L’Orientale e l’Etiopia, uno scambio di lungo corso

 

L’Orientale e l’Etiopia, uno scambio di lungo corso

Un momento della discussione

Presso la sede del Rettorato dell’Orientale è stato conferito il titolo di dottore di ricerca a tre dottorandi etiopi formati in Ateneo. Soddisfazione della commissione e dei neo-dottori di ricerca

Il 6 dicembre 2011, nella "sala del Consiglio" di palazzo Du Mesnil, Alemseged Beldados Aleho, Temesgen Burka Bortie e Temesgen Nigus Gebre Hiwot, sono stati nominati Dottori di ricerca in Africanistica. I tre neo-addottorati arricchiranno così il nuovo Dipartimento di Archeologia dell’Università di Addis Abeba e il dottorato in Archeologia della medesima Università.

Trasferitisi a Napoli nel 2008 con una borsa di studio offerta del Ministero degli Affari Esteri, i tre studiosi hanno svolto un periodo di formazione e ricerca presso il Dipartimento di Africanistica dell’Univeristà degli Studi di Napoli l’Orientale, uno dei centri più importanti e attivi a livello internazionale.

Le tesi discusse dai tre candidati rappresentano il punto di arrivo di tre interessanti ricerche condotte in ambito archeologico e etno-antropologico. Temesgen Nigus Gebre Hiwot si è occupato dell’arte rupestre nelle società pastorali del Corno d’Africa, in particolare nell’Etiopia sud-orientale; Temesgen Burka Bortie ha invece analizzato la produzione del ferro nell’area di Wollega, in Etiopia, con un lavoro intitolato The Archaeology of Iron production in Ethiopia: ethnoarcheometallurgical case studies from Wollega; Alemseged Beldados Aleho infine si è concentrato sullo studio delle colture alimentari nell’Africa Nord-Orientale, con una tesi intitolata Paleoethnobotanical study of ancient food crops and the environmental context in North-East Africa, 6000 B.C. 200/300 A.D. Un dato di importanza assoluta presente nella tesi di Alemseged, rilevante proprio per lo studio dello sviluppo dei sistemi agricoli africani con le loro peculiarità in termini di tecniche e coltivi, è la più antica evidenza di sorgo coltivato (II millennio a.C.) ed è stato documentato proprio sulla base di reperti da raccolti nel 2010 dagli archeologi dell'Orientale che animano il dottorato.

Queste tre ricerche rispecchiano bene lo spirito del dottorato in Africanistica dell'Orientale. Unico nel panorama nazionale e probabilmente europeo, esso accoglie competenze e interessi molto disparati: dall'archeologia alla storia contemporanea passando per linguistica e filologia, proprio nell'ottica dello studio dei processi e fenomeni di lunga durata (appunto come pastoralismo, coltivazione, metallurgia, gli argomenti delle tesi). L'ottica è quella di un dottorato che ha a cuore la documentazione e lo studio dei sistemi di adattamento tradizionali anche finalizzati all'analisi dei modelli di sviluppo e, in prospettiva, alla pianificazione di uno sviluppo ecosostenibile. Ciò senza dubbio rispecchia l'impostazione dei coordinatori (Alessandro Triulzi e, dopo il pensionamento di quest'ultimo, Cristina Ercolessi) e del collegio dei docenti.

La discussione delle tesi da parte dei tre studiosi africani rappresenta una tappa di un rapporto destinato a continuare tra L'Orientale e l'Addis Ababa University, con cui l'antico ateneo partenopeo ha una convenzione pluridecennale, coordinata da Alessandro Triulzi. Ciò avverrà, ad esempio, con il coinvolgimento organico di uno dei tre colleghi etiopici, Alemseged Beldados Aleho, neo-direttore del Dipartimento di Archeologia dell'Addis Ababa University, nelle attività della missione archeologica dell'Orientale nel Sudan orientale che, avviata da Rodolfo Fattovich nel 1980, si svolge ora sotto la direzione di Andrea Manzo.
 
L’Orientale vanta dal 1974 un insegnamento specificamente dedicato all’archeologia dell’Etiopia, fondato dal professor Rodolfo Fattovich e coinvolto in vari programmi internazionali per la valorizzazione e tutela del patrimonio etiopico. Il conferimento del titolo di Dottore di ricerca in Africanistica a questi tre studiosi etiopi rappresenta quindi un momento di rilievo nel rapporto tra l’Orientale e quella area specifica del continente africano. Un rapporto fatto di scambi e stima reciproci, che contribuisce a rendere l'Orientale un solido punto di riferimento culturale al centro del Mediterraneo. 

Davide Aliberti

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