Questionario agli ex studenti: l'intervento del Rettore Lida Viganoni

 

Questionario agli ex studenti: l'intervento del Rettore Lida Viganoni

Università di Napoli L'Orientale, sede di Palazzo Du Mesnil - Foto di Davide Aliberti

Un questionario inviato ad ex studenti dell'Orientale mostra un quadro positivo dei percorsi da loro intrapresi. Il Rettore Viganoni: "Molti hanno trovato un lavoro che ha consentito di mettere a frutto la conoscenza delle lingue o che fosse coerente con gli studi svolti".

 

 

 

Quale ricordo degli anni trascorsi all’Università hanno i laureati dell’Orientale? Qual è la loro opinione circa il valore e l’organizzazione dell’Ateneo in cui hanno studiato?
Muovendo da questi interrogativi, nell’aprile del 2010 abbiamo inviato ai laureati nel periodo 1974/2000, con voto non inferiore a 108/110, un questionario al fine di migliorare le nostre conoscenze circa l’impatto che l’Orientale ha sui suoi studenti,  e anche per individuare con maggior precisione gli aspetti che lo distinguono dalle altre Università italiane.
Non senza una certa difficoltà nel reperire gli attuali indirizzi degli ex studenti, abbiamo domandato loro quale lavoro svolgessero (per capire se fosse in sintonia con gli studi compiuti) e li abbiamo invitati a fornire una valutazione circa l’esperienza vissuta all’Orientale e qualche altra informazione sui loro eventuali rapporti con il nostro Ateneo.
Dalle risposte, ricevute soprattutto da laureati che attualmente hanno tra i 40 e i 50 anni, è risultato che molti hanno trovato un lavoro che ha consentito di mettere a frutto la conoscenza delle lingue o che fosse coerente con gli studi svolti.

Gli studenti che decidono di frequentare l’Orientale hanno forti motivazioni personali e una grande curiosità che li spinge, completata la formazione, a cercare lavoro in un campo in cui sia possibile restare fedeli alle proprie scelte di studio e talvolta anche fuori dall’Italia.
In genere, le critiche che vengono mosse all’Orientale sono relative alla “disorganizzazione”. Sono però rilievi che si riferiscono a un periodo in cui non c’erano ancora le sedi di via Duomo (S. Maria Porta Coeli) e di via Nuova Marina (palazzo del Mediterraneo) che hanno risolto bene parecchi problemi. Un periodo, insomma, nel quale gli spazi destinati alla didattica erano obiettivamente insufficienti e la segreteria studenti, non ancora informatizzata, costringeva a lunghe file e a snervanti attese.
Per quanto riguarda il ricordo che i laureati conservano dell’Orientale, questo è spesso legato al fascino dell’ambiente “alternativo” e variegato degli studenti che vi si iscrivono, oppure allo stretto rapporto – poco usuale nelle altre Università – con i docenti, ma soprattutto all’apertura verso la multiculturalità.
Dalla lettura dei questionari, emerge con chiarezza che i laureati dell’Orientale sono persone diversamente motivate rispetto a coloro che frequentano gli altri Atenei della Campania. Si tratta di persone curiose, che amano viaggiare, conoscere lingue e diversi stili di vita, persone che scelgono la libertà e la responsabilità delle loro decisioni rispetto ai formalismi e alle rigidità di un’educazione scolastica che non lascia spazio alle personalità e alle inclinazioni degli studenti.
In questo senso l’Orientale, con i suoi docenti, spesso citati con ammirazione e affetto nelle risposte dei laureati, da sempre si mostra particolarmente sensibile e attento a cogliere le istanze individuali degli studenti, a indirizzarli e a suggerire percorsi che siano in armonia con le loro naturali tendenze.
Quanto emerge dai questionari restituiti con le risposte è una bella immagine del nostro Ateneo, che viene collegato con nostalgia a una stagione della vita, quella della giovinezza, che da noi trova particolari suggestioni.
Kafka ha scritto che «la giovinezza è felice perché ha la capacità di vedere la bellezza» (Gustav Jarouch, Conversazioni con Kafka, Guanda, Parma, 2005).
Che “L’Orientale” sia un Ateneo particolarmente adatto ai giovani, non può che farci piacere.

Tra coloro che hanno risposto al questionario ho scelto le testimonianze del dott. Lucio d’Amore e delle dott.sse Iaia de Marco, Adelaide Ciociola e Antonella Di Vaio.
Il dott. d’Amore ha conseguito nel nostro Ateneo ben tre lauree (tra il 1974 e il 1988), e ora lavora presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, al  Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo, Servizio V – Attività in ambito internazionale. Credo che le parole del dott. d’Amore siano particolarmente indicative, oltre che lusinghiere, per il nostro Ateneo.

Iaia de Marco, laureata in “Lingue culture e istituzioni dei Paesi del Mediterraneo”, è stata una studentessa del tutto “atipica”. Dopo la laurea, ha  conseguito un Dottorato di ricerca in “Letterature romanze comparate” ed è oggi anche una traduttrice, oltre che autrice di un romanzo e di un racconto lungo. 

Adelaide Ciociola è laureata in “Lettere”, indirizzo moderno, e ha saputo tracciarsi un proprio percorso che l’ha portata a vivere a Trieste e ad insegnare in provincia di Udine: un significativo esempio di come si possa costruire e trasformare la propria vita seguendo le proprie inclinazioni intellettuali.

Infine Antonella Di Vaio, laureata in “Lingue e letterature straniere”. Dopo alcune esperienze all’estero, lavora – in qualità di Cultural Affairs Assistant –presso il Consolato degli Stati Uniti a Napoli. Un impegno di prestigio in un luogo importante della nostra città.

Le interviste sono del collega Francesco De Sio Lazzari, già autore del recente volume I saperi dell’Orientale. Interviste a laureati (Napoli, Orientexpress, 2011, pp. 286).

Il Rettore
Lida Viganoni