Da Berlino Est a Berlino Ovest: verso un amore co-dipendente
Da Berlino Est a Berlino Ovest: verso un amore co-dipendente
Katja Lange-Müller legge Böse Schafe, la storia di Soja ed Harry
Il 18 Aprile al Goethe Institut di Napoli si è tenuto il primo incontro del ciclo di scrittureletture tedesche che vede come ospite Katja Lange-Müller, pluripremiata scrittrice tedesca; tra i numerosi premi ricevuti, il Premio Ingeborg Bachman, il Premio Letterario della Città di Berlino, il Premio Wilhelm Raabe sino ad arrivare al premio dell’Accademia Tedesca di Villa Massimo a Roma di questo anno.
L’incontro, a cura dei professori Sergio Corrado e Valentina Di Rosa, ha permesso all’autrice di leggere una parte del romanzo presentato, non prima di aver ricordato alcuni importanti particolari personali: nata nella Berlino Est del 1951, figlia di un dirigente della SED (Partito Socialista Unificato Tedesco), espulsa dalla scuola per “comportamento antisocialista”.
Il romanzo, Böse Schafe, tradotto in diciotto lingue (la traduzione italiana, L’agnello cattivo, esce da Neri Pozzi nel 2008) fa parte di una trilogia che va dagli anni Sessanta agli anni Ottanta del secolo scorso.
La narrazione, infatti, è ambientata negli anni Ottanta, poco prima della caduta del Muro di Berlino. Ci troviamo ancora in una Berlino divisa in Ost und West; lo scenario storico, però, nel libro è lasciato sullo sfondo poiché è vissuto e raccontato dai due protagonisti, emblema della stessa storicità e della perdita d’identità tedesca.
La storia di Soja ed Harry è una storia d’amore, ma anche un gioco sottile basato sulla dipendenza e sulla co-dipendenza.
Lei – trasferitasi dalla Germania Est nella Germania Ovest – trova dopo la morte di lui, tossicodipendente della Germania Ovest, un diario dove non è mai menzionata. Soja scopre così di non essere mai esistita per Harry.
I due protagonisti, afferma Sergio Corrado, “vivono in modo differente l’azzeramento delle loro vite”; Soja – legata all’alcool che non ritiene una dipendenza – ed Harry – schiavo dell’eroina da cui dipende e che, nello stesso tempo, co-dipende dalla continua assistenza della “amata” – percorrono due prospettive diverse.
Soja cerca di riscattare la propria vita e proiettarsi verso una nuova identità dopo la morte di Harry, che invece trascorre gli ultimi anni della propria vita in una clinica per malati terminali vicino al muro di Berlino, dove il suono delle picconate è l’eco di una realtà a cui non riuscirà mai ad appartenere.
Il romanzo è caratterizzato da un linguaggio crudo e diretto; l’autrice ha utilizzato gerghi specifici – complice anche l’esperienza della Lange-Müller come infermiera nel reparto psichiatrico del principale ospedale di Berlino – affinché il lettore arrivi a confrontarsi anche con la mediocrità dei protagonisti.
L’ultimo appuntamento del ciclo con Katja Lange-Müller, svoltosi il 19 aprile 2012 all’Orientale nella Sala della Biblioteca Europa, ha consentito alla scrittrice e ai docenti organizzatori di stabilire uno stretto contatto con gli studenti rendendoli protagonisti di un dibattito diretto in lingua tedesca.
Agata Casalino