August Strindberg tra realismo e mito: analisi testuale di un romantico postmoderno

 

August Strindberg tra realismo e mito: analisi testuale di un romantico postmoderno

L'Ambasciatrice di Svezia Ruth Jacoby

Convegno internazionale “Realismo e mito alle radici dell’opera di August Strindberg” organizzato da Maria Cristina Lombardi del Dipartimento di Studi Letterari, Linguistici e Comparati dell’Università degli studi di Napoli “L’Orientale” con la presenza dell’Ambasciata di Svezia e studiosi importanti a livello nazionale e internazionale, per analizzare la scrittura strindberghiana e il conflittuale autore svedese

 

Nella magnifica cornice di Palazzo Du Mesnil, il 21 e il 22 novembre 2012 si è svolto il convegno internazionale dal titolo “Realismo e mito alle radici dell’opera di August Strindberg”, a cura di Maria Cristina Lombardi – docente di Lingue e Letterature Nordiche all’Orientale e traduttrice del Premio Nobel per la letteratura Tomas Tranströmer – in collaborazione con lo Svenska Institutet di Stoccolma, l'Ambasciata di Svezia, il Dipartimento di Studi Letterari, Linguistici e Comparati e il Collegio di area didattica Lingue letterature e culture Europa e America.

Nel centenario della sua scomparsa, August Strindberg resta un personaggio emblematico: questo appuntamento ha permesso di tracciarne un ritratto analitico e quanto più possibile completo e fedele. L’incontro stato aperto dai saluti del Rettore Lida Viganoni e dall’Ambasciatrice di Svezia Ruth Jacoby, per la prima volta all’Orientale, le quali hanno ringraziato sia Maria Cristina Lombardi per il costante impegno sia tutti i presenti – “amici di Strindberg” – per essere intervenuti alla conferenza. Il primo relatore, Björn Meidal,  dell’Università di Uppsala (Svezia), uno dei massimi esperti a livello mondiale di Strindberg , intervenuto con una relazione dal titolo “Strindbergs världar” sviscerando la complessità della figura strindberghiana, ossia quella di “uno scrittore che ha in sé tanti mondi”. Una personalità d’artista fortemente radicata nello spirito del suo tempo – lo Zeitgeist di inizio Novecento – a stretto contatto con avanguardie e talenti di fine e inizio secolo, un europeista ante litteram, appassionato di filosofia e di teatro, di pittura e di fotografia, di religioni e linguistica. A seguire, dall'Università di Gävle, Agneta Ney e altri numerosi relatori, tra i quali professori e ricercatori di lingue e letterature nordiche, hanno presentato molteplici suggerimenti per approfondire la conoscenza delle opere di questo “inafferrabile” intellettuale e dei loro numerosi temi: il rapporto di Strindberg con natura, le sue relazioni con le figure femminili, la religione e i miti d'Oriente e d'Occidente. Per la vastità e per la rilevanza della sua produzione, nella quale sono stati praticamente affrontati tutti i generi letterari, Strindberg stato riconosciuto come uno dei massimi letterati scrittori del mondo: la sua vita fu tumultuosa, intessuta di esperienze complesse e guidata da scelte radicali e contraddittorie. Fulvio Ferrari dell’Università di Trento, Anna Maria Segala della Sapienza di Roma e Giuliano D’Amico dell’Università di Volda (Norvegia) hanno proposto una “lettura scientifica e magica” di Inferno, il noto romanzo autobiografico di Strindberg, e del periodo "post-Inferno", quando nel 1891 lo scrittore svedese divorziò e andò a vivere a Berlino, iniziando a interessarsi alle scienze naturali e all’alchimia. La sua crisi coniugale, contemporanea alla nascita del movimento femminista, potrebbe spiegare in parte la sua visione misogina. Risolto il malessere spirituale, lo scrittore tornò in patria e si occupò ancora di teatro: Angela Iuliano dell’Orientale ha presentato la riscrittura di Ett drömspel di Strindberg nella regia di Ingmar Bergman, mentre Andrea Meregalli dell’Università Statale di Milano ha parlato di “Realismo e mito strindberghiani sulle scene milanesi 2011-12”, trattando non solo dello Strindberg drammaturgo, ispirato da Shakespeare, ma anche del regista “capace di stupire e assoggettare i cervelli alle sue suggestioni”. Misticismo e psicanalisi, fotografia e poesia sono altre chiavi per leggere e scoprire questo uomo d’arte: Maria Cristina Lombardi dell’Orientale, Massimo Ciaravolo dell’Università di Firenze e Massimiliano Bampi dell’Università di Venezia hanno delineato una sorta di ricostruzione del mito nordico nell’opera di August Strindberg, mentre Camilla Storskog dell’Università Statale di Milano ha mostrato il mito come modello interpretativo della realtà, proponendo un intervento sugli adattamenti di Röda rummet e Inferno in chiave fumettistica.

A conclusione del convegno, presso il Teatro Nuovo di Napoli, stata rappresentata la pièce Kristina (1902) di August Strindberg, tradotta e rielaborata (con il titolo di "La prova di Kristina") dagli studenti del Laboratorio di traduzione svedese dell’Orientale coordinato da Maria Cristina Lombardi con la collaborazione di Catarina Benkö. “La scelta di mettere in scena Kristina nasce innanzitutto dal lavoro di questi due anni e dalla collaborazione su questo testo da noi tradotto con l’Università Gävle di Svezia” – ha affermato Maria Cristina Lombardi – “inoltre, la figura di Kristina, la regina Cristina di Svezia, interessante perché la testimonianza dei contatti tra la Svezia e l’Italia, e, nell'interpretazione strindberghiana, un’immagine della donna moderna di fine secolo”.

Annacarla Tredici - Direttore: Alberto Manco

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