Nord Africa e Medio Oriente visti dal cinema
Nord Africa e Medio Oriente visti dal cinema
Continua il seminario interdisciplinare su “Giovani, società e diritti di cittadinanza in Nord Africa e Medio Oriente: uno sguardo attraverso il cinema”. Ne abbiamo parlato con una delle organizzatrici, docente in Storia della Critica e del Cinema all’Orientale, Luigia Annunziata
Professoressa Annunziata, il seminario che si sta tenendo e che si protrarrà fino alla fine di aprile, su cosa verte?
Con Anna Maria Di Tolla ed Ersilia Francesca abbiamo scelto una serie di film di produzione recente provenienti da Tunisia, Marocco, Iran e anche documentari realizzati da cineasti europei che gettano il loro sguardo verso l’Egitto, come il documentario di Stefano Savona. Insieme abbiamo deciso di focalizzare la nostra attenzione su questi paesi, soprattutto riguardo le tematiche giovanili pensando che questo potesse essere un argomento di interesse per gli studenti, per riportare la loro attenzione sulle questioni sociali e politiche di questi paesi.
Un seminario tutto rivolto agli studenti...
Sì, assolutamente. Il nostro obiettivo è proprio creare momenti di approfondimento su questi paesi attraverso la forma cinematografica.
Come riportato nel titolo del seminario: “Uno sguardo attraverso il cinema”. Che tipologia di “sguardo”?
Proprio durante l’incontro dedicato ai giovani e al Marocco, col film di Leila Kilani, una cineasta marocchina, alle prese con la sua opera Sur la planche abbiamo cercato di soffermarci sulla forma e su come questi registi raccontano queste storie. Quindi l’approccio non è unicamente utilizzare questi film per affrontare delle tematiche ma anche analizzare il linguaggio scelto dai registi.
Vi saranno delle relazioni tra i vari incontri?
Ci saranno due tavole rotonde. Ovviamente il tempo a disposizione durante questi incontri seminariali è piuttosto breve: c’è la visione del film o documentario e poi un piccolo spazio di dibattito con gli studenti. Intanto durante i seminari intervengono docenti tra cui alcuni professori dell’Orientale.
Sappiamo anche dell’intervento di altri esponenti del mondo culturale più in generale come: Carlo Damasco (direttore artistico), Paolo Speranza (cinemasud) e altri ancora…
Si, c’è un'osmosi tra l’interno e l’esterno. Abbiamo avuto, per esempio, il primo incontro col professore Fabio Amato con il quale abbiamo visto Touki Bouki di Djibril Diop Mambety, un film cult della cinematografia africana. Vorrei sottolineare l’importanza dell’interdisciplinarietà di questi incontri perché, in quell’occasione, grazie al professore Amato, abbiamo avuto modo di guardare il film, la città, la struttura, la sua architettura, e vedere come tutto questo interagisce con la storia che Mambety ci racconta.
Come docente di Storia della Critica e del Cinema, come considera lo sguardo che a questi fenomeni dedica, attraverso la narrazione, il cinema del Nord Africa e del Medio Oriente?
Estremamente interessante perché sia in Egitto che in Tunisia la produzione cinematografica ha subito dedicato attenzione a quello che accadeva sia sotto forma documentaristica che come film di finzione. Quindi il cinema è estremamente importante come strumento di racconto ma anche di analisi.
Sono ben noti gli elementi e le dinamiche culturali che tengono legati l’Africa del Nord ed il Medio Oriente. La medesima cosa si può dire per il cinema nordafricano e mediorientale?
Direi di no. Ci sono cinematografie molto diverse e punti di riferimento diversi. Quello che sta accadendo nel seminario vuole proprio sottolineare le diversità culturali e di linguaggio.
Per concludere: la comunicazione attraverso Internet e i social network è stata considerata fondamentale nel contesto della cosiddetta “primavera araba”. Crede che anche il cinema, come istituzione culturale di assoluto valore, possa svolgere un ruolo importante o addirittura di condizionamento delle comunità in rivolta?
Io penso che il ruolo del cinema sia suscitare la riflessione mentre i social network sono un mezzo di comunicazione. Il cinema viene dopo e ci fa riflettere e quindi senz’altro sono due mezzi che corrono paralleli e che talvolta si intersecano. Molti video realizzati con i videofonini e molti estratti di Youtube sono finiti in film di finzione, ad esempio, quindi possiamo sicuramente dire che il cinema ha inglobato questi nuovi linguaggi.
Davide Maffei - Direttore: Alberto Manco
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