Conferimento della Laurea Honoris Causa a Jean-Pierre Vernant
Conferimento della Laurea Honoris Causa a Jean-Pierre Vernant
“Ci si conosce e ci si costruisce mediante il contatto e lo scambio con l'altro. Tra le rive dello stesso e dell'altro, l'uomo è un ponte”
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26 maggio 1999 – Nell'aula delle Mura Greche dell'ex Istituto Universitario Orientale, oggi Università degli studi di Napoli “L'Orientale”, viene conferita dalla Facoltà di Lettere e Filosofia la Laurea Honoris Causa in “Lettere” a Jean-Pierre Vernant, professore onorario al Collège de France e personalità di grande rilievo nel panorama culturale internazionale.
Alla presenza di un pubblico numeroso e delle autorità accademiche, si dà inizio alla cerimonia per il conferimento della Laurea Honoris Causa con i Saluti del Rettore Mario Agrimi e il discorso del Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia Riccardo Maisano.
Laureato in filosofia, studioso di storia e di antropologia, e specialista d'antichità classica e non solo, Jean-Pierre Vernant appare come una figura di difficile definizione. Attivo nella Resistenza francese durante la Seconda Guerra Mondiale – con lo pseudonimo di “Colonel Berthier” – nel 1946 fu insignito della Legione d'Onore per aver organizzato la liberazione di Tolosa il 19 e 20 agosto del 1944. Al termine del conflitto continua con l'impegno civile e politico – collabora con la rivista Action per la quale cura una rubrica di politica estera, si schiera contro le guerre d’Indocina e d’Algeria – e continua con l'impegno negli studi e nella ricerca: dal 1948 entra a far parte del CNRS, dove resterà fino al 1957, anno in cui diventa Direttore di uno dei settori di ricerca della École Pratique des Hautes Études, fino al 1975, mentre nel l964 fonda e dirige fino al l985 il Centro di Ricerche Comparative sulle Società Antiche (oggi Centre Louis Gernet).
Proprio negli anni in cui viene fondato il Centro ha inizio il lungo e fecondo rapporto con l’Orientale in cui Jean-Pierre Vernant trova quel contesto di scambio e confronto costante tra esperti di settori disciplinari differenti cui tende da sempre. Esemplare, in questo senso, in riferimento anche a quelle che sono le caratteristiche dell'Ateneo partenopeo, una sua citazione tratta da La Traversée des frontières: “Ci si conosce e ci si costruisce mediante il contatto e lo scambio con l'altro. Tra le rive dello stesso e dell'altro, l'uomo è un ponte” (tr. it. Senza frontiere. Memoria, mito e politica, Raffaello Cortina, Milano, 2005, p. 170).
Il professore Bruno D'Agostino durante la Laudatio Academica traccia il profilo dell'uomo e dello studioso la cui ampia influenza, in Francia e non solo, ha superato i confini dell'ambito specialistico che gli era proprio per confluire anche in ambiti dei quali in realtà non si era mai addentrato personalmente, come l'archeologia o la storia dell'arte. Una personalità in cui si intrecciano la costante passione per lo studio – e per la comprensione delle società del passato così come quelle del presente – il profondo interesse per la natura umana, una visione fortemente etica e un sincero impegno civile e politico.
Sottolineando lo spessore dello studioso, il professore D'Agostino descrive così la figura di Vernant: “Vernant ha esplorato i testi, i miti, le immagini, ricostruendo una storia della mentalità della Grecia antica: un mondo in cui gli dei si mescolano con gli uomini, e ancora al tempo di Erodoto la storia a volte si confonde con il mito, e tuttavia la concezione della condizione umana è profondamente laica. […] Ciò che viene colto, alla fine, è un processo evolutivo, ma Vernant è immune da tentazioni teleologiche: non concepisce mai il prima come un dopo imperfetto, il mondo esiodeo come la crisalide da cui nascerà la polis: egli entra in sintonia con i vari momenti di questa storia, dispiegandoli nella loro positività, ciascuno come portatore di una propria realizzata visione del mondo”.
