19 dicembre 2008 - Università degli studi di Napoli “L’Orientale”. Conferita la Laurea Honoris Causa in Filosofia, Politica, Comunicazione al professore Jean Starobinski
Il 19 dicembre 2008, presso la Sala delle Conferenze di Palazzo Du Mensil, si è svolto il conferimento della Laurea Honoris Causa in “Filosofia, Politica, Comunicazione” a Jean Starobinski.
Nella Sala delle Conferenze, davanti ad un pubblico ben nutrito, Lida Viganoni da inizio alla cerimonia – la prima cui partecipa in qualità di Rettore dell'Ateneo – introducendo il pensatore ginevrino con queste parole: “un punto di riferimento fondamentale per la cultura del Novecento, specialmente per il contributo da lui offerto nel campo della ricerca e degli studi sull’Illuminismo e in quelli della teoria della letteratura”.
Starobinski è una figura di massimo rilievo nel panorama della critica letteraria contemporanea: studioso di letteratura e di medicina – consegue un Dottorato di ricerca in entrambe le discipline – i cui interessi di ricerca spaziano dalle scienze cosiddette dure a quelle umane, dalla psichiatria alla poesia, nel 1964 è tra i primi ad interessarsi agli studi sugli anagrammi di Ferdinande de Saussure.
Come affermato ancora dal Rettore: “Uno studioso che ha dedicato tutta la sua vita alla ricerca e alla didattica, esempio per tanti giovani che intraprendono il lungo percorso della vita accademica. Starobinski incarna i valori che vanno difesi e sostenuti nell’Università, come luogo di produzione del sapere e della conoscenza, luogo deputato a formare, prima ancora che le future generazioni di professionisti, quelle di uomini di cultura, liberi e responsabili, di cui ogni Paese ha assoluto bisogno. Sensibile, per sua stessa formazione, alle suggestioni del metodo psicoanalitico, ma duttile e sorvegliato; aperto anche a una sociologia intesa a cogliere la diffusa presenza di miti, simboli, archetipi, storico delle idee, critico storico della letteratura Starobinski attua una operazione critica che non si irrigidisce in una metodologia dogmatica ma lascia sempre spazio a nuovi scandagli ed a diversi sistemi di indagine.”
Dopo l'intervento di apertura del Rettore, la Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, Amneris Roselli, spiega le motivazioni del conferimento del titolo, ricordando innanzitutto i rapporti di lunga data che legano Jean Starobinki all'Orientale, in particolare al settore degli studi filosofici, fin dall'anno dell'istituzione della sezione di Studi Filosofici degli Annali d'Ateneo: “mi parve giusto e bello rinnovare, trent'anni dopo, questo legame di amicizia e di ospitalità”. Un legame cui farà più volte riferimento anche il professore Alberto Postigliola nel corso della Laudatio academica.
Amneris Roselli, concentrando l'attenzione sul commento del testo Anatomy of Melancholy di Robert Burton scritto da Starobinki si è soffermata sulle “belle pagine sullo sguardo di Democrito”, cercando di stabilire un parallelo tra passato e presente, tra pensatori di ieri e di oggi:
“Il Democrito dell'Epistola di Ippocrate a Damageto è un Democrito che guarda lontano, che guarda a fondo, che vuole scoprire la ragione delle cose (...) Voglio leggere la scena del dialogo sereno tra i due sapienti, mentre sulle alture tutt'intorno il popolo rumoreggia e assume atteggiamenti scomposti, come una metafora del nostro mondo presente. Vorrei che anche noi riuscissimo ad esercitare lo stesso sguardo di Democrito e di Ippocrate, lucido e profondo, e che questo esercizio ci servisse a far fronte ai mali del presente; mi auguro che possiamo tenere vivo il dialogo tra le culture.
Chiudendo l'indirizzo di saluto con le medesime parole con cui Ippocrate chiude la sua lettera, la Preside passa la parola ad Alberto Postigliola per la Laudatio accademica dal titolo Jean Starobinski, un moderne ‘en mouvement’. Partendo dai diversi interessi di Starobinski – il ruolo del mito, soprattutto nei regimi totalitaristi, gli studi sul pensiero di Rousseau e sull'idea di contratto sociale, il tema della malinconia, per citarne solo alcuni – nella Laudatio si cerca di cogliere la natura poliedrica dell'intellettuale tracciando il profilo dello studioso e dei pensatori su cui questi ha concentato l'attenzione durante la lunga carriera di studi e ricerche. Postigliola, infine, chiude il proprio intervento facendo riferimento al legame tra Starobinski e l'Ateneo partenopeo: “questo suo ulteriore ritorno all’Orientale, la cui frequentazione è iniziata, come è stato ricordato, trenta anni fa, nel 1978, con la sua partecipazione, con un memorabile contributo, al primo fascicolo dei nostri Annali di Studi filosofici, dedicato al bicentenario russoiano.”
La Lectio Magistralis Starobinski ha per oggetto ancora una volta la riflessione di Rousseau sul patto sociale: l'accurato confronto di una pagina dell'Emile – relativa ad una piacevole gita in campagna – con le diverse proposizioni in cui Rousseau si esprime sul contratto sociale in diverse opere, diventa uno strumento per mostrare le “non poche somiglianze sul piano del vocabolario, della sintassi, delle figure retoriche e, infine, del pensiero”. Attraverso un percorso linguistico, concentrando l'attenzione sui termini, sul loro uso, sulla loro occorrenza, il critico cerca di dipanare il filo del pensiero di Rousseau, e il tema di fondo è sempre la questione della relazione con l'altro, del confronto, in una parola, dell'alterità. Starobinski, quindi, propone una prospettiva circa del pensiero dell'autore capace di motivare la teorizzazione alla base del contrat social: “Rousseau rimproverava all’amor proprio e alle sue preferenze di indurci a vivere al di fuori di noi stessi. Era ora! A questo punto propone di accentuare questo uscire da se stessi fino a raggiungere un 'tutti' con i quali il 'ciascuno' si pone in un rapporto di reciprocità. In tal modo l’amor proprio e le preferenze si trovano in conflitto fra loro e producono il male allorché stabiliscono una relazione limitata, a corto raggio, da un individuo all’altro; viceversa, danno origine al regno del bene quando il percorso di 'ciascuno' è indirizzato a 'tutti gli altri', in maniera generalizzata.”
Ritornando al punto di partenza, ovvero alla gita dell'Emile, Starobinski chiude le seguenti parola la propria Lectio Magistralis, con un apertura verso un dialogo sempre più profondo tra individui, mondi e, quindi, culture: “Nella scena della gita in campagna, i partecipanti riconoscono l’un l’altro il diritto al cibo agognato e il 'ciascuno per sé' dell’appetito naturale diventa il 'ciascuno per tutti' del piacere sociale. ... La formula che concilia i due opposti – la sintesi – si fonda sul superamento di una contraddizione: dare se stesso a tutti prediligendo se stesso, riceversi nel gruppo sociale per sentirsi riconosciuto nella propria esistenza individuale affamata e bisognosa.”
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