A studente dell'Orientale "premio De Sio"

 

A studente dell'Orientale "premio De Sio"

Il 28 gennaio 2015 la Commissione giudicatrice della terza edizione del Premio di Laurea “Anna De Sio”, formata dai proff. Luca Arcari, Francesco De Sio Lazzari e Marisa Tortorelli Ghidini (presidente), dopo accurato esame effettuato sulle tesi selezionate, ha deciso all’unanimità di attribuire il premio di Euro 1.500,00 alla tesi del dott. Aniello Fioccola, laureato in Filosofia e Politica presso l’Università di Napoli “L’Orientale” (“Paganesimo: costruzione di un’idea”). Di seguito il giudizio: «La tesi di Aniello FIOCCOLA si propone di analizzare le dinamiche di formazione dell’idea di paganesimo, dalla questione terminologica alla sua connotazione religiosa. Muovendo da un’analisi dell’origine e del significato del termine paganus Fioccola passa poi a una definizione di “paganesimo” sulla base della nozione di frontiera così come elaborata da M. Augé (Génie du paganisme, 1982). Ogni definizione di religione si gioca a partire da uno spostamento su queste frontiere; è sempre un esercizio di travalicamento, un’operazione basata sulla differenziazione, sullo scarto tra due categorie o due sistemi. Tali spostamenti definiscono di volta in volta, attraverso meccanismi d’inclusione ed esclusione, ciò che è pagano e ciò che è cristiano. L’idea di frontiera consente a Fioccola di individuare una “metaforica” dell’esclusione nell’apologetica cristiana, cui rispondono strategie di esclusione in quella pagana. Le pagine finali sono dedicate alla “nozione moderna” di paganesimo, elaborata in forma di teologia filosofica (Giamblico, Proclo) tendente a dare una giustificazione razionale al politeismo greco, ma in realtà decretandone un totale svuotamento di significato. Non si perviene quindi, nella tesi, a una definizione univoca di “paganesimo”, ma si analizzano piuttosto le forme di autorappresentazione della cultura antica nello scontro con i modelli cristiani e le modifiche che tale autorappresentazione assume nel Rinascimento, fino a formulare nel capitolo finale una sorta di genealogia della nozione moderna di paganesimo. Lo studio è condotto con sensibilità critica attraverso una rigorosa analisi delle opere selezionate, e una consapevole e originale valutazione delle nozioni prese in esame. Particolarmente interessante è il tentativo di estrapolare quella che, con termine volutamente improprio, è definita una sorta di apologetica del tardo ellenismo. La bibliografia è molto ricca, ben informata e di ampio respiro». Inoltre, la Commissione, dopo attenta analisi, avendo rilevato l’ottimo livello delle tesi di laurea dei dott. Silvana Ciuonzo e Salvatore Silvestro, decide all’unanimità di attribuire a entrambi un premio di Euro 1.000,00 ciascuno. Anche la dott.ssa Ciuonzo è laureata in Filosofia e Politica presso l’Università di Napoli “L’Orientale” (“Per una filosofia della libertà. Lo Specchio delle anime semplici di Margherita Porete”). La motivazione riguardante il lavoro della Ciuonzo è la seguente: « “Per una filosofia della libertà. Lo Specchio delle anime semplici di Margherita Porete”, è una rilettura del testo della beghina dello Hainaut, attraverso un percorso storiografico, filosofico e linguistico-filologico. L'autrice parte dallo studio di Romana Guarnieri dedicato alla biografia (anche intellettuale) di Margherita e descrive con dovizia l'ambiente culturale del beghinaggio, che consentiva alle donne di liberarsi dalla tutela maschile. Alla ricostruzione biografica appartiene anche il capitolo sui rapporti tra Margherita e Meister Eckhart. Secondo l'autrice, più che d’influenza reciproca, si può parlare di humus culturale comune: i due avrebbero attinto alle stesse fonti, ma avrebbero sviluppato pensieri autonomi. Attraverso l'analisi dei codici della biblioteca di Valencienne, in cui sono confluiti i testi presenti nell'antica abbazia, è ricostruita un'ipotetica libreria di autori che avrebbero costituito il retroterra culturale del Mirouer: dal Liber viginti quattuor philosophorum, un apocrifo attibuito a Ermete Trismegisto, all'Asclepius tramandato da Lattanzio nelle Divinae institutiones, al De opificio Dei dello stesso Lattanzio; dalle Collationes di Cassiano ai trattati agostiniani, fino alle opere di Ugo di San Vittore e di Gilberto di Poitiers. Il confronto talora puntuale, così come il tentativo di ascoltare l'eco delle voci degli autori citati nel testo della colta beghina, consentono all’autrice di rilevare come Margherita mantenga una propria originalità e una capacità di pensiero autonomo rispetto alle fonti individuate. La terza e ultima parte del lavoro ripercorre, con Romana Guarnieri, l'autobiografia mistica di Margherita. Anche in questa sezione sono rinvenuti i precedenti letterari utilizzati dalla mistica negli exempla, nei fabliaux e nei lais, ma anche nel Roman de la rose e nel Roman d'Alexandre. L'interesse della tesi, condotta con grande attenzione critica e viva partecipazione, la sua freschezza e la sua novità, risiedono soprattutto nel percorso linguistico-filologico, nel tentativo di reperire le fonti della scrittura di Margherita, la pluralità di testi che si intrecciano nella voce dell'autrice la cui femminilità stessa per qualche secolo è stata dimenticata».

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