Una visione in cui l'interesse dell'antropologo e quello dello storico si coniugano per consentire allo studioso di comprendere i “modi alternativi di ordinare l'universo sensibile, e di garantire all'uomo la possibilità di operare in esso” – queste le parole di D'Agostino, che continua spiegando che – “il bisogno di ritornare alle radici più profonde della cultura europea è prima di tutto una necessità etica […] questa visione etica, che assegna il primato alla radice sociale dell'uomo”.
Se Jean-Pierre Vernant ha rappresentato uno stimolo per lo studio e la ricerca in una prospettiva ben più ampia di quella dei soli studi dell'antichità, lo si deve soprattutto all'apertura che ha caratterizzato il suo pensiero: l'attenzione per la psicologia della storia dovuta all'incontro con Ignace Meyerson che lo introdusse a Louis Gernet e alla sua influenza nell'ambito degli studi sull'antica Grecia; l'interesse verso un approccio strutturalista capace di offrire una chiave di lettura per la comprensione dell'uomo inteso come essere sociale; l'importanza data al ruolo dell'immagine e ad una più ampia dimensione simbolica; e, ancora, ma non meno importante, un approccio profondamente comparativo come testimoniano le parole pronunciate dallo stesso Vernant nel corso della lezione inaugurale tenuta nel 1975 al Collège de France: “le nostre ricerche presuppongono […] intersezioni e convergenze a tutti i livelli [...] un’analisi che intreccia strutture religiose, categorie di pensiero, pratiche sociali”.
Dopo una collaborazione più che ventennale, quindi, l'Orientale ha inteso conferire la Laurea Honoris Causa a colui che tanto ha rappresentato per gli studiosi di antichistica dell'Ateneo, e non solo. Per concludere, cercando di sintetizzare una figura così complessa come quella finora descritta, sembra opportuno riprendere ancora una volta le parole dello studioso: “Ho studiato la Grecia antica per più di mezzo secolo: la religione, la letteratura, le istituzioni, le arti plastiche, le scienze, la filosofia. Per comprenderle meglio ho cercato di farmi greco interiormente, nei miei modi di pensare e nelle mie forme di sensibilità. Che lezioni ne ho tratto? Anzitutto l’esigenza di una totale libertà di spirito: nessun divieto, nessun dogma, in nessun campo, deve ostacolare una ricerca critica, un’indagine priva di pregiudizi. Poi, che il carattere umano dell’uomo è legato alla sua condizione di cittadino, alla sua partecipazione attiva a una comunità di eguali in cui nessuno può esercitare alcun potere di dominio su un altro. E infine che il mondo di cui facciamo parte è bello, questo mondo che è infinitamente più grande di noi e può distruggerci, ma di cui dobbiamo accettare con gratitudine, come un dono, tutte le occasioni che ci offre per scoprire le meraviglie che racchiude, le sue luci accanto alle sue ombre e alle sue notti”, (discorso tenuto in occasione del conferimento della Laurea honoris causa nell’Università Masaryk di Brno; in Senza frontiere. Memoria, mito e politica, Raffaello Cortina, Milano, 2005, p. 141).
Scarica la brochure realizzata in occasione del conferimento in formato PDF
Scarica il testo della Laudatio di Bruno D'Agostino in formato PDF
Scarica il contributo J.P. Vernant, P. Vidal-Naquet e L'"Orientale", di Bruno D'Agostino in formato PDF
Scarica il contributo La volonté de comprendre di J.-P. Brun, A. Schnapp e M. Segonds-Bauer, in Actes du Colloque en hommage à Jean-Pierre Vernant et Pierre Vidal-Naquet - Naples, 24-27 novembre 2008 in formato PDF
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Non farti cadere le braccia - Edoardo Bennato