Questioni di identità in Asia: il secondo incontro

 

Questioni di identità in Asia: il secondo incontro

Immagine tratta dalla locandina del ciclo di eventi

La questione dell'identità in Asia: il Giappone

Il secondo incontro del ciclo di conferenze "Questioni d'Identità in Asia", tenutosi nella suggestiva cornice della Sala delle conferenze di Palazzo Du Mesnil, si è sviluppato intorno a due interventi: in quello di Noemi Lanna, "Rimozione dell'Asia, Identità e Modernità in Giappone, nella Stagione della Politica" è stata esaminata la questione dell'identità in Asia con un riferimento specifico al caso del Giappone e del fenomeno della "rimozione" che lo ha interessato in quanto Paese e non solo: questo fenomeno politico, infatti, si affianca a una "rimozione" di tipo individuale, ossia l'allontanamento delle emozioni e delle immagini, probabilmente legate ad un passato traumatico, fino al confinamento in un inconscio riparatore. È questo ciò che accade in Giappone rispetto a quell'Asia troppo legata ad un ricordo militarista, della colonizzazione, dei crimini di guerra, che andranno neutralizzati, sottolinea Lanna, per poter pensare un giorno di ricominciare. Questa "Stagione della Politica", così come viene definito quel periodo che va dal 1945 al 1960, ha coinciso con un fermento intellettuale ed un impegno politico che hanno reso maggiormente marcati i fenomeni di rimozione. "Le idee plasmano la realtà": è su questo che Lanna si è soffermata, analizzando quelle idee che attraverso un processo di socializzazione e di condivisione diventano pregnanti in determinati periodi storici e all'interno di determinate società.

Il successivo intervento ha visto invece la partecipazione di Gustavo Cutolo ed è stato incentrato sulla tematica dell'identità nazionale, anche in base a ciò che la rappresenta: simboli, tradizioni, miti, ma anche legame col territorio e cultura. Una simile identità collettiva ha permesso di cementare quella che Cutolo ha identificato come "comunità moderna". Nel caso del Giappone, quindi, ci si trova davanti ad un simile scenario e uno dei tratti più distintivi è proprio il comunitarismo che fatalmente si contrappone all'individualismo caratteristico delle società occidentali. In un secondo momento, poi, Cutolo ha approfondito la questione dei policymakers giapponesi e della loro natura burocratica negli anni dell'occupazione: il servizio burocratico in quel periodo assume in Giappone una valenza "altra". Esso viene infatti inteso come una missione che possa essere funzionale al benessere della nazione stessa. In un tale panorama la figura dello statista si basa sulla capacità di saper mediare le diverse istanze producendo una sintesi che ha a cuore l'interesse nazionale. Questo periodo di incontro e scontro, conclude Cutolo, è segnato quindi da iniziative importantii: diverse riforme, come ad esempio quella elettorale, sono partite dal Giappone, insieme alla proposta del suffragio universale, la riforma agraria, ed altro ancora, proprio al fine di preservare quell'identità nazionale cara ai policymakers che ha caratterizzato il Paese negli anni tra il 1945 e il 1952.

Davide Maffei - Direttore: Alberto Manco

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