Nasce I-Land
Nasce I-Land
Dieci atenei, quasi tutti del Sud, hanno creato I-Land: il centro di ricerca interuniversitario che intende portare avanti analisi di tipo linguistico rispetto a concetti come diversità, identità (linguistica, culturale, ma anche di genere) e linguaggio. Il progetto è nato dall’idea di un gruppo di docenti che, dopo aver organizzato un primo convegno a tema “Languaging diversity” a Napoli, ha intuito che proseguire il lavoro di ricerca in questo campo, istituzionalizzandolo attraverso la creazione di un apposito consorzio, sarebbe stato un lavoro utile alla società intera, oltre che a studenti e docenti.
I rettori dell’università degli studi di Napoli L’Orientale, della Federico II, del Suor Orsola Benincasa, della Seconda università di Napoli, dell’università di Salerno, dell’università degli studi di Cagliari, dell’università degli studi di Catania, dell’università degli studi di Sassari, dell’università del Sannio e di quella del Molise hanno firmato la convenzione per dare il via alle attività del centro, inaugurato questo mese all’università L’Orientale che di I-Land è anche la sede, presso il dipartimento di Studi letterari, linguistici e comparati.
I-Land, tanti atenei per un’analisi interdisciplinare
Il lavoro del centro-analisi del discorso dei media e della società, con particolar attenzione alle rappresentazioni identitarie e della diversità - si muoverà in chiave non solo interuniversitaria, ma anche interdisciplinare: linguisti anglisti, psicologi, ispanisti, giuristi comparati, antropologi, linguisti italiani, ma anche docenti e studenti di altre discipline saranno coinvolti al fine di ottenere un’analisi a 360 gradi. «Perché - spiega il Direttore di I-Land, professor Giuseppe Balirano - anche solo tramite il nostro modo di parlare possiamo lavorare sulla capacità di essere “inclusivi”. Sono infiniti i casi di registri linguistici errati, nel linguaggio comune o in quello dei media, che sfuggono al nostro controllo. Va detto, invece, che la stampa inglese, quella americana - così come anche quella spagnola e quella portoghese - sono molto più attente nel loro linguaggio». Balirano ha tenuto a specificare che la scelta dell’Orientale come sede del centro non è stata casuale: «Il nostro è un ateneo che da sempre tende all’inclusività – ha spiegato - un esempio ne è il fatto che, se oggi tutti parlano del doppio libretto per persone transgender, noi siamo stati tra i primi a farlo davvero. E’ per questo che il seminario inaugurale è stato proprio “Transgender e pratiche di cambiamento in ambito universitario”. Il problema dei bambini e delle bambine transgender, infatti, è ancora un tabù in Italia, come quello delle persone intersex, quasi come se non esistessero. L’Asnu (Associazione americana di persone intersex) afferma invece che le persone intersex sono circa 1 ogni 1.600. La lingua fonda la realtà. Utilizzando modelli linguistici non corretti, escludiamo la possibilità di considerare queste persone come reali. Lo stesso vale per i migranti che, sempre attraverso il processo linguistico, possono sentirsi più o meno “inclusi” nella società che li accoglie. L’università, in quanto luogo di cultura, deve essere un passo avanti su tematiche di tipo sociale. E’ quindi fondamentale che indagini di questo genere trovino negli atenei un terreno fertile sul quale appoggiarsi e crescere».
I prossimi passi di I-Land
Il centro I-Land oltre alle problematiche legate al gender, soprattutto in ambito traduttivo, si occupa anche di minoranze etniche e della loro invisibilità. Unendosi in un unico centro studi, i dieci atenei coinvolti nel progetto ambiscono a partecipare a lavori di ricerca a livello europeo.
Al primo incontro, tra gli altri, ha infatti preso parte anche la dottoressa olandese Jacomien T J Amsterdam (del Centre for european development) per discutere della possibilità di migliorare l’accesso al mercato del lavoro internazionale di studenti italiani e olandesi, attraverso lo sviluppo di progetti europei in partenariato. Si è così stabilito che la prossima mossa di I-Land sarà proprio avviare una collaborazione con l’Olanda che coinvolga anche docenti e studenti di discipline che, per il momento, non rientrano in I-Land (ad esempio ingegneri e architetti). Le tappe del progetto sono ancora da definire. Per il momento, è pronto a partire un progetto pilota che coinvolgerà sedici studenti di cui otto italiani - che partiranno nell’arco di quest’anno accademico alla volta dell’Olanda - e altrettanti corrispettivi olandesi che saranno accolti dai nostri atenei. Prima l’Italia e poi l’Olanda saranno quindi sede di questo esperimento che ha come obiettivo di accrescere le possibilità di inserimento professionale degli studenti, portando avanti un’indagine di tipo internazionale, un profondo scambio culturale e una mirata sensibilizzazione, in primis, tra i giovani studenti.
Se la convenzione ha dovuto fare un giro dell’Italia lungo quattro anni, per essere sottoscritta da tutti i rettori degli atenei interessati, le attività del centro hanno invece avuto inizio in via informale già tre anni. I-Land, infatti, ha già all’attivo diverse pubblicazioni e, ogni anno, per discutere dei temi oggetto di ricerca, viene organizzata una nuova edizione di quel convegno internazionale, “Languaging diversity”, che fu spunto per il progetto stesso.
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