Cronache del disamore. Percorsi del romanzo iberico tra XIX E XX secolo

 

Cronache del disamore. Percorsi del romanzo iberico tra XIX E XX secolo

Frontespizio della prima edizione de "La Regenta", Barcellona, Daniel Cortezo e C.ª, 1884-1885.

Viaggio all’interno dei più affascinanti romanzi della letteratura spagnola di fine '800 tra pluralismo e dettagli

Napoli, 3 maggio. Il professore Giuseppe Grilli, ordinario di letteratura spagnola all’Università degli studi di Roma 3 e, per diversi anni docente dell’Orientale, ha presentato il testo critico Cronache del disamore. Percorsi del romanzo iberico tra XIX e XX secolo presso l’aula 1.4 di Palazzo del Mediterraneo. Con questo volume Grilli individua una continuità formale attraverso i testi e gli autori che, più di altri, furono protagonisti del romanzo moderno nella penisola iberica, in un confronto costante con la tradizione europea coeva.

La Desheredada di Galdós e la Regenta di Clarín sono le due opere di riferimento per un‘opera che vuole essere a tutti gli effetti uno studio di comparatistica. "Lo studioso Claudio Guillén, spiega il prof. Grilli, ha realizzato un rinnovamento nell’impostazione degli studi comparatistica creando così una nuova modalità di approccio allo studio della letteratura. Prima delle importanti novità introdotte da Guillén, la comparatistica era considerata mera erudizione. Ora invece la si considera come un‘opportunità di dialogo dove le culture hanno la possibilità di incontrarsi e confrontarsi". Nel testo in questione Grilli si avvicina a questo pensiero in due modi: il primo consiste nell’assumere come centro del discorso l’idea di "ibericità" non come una tradizione monolingue bensì come una pluralità di esperienze culturali. Il pluralismo è il punto di partenza centrale di tutto il suo discorso critico. In particolare il romanzo iberico a cavallo tra il XIX ed il XX secolo si dispone come strumento di dialogo secondo un punto di vista paniberico. Grilli si è soffermato proprio su questo aspetto dialogico attraverso lo studio del dettaglio. Egli non dà importanza al protagonista o ai personaggi principali né tantomeno alla trama. Nel romanzo iberico, anche se i personaggi sono fortemente caratterizzati, ciò che conta è la ricerca dello stile e l’adeguamento di quest’ultimo a ciò che si vuole raccontare. Il romanzo non si fonda dunque sul centralismo del tema, esso è bensì confederato in un assemblaggio di racconti, episodi e micro-relatos. Tutto ciò è ampiamente riscontrabile nel testo del professor Grilli il quale considera come vera protagonista del romanzo non la Regenta ma bensì Petra, sua antagonista. Il tratto che la contraddistingue è un dettaglio: la lingua. Il suo accento asturiano la rende diversa ed inaccettabile dalla società. In questo caso dunque il dialogo diventa una forma di contrasto, una disputa. Petra mantiene però la sua identità in un romanzo fatto di dettagli, situazioni al margine, posizioni dissidenti dal grande romanzo europeo.

Raffaella Sbrescia

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