Beethoven in La maggiore
Beethoven in La maggiore
Concerto di Giacomo Serra e Daniele Colombo. L. V. Beethoven: Sonata n. 2 in La maggiore op.12 e Sonata n.9 in La maggiore op. 47
Continuano gli incontri con la grande musica. A dare l’appuntamento è il professore Giovanni La Guardia, organizzatore del seminario Musica Occidentale e Orientale.
Questa settimana l’occasione è stata di quelle da non perdere. Ospiti d’eccezione Giacomo Serra e Daniele Colombo, rispettivamente maestri di pianoforte e di violino. A ospitare l’esecuzione dei due musicisti, la quattrocentesca Cappella Pappacoda, che con le sue piccole dimensioni è riuscita a creare un’atmosfera di raccoglimento adatta all’evento. Ottima l’acustica.
Il programma è stato caratterizzato da due sonate per pianoforte e violino di L. V. Beethoven: la Sonata n. 2 in La maggiore op.12 e la Sonata n.9 in La maggiore op. 47, meglio conosciuta come la “Kreutzer”.
La prima Sonata, in cui è ancora possibile sentire l’eco di tracce mozartiane – e che si colloca nel periodo giovanile e felice sul quale non grava già il peso dell’impeto romantico – è la seconda di tre sonate composte nel 1798 e dedicate ad Antonio Salieri.
La “Kreutzer”, invece, è composta nel 1803, periodo in cui il titanismo prometeico è ormai parte dello spirito di Beethoven, ed è dedicata al violinista parigino Rodolphe Kreutzer, che paradossalmente si rifiutò di suonarla perché troppo difficile. Essa rappresenta uno dei vertici della musica beethoveniana, al punto da ispirare Tolstoj che nel 1891 scrisse un racconto con lo stesso titolo (la moglie dello scrittore, in alcune pagine del suo diario, ricorda che il loro tredicesimo figlio fu concepito in seguito all’ascolto della sonata).
L’esecuzione di Serra e Colombo è stata di forte impatto ma, allo stesso tempo, di grande precisione, arrivando a toccare le corde emotive di molti tra gli studenti presenti che hanno particolarmente apprezzato. Die Macht der musik, direbbe Listz.
Il momento più intenso dell’intero programma si è rivelato il primo movimento (Adagio sostenuto-Presto-Adagio) della Sonata “Kreutzer”, dove Giacomo Serra ha impressionato per il vigore di ogni nota, impetuosa e pulita a un tempo.
Thomas Mann, nel Doktor Faustus, spiega che la dissoluzione della musica tradizionale occidentale comincia proprio con Beethoven e in particolare con la Sonata per pianoforte n. 32 e gli ultimi Quartetti d'archi. Qui, per lui, inizia quella parabola musicale che conduce alla dodecafonia di Schoenberg. La drammatica dialettica tra violino e pianoforte che non si chiude mai in un momento di conciliazione, insieme alla tensione irrisolta che caratterizza la linea melodica di ciascuno dei due strumenti, nel primo movimento della “Kreutzer”, preannunciano, forse più della rivoluzionaria Sonata per pianoforte n. 32 e degli ultimi Quartetti d’archi, l'abbandono definitivo della forma chiusa e perfetta di tutta la musica precedente, di ispirazione mozartiana.
Aniello Fioccola