Antonia Rinaldi: “All'Orientale strumenti di codifica della realtà politica straordinariamente attuali”
Antonia Rinaldi: “All'Orientale strumenti di codifica della realtà politica straordinariamente attuali”
“La Facoltà di Scienze Politiche ha risposto pienamente alle mie aspettative”
Antonia Rinaldi, lei si è laureata in Relazioni e Politiche Internazionali nel 2006. Come mai ha scelto questo Corso di studi? Per sola passione o anche per l’idea che sarebbe stato più facile, dopo la laurea, trovare uno sbocco sul mercato del lavoro?
“Mi sono laureata nel 2006 (laurea specialistica) in Relazioni e Politiche Internazionali, dopo aver conseguito la laurea triennale in Relazioni Internazionali e Diplomatiche. Ho scelto questo Corso di laurea non soltanto per uno spiccato interesse verso la gran parte delle discipline del Corso, ma anche perché la preparazione offerta, nel suo complesso, mi sembrava rispondente a un ampio panorama lavorativo.”
È stata una bella esperienza, nel suo insieme? Se lo è stata, perché? Si è trovata bene nella Facoltà di Scienze Politiche?
“L’esperienza nel complesso è stata eccellente, fatto salvo qualche problema organizzativo e logistico sottolineato dalla riforma universitaria (passaggio dal vecchio al nuovo ordinamento). Ad ogni modo l’esperienza nel suo insieme è stata ampiamente positiva, soprattutto in riferimento al livello dei docenti, dei testi di riferimento, e delle attività culturali a latere. La Facoltà di Scienze Politiche, allora presieduta dal professore Alessandro Triulzi, noto africanista, ha risposto pienamente alle mie aspettative.”
Chi sono stati i docenti più significativi per la sua formazione? Quali le discipline più interessanti?
“I docenti che ricordo per aver contribuito alla mia formazione culturale sono il professore Terni (col quale ho lavorato per entrambe le tesi), i professori Mazzei e Breccia e la professoressa Arru. Non nascondo che mi ritornano in mente anche alcuni docenti che si sono distinti in senso negativo: mancanza di puntualità in primis, impossibilità di essere reperiti al ricevimento…”
Su quale tema ha fatto la tesi? L'argomento le fu suggerito o fu una sua scelta personale? Chi è stato il relatore?
“Il relatore, come già accennato, è stato il professore Massimo Terni, docente di Storia delle Dottrine Politiche. L’argomento della tesi di laurea triennale fu il naturale sbocco del corso tenuto dal professore, riguardante in linea di massima lo stato di natura (di cui io approfondii la declinazione hobbesiana). Il titolo della tesi per la laurea specialistica è stato L’idea di natura nella fisica dei corpi e nella filosofia politica di Thomas Hobbes. Ho lavorato su testi originali in lingua inglese svolgendo un lavoro di ricostruzione del pensiero politico a partire proprio dalle fonti dirette.”
Lo studio di Hobbes le ha lasciato qualche insegnamento di vita?
“Certamente. Hobbes è un realista che utilizzava il metodo del calcolo matematico anche per spiegare alcune dinamiche socio-politiche. Leggere i passaggi che hanno portato alla teorizzazione dello Stato moderno mi ha fornito strumenti di codifica della realtà politica straordinariamente attuali.”
Il suo interesse è più filosofico o politologico? Storia delle Dottrine Politiche, per alcuni aspetti, è una disciplina di confine.
“In effetti reputo molto osmotico questo confine, ed è il vero punto di forza della disciplina da me scelta, e anche del Corso di laurea. La varietà delle discipline (economiche, storico-filosofiche, antropologiche), unita a un forte interesse per le lingue, è stata la vera ragione che mi ha portato alla scelta che ho effettuato, sia riguardo al Corso di laurea che alla disciplina della tesi. Considero l’essere borderline un dato molto positivo in parecchi ambiti della mia vita, e l’Orientale offre davvero una chance a chi vuole guardare il mondo anche attraverso gli occhi degli altri, di chi, magari per orientamento politico o per ubicazione geografica, vede le cose da un differente angolo visuale. Il merito che attribuisco ai miei docenti è quello di avermi fornito strumenti critici di interpretazione, che vanno molto oltre il contenuto di un libro.”
Ha continuato gli studi, in qualche forma, dopo il conseguimento della laurea in Relazioni e Politiche Internazionali o ha iniziato a lavorare? Nel secondo caso, presso quale struttura o luogo di lavoro?
“In realtà ho iniziato a lavorare ancor prima di terminare gli studi per la laurea specialistica attraverso un tirocinio che mi ha portato una collaborazione con l’Orientale di circa sei anni, presso il Centro di Orientamento e Tutorato.”
In che cosa consisteva il suo lavoro al Centro di Orientamento?
“Ho iniziato come tirocinante (tirocinio curriculare previsto dalla LS) e ho immediatamente avuto un ottimo riscontro rispetto ai colleghi, al Presidente e alla commissione del Centro di Orientamento e Tutorato. Dopo, mi è stato affidato il compito di gestire tutto l’iter dei tirocini per i laureandi che si rivolgevano al Centro (iscrizione al servizio, orientamento, espletamento pratiche amministrative, contatto con gli Enti ospitanti); in seguito (negli ultimi due anni) ho ottenuto anche la gestione del servizio ai laureati. Per me è stata davvero un’occasione unica. Ne custodisco un ottimo ricordo per l’aspetto professionale, ma soprattutto per quello personale, che si è mostrato straordinariamente profondo.”
È stata un’esperienza che lei considera arricchente? La sua formazione ne è risultata più ampia?
“La prima esperienza di lavoro è stata per me fondamentale sia per dal punto di vista professionale che per quello personale. Molti obiettivi da me raggiunti in seguito sono certamente frutto di quella esperienza assolutamente positiva ma non priva di criticità.”
Ha conservato rapporti con docenti e laureati dell'Ateneo? Ha tuttora amici che siano stati, come lei, studenti all’Orientale?
“Sì. Ho contatti con molti dei miei docenti di cui seguo ancora pubblicazioni, partecipazione a Convegni. E sono tuttora in contatto con i miei ex colleghi dell’Università.”
Qual è il suo lavoro, adesso?
“Attualmente sono Responsabile del personale in un’azienda e ho anche funzioni di coordinamento generale.”
Se fosse possibile, andrebbe a lavorare all’estero o ritiene di aver trovato una soddisfacente sistemazione, sul piano del lavoro, in Italia?
“Non so. Ritengo per mio carattere che non bisogna mai fermarsi e cercare sempre una crescita professionale. Un’esperienza di lavoro all’estero arricchirebbe di certo il mio curriculum e mi consentirebbe di allargare i miei orizzonti.”
Francesco Messapi