Descrivere le meraviglie del Nuovo Mondo

 

Descrivere le meraviglie del Nuovo Mondo

Immagine tratta dalla locandina dell'evento

Seminario di studi: Develando El Nuevo Mundo. Imágenes De Un Proceso con Olaya Sanfuentes e Claudio Rolle Cruz della Pontificia Universidad Católica de Chile

Il 19 gennaio 2011 presso la sede di palazzo Giusso si è tenuto il seminario di studi Develando El Nuevo Mundo. Imágenes De Un Proceso organizzato dai dottorati in Storia dell'Europa nell'Età Moderna e Contemporanea e Culture dei Paesi di Lingue Iberiche e Iberoamericane. La professoressa Olaya Sanfuentes della Pontificia Universidad Católica de Chile ci parla delle prime descrizioni e delle prime immagini del Nuovo Mondo fatte da quegli uomini e da quelle donne che per primi vi misero piede.
Le difficoltà incontrate nel descrivere il senso di meraviglia provato davanti ad un mondo completamente nuovo, sono riscontrabili, anche se sotto forme diverse, in ogni testo di quei tempi. Le descrizioni, le prime cronache, venivano fatte attenendosi ai codici ed ai valori culturali del XV secolo, un sistema di relazioni e di rimandi in cui conoscere il mondo significava collocare il nuovo all'interno di uno schema tradizionale già conosciuto.
Le descrizioni spesso si limitavano ad una serie di similitudini e differenze con ciò che già si conosceva o con ciò che si immaginava, ovviamente con le dovute differenze in base all'autore. Negli scritti di Cristoforo Colombo ad esempio era evidente come l'autore cercasse di far sì che le sue descrizioni fossero il più possibile conformi all'immagine comune di un paese asiatico. Le descrizioni di Colombo non mostravano la vera America bensì ciò che più si avvicinava alla sua idea di oriente, ed era per questo motivo che i suoi scritti abbondavano di analogie con il mondo asiatico. Altri cronisti invece si soffermavano sulle descrizioni del paesaggio, della natura e degli animali, comparandoli con quelli europei, altri ancora parlavano degli indios in tono paternalistico sottolineando la loro inciviltà confrontata con la civile Europa.
Oltre alle cronache ed alle descrizioni, un altro modo per rendere familiare ciò che era sconosciuto era rinominandolo con nomi conosciuti. Dal primo momento infatti gli europei ribattezzarono tutto ciò che videro con nomi appartenenti alla propria cultura; l'atto di nominare ciò che già aveva un nome era un atto di conquista, di dominazione, in questo modo la nuova realtà veniva resa più familiare per mezzo della lingua conosciuta.
Quando le parole non erano sufficienti, infine, si ricorreva alle immagini: gli editori europei, ansiosi di dare alle stampe sempre nuove rappresentazioni del Nuovo Mondo e dei suoi abitanti, li raffiguravano in modo stereotipato e fantasioso, l'importante era dare alla gente ciò che voleva vedere.
La professoressa Sanfuentes con questo bel lavoro è riuscita a risvegliare la curiosità del pubblico approcciandosi al problema dell'Altro ed alla sua rappresentazione attraverso un tema di certo non nuovo ma sicuramente narrato in modo originale ed arricchito da immagini inedite e nuovi approfondimenti.

Davide Aliberti

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