il rigoroso confronto metodologico fra l'originale arabo e le traduzioni in inglese di P. Bowles e in francese di T. Ben Jelloun ha infatti aperto le porte a nuove discussioni, stimolando l’ambiente intellettuale e culturale ad esso vicino. E non è un caso, del resto, che tanto Zouhir Louassini, giornalista di RAInews24, quanto Valerio Vittorini, anch’egli scrittore ed esperto di letteratura, si siano mostrati entusiasti in sala nei loro giudizi critici. Alla base del concepimento di questa nuova presentazione, a distanza di un anno, sono state la voglia di tornare a parlare di un’opera il cui valore non è soltanto letterario e il desiderio di farla conoscere anche al di fuori dei contesti d’orientalistica e di studio; un’opera estremamente attuale nel suo richiamo ad una realtà cosmopolita che sta affacciandosi a sua volta nel panorama delle rivoluzioni arabe, seppur con modalità e ritmi diversi da quelli degli altri Paesi, ma che pare passare in secondo piano dinanzi agli occhi dei vicini della sponda nord del Mediterraneo. Ciò vale in special modo per l’Italia, dove la comunità marocchina costituisce una maggioranza piuttosto cospicua, se rapportata alla percentuale di migranti fornita dalle statistiche; maggioranza di cui sarebbe finalmente ora di ascoltare non più gli echi, ma le “voci”.

Annamaria Bianco

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