Una critica del fenomeno originario dell'opera: Cassirer e Benjamin

 

Una critica del fenomeno originario dell'opera: Cassirer e Benjamin

Immagine tratta dalla locandina dell'evento

Due giorni di riflessione sull'opera e sul processo creativo nell'ambito del laboratorio di Filosofia e Iconologia, curato da Giulio Raio e Carmen Metta

Il 28 e il 29 maggio presso il Dipartimento di Scienze Umane e Sociali si è svolto il Laboratorio di Filosofia e Iconologia a cura di Giulio Raio e Carmen Metta, in collaborazione con il Dottorato in Filosofia e Politica e il Dottorato in Teoria delle Lingue e del Linguaggio.

L'iniziativa intitolata "Ausdruck/Ausdruckslos. Una critica del fenomeno originario dell'opera: Cassirer e Benjamin" ha visto la partecipazione di numerosi studenti e si concluderà con un incontro in cui coloro che sono intervenuti potranno proporre la propria rielaborazione delle tematiche affrontate.

Come suggerito dal titolo stesso, Metta e Raio si sono soffermati innanzitutto sull'espressione, intesa come percezione, e hanno riflettuto sul processo che lega il momento dell'intuizione alla categorizzazione attuata dall'intelletto, con particolare riferimento al pensiero di Ernst Cassirer e Walter Benjamin.

Ripercorrendo il pensiero dei due filosofi, i curatori del laboratorio hanno posto l'accento sulla creazione dell'opera come realtà che costituisce i soggetti ponendoli di fronte al mondo: individuando quindi l'io, il tu e l'aliud come fenomeni originari, sono state poi proposte alcune suggestioni sull'idea di "fantasmagoria" e sulla natura delle apparenze legate alle rappresentazioni proposte dai simboli.

Anche attraverso alcuni momenti di dibattito con il pubblico di giovani studiosi sono stati approfonditi alcuni concetti relativi alle “immagini postume”, da intendere come costitutive di una parte residuale dell'esperienza, in particolare proponendo alcuni spunti di riflessione legati alla figura del filosofo francese Henri Bergson, e sono state quindi affrontate le questioni riguardanti la percezione e la rappresentazione, anche presentando alcune considerazioni sul legame che sussiste tra parole e cose.

Evidenziando la presenza nella locandina dell'evento di una barra posta tra le parole "espressione" e "privo di espressione", Raio ne ha infine sottolineato il carattere simbolico, focalizzandosi sulle sue possibili connotazioni: di soglia come “immagine dialettica”, che può costituire l'oscillazione fra queste due dimensioni, nonché di cesura, come momento proprio della “critica”.

Francesca De Rosa - Direttore: Alberto Manco

© RIPRODUZIONE RISERVATA