I nostri studenti: da Napoli sulla "Via del Taiko". Intervista a Maria Vitiello
I nostri studenti: da Napoli sulla "Via del Taiko". Intervista a Maria Vitiello
Maria Vitiello, studentessa all'Università "L'Orientale", racconta come la scoperta del Taiko le ha cambiato la vita.
Maria Vitiello, innanzitutto può spiegarci cos'è il Taiko e cosa vuol dire seguire il TaikoDo?
In Giappone, sin dall’antichità, si è tramandata l’essenza dello spirito giapponese attraverso arti tradizionali quali ad esempio il JūDō, la Via della cedevolezza, il KenDō, la Via dell’arte della spada, il ChaDō, la Via del tè o lo ShoDō, la Via della calligrafia.
Percorrere la Via del Taiko, il TaikoDo, è cercare il suono come espressione di armonia, di collaborazione, di uso del cuore e dell’energia. Seguire il TaikoDo è avere un’opportunità per migliorare se stessi e svolgere al meglio il proprio ruolo nella vita. Significa concorrere ad un risultato artistico a cui come individui singoli non possiamo pervenire, sentirsi responsabili e partecipi di una tradizione.
Con la parola giapponese Taiko si intende sia lo strumento – il tamburo – che il genere musicale. Il Taiko, da sempre presente nella musica popolare e religiosa, è considerato uno strumento magico, capace di risvegliare poteri misteriosi.
Veniva usato per impartire comandi agli eserciti e, in epoca feudale, come mezzo di comunicazione tra il castello ed il paese sottostante. Nel Buddhismo accompagna la lettura dei sūtra e scandisce le ore di lavoro al tempio. Inoltre il Taiko è presente negli spettacoli classici del teatro Kabuki e del teatro Nō, utilizzato per evocare negli spettatori l’immagine dei suoni della natura. Negli ultimi decenni è diventato anche una forma di spettacolo a se stante e sono sorti numerosissimi gruppi in tutto il Giappone; ha iniziato a farsi conoscere anche all’estero con la nascita di esecutori Taiko non giapponesi.
Un esempio è il KyoShinDo.
Esatto. KyoShinDo è il nome del gruppo italiano di Taiko che ha sede sull’Appennino ligure, tra Genova ed Alessandria. Si propone di diffondere la conoscenza del Taiko in Italia attraverso l’insegnamento e gli spettacoli. I membri sono stati più volte in Giappone per approfondire lo studio direttamente dai Sensei, così come vuole la vera tradizione giapponese.
I membri fondatori sono Cristina Ottaggio, i figli Stefano e Chiara Parisi e il marito Mirco Taddei. Chiara, prima di andare in Giappone a studiare il Taiko, è stata anche lei una studentessa di lingua giapponese all’Orientale.
Il KyoShinDo segue lo stile MitsuUchi, tipico della regione Hokuriku, proposto dal Maestro Kurumaya Masaaki. Questo stile usa una base ritmica sempre uguale su cui i suonatori si alternano nell’esecuzione di un assolo, ognuno con qualità diverse. Inoltre il KyoShinDo esegue canzoni del compositore giapponese Joji Hirota, composizioni per ritmi Taiko secondo uno stile più moderno. Il gruppo studia e ricerca anche altri stili tradizionali, per poter un giorno presentare il Taiko in Italia in varie forme.
Qual è stato il suo primo contatto con il Taiko?
Il primo contatto è avvenuto diversi anni fa, durante il mio primo viaggio in Giappone, mentre passeggiavo per i quartieri più periferici di Tōkyō. Per puro caso ho avuto la fortuna di assistere ad un’ esibizione in strada. Ricordo questo gruppo di ragazzi e ragazze giapponesi che suonavano con un bellissimo sorriso e con grande energia, rimasi davvero molto colpita! Ritornata in Italia cercai informazioni su eventuali corsi, ma non trovai molto. Intanto, avevo iniziato a praticare il Karate, e proprio lì al dōjō conobbi il mio compagno che mi informò dell’esistenza del Centro Studi TaikoDo a Genova. Nel giro di poche settimane era iniziata la mia avventura.
Quando ha capito che il Taiko era la sua “via”?
La scelta di seguire un percorso professionale è stata pressoché immediata. Ho sentito da subito che il Taiko era destinato ad essere una parte davvero importante della mia vita, quindi ho cercato sin dai primi seminari di impegnarmi dando il massimo, seguendo i consigli e gli insegnamenti dei miei maestri e dei membri più anziani. Inoltre questa passione si è combinata perfettamente con il mio percorso di studi; grazie all'Orientale ho conosciuto il mondo giapponese letterario e storico, mentre attraverso il TaikoDo ho iniziato a vivere realmente ciò che avevo solo potuto leggere, comprendere a poco a poco il vero significato del rispetto, dell’aiuto reciproco e dell’importanza del gruppo, non soltanto del singolo individuo.
In cosa consiste un seminario?
