Le voci poetiche del corpo
Le voci poetiche del corpo
Il Centro di Medicina Tradizionale di Napoli e il Centro Archivio delle Donne hanno presentato alla Fonoteca di Napoli (Via Morghen, 31/c) il libro “Le voci poetiche del corpo. Esperienze di shiatsu e di poesia” di Nunzia Caronte.
“Per questo libro di Nunzia Caronte, la mia mente ritorna a un frammento della poetessa greca Saffo, che nel VII secolo a.C. scriveva: «Togli il pianto… sei nella casa del poeta tu»”: è con queste parole che Marina De Chiara apre la presentazione di “Le voci poetiche del corpo. Esperienze di shiatsu e di poesia” (Aracne, 2012, pp. 200) di Nunzia Caronte, Operatrice Shiatsu presso la Scuola del Centro di Medicina Tradizionale di Napoli e allieva diretta del maestro Shizuto Masunaga, studioso di medicina tradizionale cinese e giapponese. La figura del poeta comincia dunque ad assumere le sembianze insolite di colui o colei che riesce a curare l’anima e il corpo attraverso le parole, “portando alla luce qualcosa che non c’era” per usare le parole di De Chiara. È accanto a questa figura che si colloca quella dell’operatore shiatsu che specularmente si mostra capace di decodificare i messaggi del corpo – e quindi dell’anima –soprattutto quando questi, disorientati, cercano aiuto. È allora che il corpo diventa casa, spazio accogliente in cui è possibile ritrovare il dialogo con se stessi e con gli altri. In un percorso fatto di frammenti, di immagini e di poesie – proprie e di altri – Nunzia Caronte offre lo spettacolo di chi si è sottoposto alla cura: Guglielmo Grillone, co-fondatore della “Scuola di Shiatsu del Centro di Medicina Tradizionale di Napoli” e compagno di vita dell’autrice parla dello shiatsu come fondamento della nostra vita, cercando di sfatare gli stereotipi tanto spesso legati all’argomento. “La terapia – afferma Grillone – aiuta a vivere meglio. Il corpo ci parla e per chi sa cogliere i suoi messaggi è facile sentire gli squilibri tra le parti”. Il monito è quello di andare avanti “veri” e “interi” non lasciando che il mondo interiore rimanga indietro. Norma Trogu, illustratrice del libro, è intervenuta poi con un videomessaggio in cui si è detta “affascinata da ciò che Nunzia diceva soprattutto perché si parlava di corpo, un universo che può essere considerato completo solo quando questo non viene separato dal resto”. Nunzia Caronte ha dunque commentato l’opera innanzitutto sottolineando la sua necessità di fondere la sua voce a quella di altre persone: la sinergia che si crea con sua madre, con le illustrazioni della pittrice italo-argentina ma anche con le parole delle altre poetesse appare forte, in una sorta di completamento dei sentimenti. Il libro, ci svela Caronte, è stato creato in sole tre settimane. A ridosso della scomparsa della sua maestra di shiatsu e dell’anniversario della morte della madre, la necessità di scrivere si imponeva con sempre più veemenza ed è così che ha deciso di mettere per iscritto le storie dei suoi uke, i pazienti. Giulia y melocotón, El hombre que quería volar, Blanca, sono solo alcuni di questi personaggi, immortalati nei dipinti di Norma Trogu, che il pubblico ha potuto conoscere attraverso le parole di Nunzia Caronte – lette per l’occasione dall’attrice Chiara Orefice – in un percorso emozionale fatto di stralci di immagini, di piccoli accenni, di frammenti poetici.
Francesca De Rosa
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