E pluribus unum: una lezione di David Gil sulla situazione linguistica dell’indonesia contemporanea

 

E pluribus unum: una lezione di David Gil sulla situazione linguistica dell’indonesia contemporanea

Carta Geografica dell'Indonesia

Il professor David Gil del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Lipsia offre una panoramica sociolinguistica sull’arcipelago indonesiano

30 marzo 2010 – Il Prof. David Gil del Dipartimento in Linguistica del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Lipsia ha tenuto oggi una lezione dal titolo Colloquial Indonesian in Sociolinguistic, Geographical and Typological Context nell’ambito dell’attività didattica del Dottorato di Ricerca in Asia Orientale e Meridionale. Il seminario, che ha visto la partecipazione anche del professor Giorgio Amitrano, direttore del Dottorato, e della professoressa Antonia Soriente, docente di Lingua e letteratura indonesiana, ha offerto una stimolante panoramica, ricca di contenuti, sul quadro sociolinguistico dell’Indonesia, fornendo molti spunti di riflessione sia per un pubblico già esperto sia per chi si avvicina all’area per la prima volta.
David Gil, studioso che vanta un curriculum scientifico di grande prestigio soprattutto nel campo della linguistica tipologica e una lunga attività di ricerca nel Sud-Est Asiatico, introduce la situazione indonesiana con un efficace paragone: "Immaginate una scena linguistica variegata come quella dell’Europa intera ma ancora più complessa e diversificata". Difatti tra le isole di questo arcipelago sono presenti circa 800 lingue: per la precisione si tratta del secondo Paese al mondo in quanto a numero di idiomi parlati. La pluralità di gruppi etnici unita ad una lunga storia fatta di secoli di imperi, colonizzazioni e scambi commerciali con l’estero, spiegano l’origine di questo mosaico di popoli.  
"Complessità" è quindi la parola giusta con la quale ci si deve avvicinare alla situazione linguistica indonesiana, sia per quanto riguarda il rapporto tra lingua e potere che gli usi pragmatici delle diverse varietà e registri. Accade così che la lingua standard indonesiana e la lingua Malay, pur essendo quasi coincidenti, portino nomi diversi poiché associate a differenti etnie e poteri politici. Oppure, in tempi recenti, si è assistito alla diffusione in tutto il Paese della varietà di indonesiano della capitale Jakarta, lingua dello spettacolo e dei film, come repertorio linguistico colloquiale e trendy. A livello individuale è così di norma avere fenomeni di bilinguismo con diglossia (utilizzo di una determinata lingua in base al contesto) dove i parlanti si trovano a scegliere, a seconda della situazione, tra tre, quattro o più lingue.
David Gil, in riferimento a dei casi limite, azzarda anche il termine "multiglossia".
La strategia vincente per affrontare la molteplicità di culture è proprio nell’incoraggiare tutte le lingue in modo da difendere la ricchezza culturale del Paese: questo è il punto di vista dello studioso.

L’Indonesia offre un ottimo esempio a proposito, proponendo un modello di Stato che, più che basarsi sull’idea di una nazione con un’etnicità ben definita, promuove senza imporre una lingua standard e allo stesso tempo valorizza la sua peculiare diversità linguistica e culturale. Appunto facendo proprio il motto: "Da molti, uno".

Fabiana Andreani

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