Occupy the Network, il movimento e la Rete
Occupy the Network, il movimento e la Rete
Una conferenza a Palazzo Giusso per indagare il rapporto dei movimenti anti-austerity con il mondo virtuale
21 giugno 2013, Università degli studi di Napoli “L'Orientale” - Joan Donovan, dottoranda presso il Dipartimento di Sociologia dell'Università della California di San Diego, e attivista di Occupy LA, ha tenuto una conferenza dal titolo Protest in the Age of Information Reproduction a Palazzo Giusso. La professoressa Terranova ha introdotto la discussione presentando l'ospite e ricordando come il movimento Occupy, che era partito dalla contestazione della trasformazione del debito delle banche in debito pubblico, si sia trasformato nel tempo e sia diventato un movimento globale. L'elemento che accomuna i movimenti nati negli ultimi anni nel globo, ha detto la Donovan, è essenzialmente l'opposizione alle politiche di austerity e ai tagli dei servizi sociali essenziali. Punto centrale della conferenza, e della stessa struttura del movimento, è il rapporto con i social network e l'organizzazione che ne scaturisce la quale non si può accomunare alle strutture classiche conosciute. Negli Stati Uniti, ha sottolineato ancora la dottoranda, non ci sono piazze simili a quelle delle città europee, e la comunicazione on-line ha permesso di raggiungere quella popolazione pronta a protestare e a far nascere nuove pratiche sociali che altrimenti non si sarebbe potuto incrociare. Ma il successo di Occupy Wall Street sta nel giusto equilibrio tra l'organizzazione on-line e quella off-line. Un esempio è l'uso dell'hashtag #occupywallstreet che diventa, ha sottolineato Donovan, un vero e proprio comando che indica anche un luogo fisico preciso; ad esso vengono associati altri hashtag dai quali poi nascono nuove esperienze, come nel caso di Occupy LA. L'uso dei nuovi media, dunque, diventa centrale nella stessa formazione di pezzi di movimento; il video di alcune donne colpite dallo spray al peperoncino (tecnica usata dalla polizia per alimentare reazioni più o meno violente nei presenti più che inibire la partecipazione degli stessi alle manifestazioni) diventa virale a tal punto da scatenare la reazione e l'origine dell'organizzazione più puntuale dello stesso movimento.
L'attivismo, ha concluso Donovan, diventa così molto più sofisticato attraverso l'uso della tecnologia e lo scambio continuo e istantaneo delle informazioni. La costruzione nei campi del movimento Occupy di veri e propri centri mediatici (media tent) ha assicurato la presenza on-line 24 ore su 24 e la comunicazione costante con il network del movimento. Questo uso massiccio del Web rischia di produrre una certa ridondanza nella produzione delle informazioni e nella comunicazione, ma è stato lo strumento necessario per far incontrare diverse generazioni oltre il mondo virtuale, nelle strade delle città, sotto gli occhi del mondo intero.
Nicola Di Mauro - Direttore: Alberto Manco
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