I seminari sono corsi residenziali presso l’Honbu Dōjō del KyoShinDo. I membri del KyoShinDo, dopo un apprendistato direttamente in Giappone, adesso ricevono l’insegnamento nel loro centro, chiamando i Maestri dal Giappone, dall’Europa e dall’America. A loro volta, tengono dei corsi agli allievi insegnando l’importanza della collaborazione non solamente nell’esecuzione dei brani Taiko, ma anche durante la vita quotidiana.
Quindi i seminari sono corsi intensivi, che vanno dai tre giorni fino ad una settimana, durante i quali si pratica il Taiko e si collabora nelle pulizie del Centro e nella preparazione dei pasti, così come si fa nei centri giapponesi.
Come è cambiata la sua vita dopo questa scelta?
La mia vita è cambiata tantissimo, potrei dire sotto ogni aspetto. Seguire la Via del Taiko non è solo imparare ad eseguire dei ritmi sul tamburo; il lavoro che ho fatto e che sto facendo su me stessa è davvero grande, so di essere cambiata molto rispetto ad un tempo. Ma la strada è ancora lunga!
A livello pratico, sono felicissima quando posso trascorrere lunghi periodi all’Honbu Dōjō, ma capita che per gli impegni che ho a casa o all’Università mi ritrovo a fare su e giù con treni e aerei. In quei casi il peso della distanza si fa sentire, ma nonostante ciò ne vale davvero la pena.
A volte conciliare lo studio con tanti impegni può essere davvero molto faticoso, ma nei membri del gruppo trovo sempre grande sostegno e quando si avvicina un esame sono tutti molto comprensivi. Per di più posso contare sull’aiuto di Chiara, soprattutto per l’approfondimento della lingua giapponese!
Anche la mia tesi credo che sarà legata al Taiko: mi piacerebbe poter scoprire e raccontare quanto più possibile su quest’arte splendida!
Da anni viaggia tra l'Italia e il Giappone. Che paese è il Giappone e come si pone nei confronti di una straniera che suona uno strumento tradizionale?
Il Giappone è un paese meraviglioso, mi sono sempre trovata benissimo. Mi sono sentita bene accolta e nei momenti in cui ho avuto bisogno di un aiuto, l’ho ricevuto sempre da tutti. Il modo che hanno i Giapponesi di porsi nei confronti del prossimo è davvero unico, hanno una grande gentilezza e si adoperano completamente per dare un sostegno agli altri. Quando dico che pratico il Taiko in Italia, solitamente rimangono positivamente colpiti dal fatto che gli stranieri dimostrino di apprezzare le loro arti tradizionali e che decidano di apprenderle.
Inoltre durante gli ultimi viaggi ho avuto modo di visitare il nostro Sensei a Fukui, oltre che ad assistere ad alcune feste in cui si suona un tipo di Taiko più folcloristico.
Con il KyoShinDo avete girato l'Italia per i vostri concerti. Che tipo di accoglienza avete ricevuto?
All’inizio siamo stati chiamati da associazioni culturali sul Giappone, presenti in tutta Italia, e da parte del pubblico c’è sempre stato un riscontro positivo. Successivamente abbiamo suonato in festival musicali ed eventi non riguardanti direttamente il Giappone, ricevendo sempre una buona accoglienza.
In Italia la cultura giapponese è diffusa e molto amata, come testimoniano le numerose pratiche seguite – arti marziali, arti tradizionali, lo studio della lingua. Però, a differenza che in altri paesi europei, qui da noi il Taiko è ancora poco conosciuto, per questo il KyoShinDo si impegna nella diffusione del Taiko attraverso insegnamento e spettacoli.
Facciamo un piccolo salto in avanti. Dove si vede tra dieci anni?
Questa è una domanda a cui non mi è facile rispondere. In realtà cerco di vivere al meglio il presente, perché per esperienza so che la vita è davvero imprevedibile! Solo pochi anni fa non avrei mai pensato di trovarmi dove sono ora, eppure…
Ovviamente ho dei desideri, e mi auguro di poterli realizzare; mi piacerebbe tantissimo poter mettere a frutto le conoscenze linguistiche acquisite, occupandomi di traduzioni letterarie dal giapponese all’italiano, oltre che naturalmente continuare a far parte del KyoShinDo. Ormai il Taiko è parte integrante della mia vita e i membri del gruppo sono la mia seconda famiglia.
I prossimi progetti?
Il prossimo appuntamento è il concerto del KyoShinDo il 21 settembre al Maschio Angioino di Napoli.
Subito dopo ripartirò per il Giappone per un viaggio di tre mesi. Ancora una volta avrò la fortuna di approfondire la conoscenza della lingua e della cultura giapponese nella meravigliosa Kyōto, oltre a proseguire lo studio del Taiko grazie al nostro Sensei Kurumaya Masaaki, che avrò modo di visitare a Fukui.
Francesca Ferrara - Direttore: Alberto Manco
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