Appello per la Chiesa di San Giacomo degli spagnoli
Appello per la Chiesa di San Giacomo degli spagnoli
Dal 22 al 25 ottobre 2014 si è tenuto tra Napoli e Pozzuoli un Convegno Internazionale di Studio su Pedro de Toledo, il grande vicerè che, nel suo ventennio di governo alla metà del Cinquecento (1532-1553), dette un volto moderno alla città di Napoli, costruendo, tra l’altro, la strada che oggi porta il suo nome ed il Castello di Sant’Elmo.
Per quattro giorni, studiosi venuti da tutta Europa hanno analizzato la figura del Toledo e le articolazioni culturali della capitale durante il suo governo (Napoli come città plurilingue, le biblioteche, i circoli, le accademie, le testimonianze poetiche e storiografiche nate intorno alla sua corte, l’imponente eredità di opere di pittura, scultura e architettura).
I relatori e i partecipanti al Congresso hanno potuto visitare la Basilica di San Giacomo degli Spagnoli, altro importante monumento fatto edificare dal viceré, constatando con raccapriccio lo stato di estremo degrado in cui si trovano l’edificio e le importanti opere d’arte che esso contiene, tra cui il sepolcro monumentale di Pedro de Toledo, uno dei capolavori della scultura europea del Rinascimento.
Lo scandaloso stato della chiesa di San Giacomo ha mosso le coscienze di tutti i partecipanti al Convegno, che hanno ritenuto necessario rivolgersi alle autorità competenti con il seguente appello:
Appello
Gli studiosi e i partecipanti al Convegno Internazionale di Studio su Rinascimento meridionale. Napoli e il viceré Pedro de Toledo (1532-1533), rivolgono ad ogni autorità competente un appello, affinché si intervenga immediatamente ad arrestare il degrado della grande Basilica napoletana di San Giacomo degli Spagnoli che, a dispetto della sua enorme importanza storica, architettonica, artistica, versa in condizioni di estremo degrado.
La Basilica contiene uno dei capolavori della scultura europea del Rinascimento, il sepolcro di Pedro de Toledo, che, restaurato pochi anni fa (2008-2009), rischia di deteriorarsi rapidamente a causa delle pessime condizioni ambientali in cui si trova l’edificio. In uno stato assai più preoccupante si trovano altre più fragili opere contenute nella Basilica. È il caso della serie dei grandi dipinti su tavola, realizzati da alcuni fra i maggiori pittori del Cinquecento, attaccati dall’umidità, dai tarli e dalle muffe. Per alcuni le condizioni appaiono già disperate; altri, pur restaurati da qualche anno (è il caso della grande Crocifissione di Marco Pino da Siena), sono di nuovo a rischio.
I relatori al Convegno si appellano alle autorità affinché nei tempi più rapidi possibili si possa:
1) Eseguire un immediato monitoraggio delle condizioni di tutte le opere d’arte contenute nella Basilica.
2) Ricoverare in ambienti più salubri le opere che, nelle condizioni attuali, rischiano letteralmente di perire nel giro di poco tempo.
3) Restaurare l’intera Basilica ed il suo patrimonio artistico, o almeno riportare l’ambiente in condizioni tali da permettere la sopravvivenza delle opere e la loro fruizione da parte dei cittadini e dei visitatori.
Firmato
I membri del comitato scientifico del Convegno
Mercedes Blanco
Pierre Civil
Araceli Guillaume-Alonso
Giovanni Muto
Riccardo Naldi
Encarnación Sánchez Garcia
Carlo Vecce
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