Etenesh ed altre storie

 

Etenesh ed altre storie

Una tavola di Pat Masioni

Sandra Federici e Pat Masioni tra gli ospiti di una intensa Giornata di studio. Una nostra brevissima cronaca.

4 maggio 2011, Sede di Procida – La seconda delle Giornate di studio dal titolo “Un ambiente fatto a strisce: alla conquista delle coscienze più giovani” si è aperta in perfetto orario con il workshop “Il fumetto, l’Africa” di Pat Masioni, celebre e stimato autore di origine congolese, rifugiato politico in Francia dal 2002, noto tra l'altro per graphic novel di pregio quali “Rwanda 1994”, ispirato all'orribile genocidio ruandese che nel 1994 coinvolse circa un milione di persone, e “Unknow soldier”, basato invece sulla guerra civile in Uganda. Masioni (voluto con convinzione da Alberto Manco nel programma per offrire una testimonianza quanto più possibile rappresentativa della “tanto considerevole quanto per molti aspetti ancora troppo poco studiata” produzione africana nel settore del fumetto), prima di coinvolgere il numeroso e variegato pubblico in uno spazio dedicato alla pratica del disegno fumettistico – con consigli chiarissimi e preziosi su ellissi, découpage, caratterizzazione dei personaggi ma anche di stesura del colore, costruzione della tavola, proporzioni eccetera – ha dichiarato di amare il fumetto proprio per la sua enorme potenza comunicativa: “il vero obiettivo – ha ricordato Masioni – è riuscire a far passare un messaggio attraverso le immagini e il testo che le accompagna”. Tra gli appunti relativi al grande lavoro che c’è dietro il disegno, inevitabilmente invisibile agli occhi del lettore, l’autore ha poi posto un unico divieto, con un valore quasi simbolico: “mai ricalcare!”. Alla fine delle intense ore di lavoro, Alberto Manco ha ringraziato tutti dichiarando la sua soddisfazione per la perfetta riuscita del laboratorio condotto da Masioni: “era esattamente quello che mi aspettavo e che avevo chiesto: un vero laboratorio pratico di altissimo livello, non un'operazione didattica frontale che in questo caso non avrebbe avuto senso”.

La parola è passata poi ad Angel de la Calle, fumettista e critico asturiano che ha presentato un intervento dedicato alla figura di Tina Modotti, fotografa italiana, bohémienne e attivista politica: de la Calle aveva già pubblicato nel 1997 un’opera completata poi con l’uscita di un secondo volume nel 2005, Modotti una donna del ventesimo secolo (001 Edizioni), graphic novel incentrata proprio sulla biografia dell’artista. “Ho scelto il graphic novel in quanto mezzo capace di riunire scrittura e immagini in un’unica cosa, così come era ai tempi in cui la scrittura ebbe origine. Il fumetto – ha continuato l’autore – non può essere dunque considerato come una forma letteraria minore, esclusivamente per bambini. Il fumetto forma spiriti critici”.

Con Alessandro Di Nocera, saggista e critico del fumetto, si è parlato poi delle problematiche legate al linguaggio del fumetto, un linguaggio considerato spesso minore, dalle potenzialità non interamente riconosciute: “il fumetto è il frutto della contaminazione, un tempo ritenuta volgare e proprio per questo rifiutata dalla letteratura alta. La nostra invece – ha continuato di Nocera – è l’epoca del contagio e tutto ciò non fa più paura”.

Sandra Federici, direttore di “Africa e Mediterraneo”, rivista semestrale plurilingue, ha parlato invece de “Il progetto in Africa Comics: l’Africa contemporanea raccontata dai suoi fumettisti”: Africa Comics è infatti un progetto nato per comprendere l’Africa di oggi attraverso le storie raccontate ed è il nucleo portante del “Premio Africa e Mediterraneo” unico premio panafricano continuativo attivo oggi in tutto il mondo, articolato in differenti sezioni: diritti umani, migrazioni, ma anche sport e povertà. Relazione ricca di spunti e suggestioni, quella di Sandra Federici ha confermato che intorno alla produzione di quella zona del mondo c'è molto da lavorare: “nella letteratura scientifica italiana, ad esempio, mancano studi sistematici ed adeguati su alcuni aspetti della produzione africana, come ad esempio quelli relativi al fonosimbolismo”, ha detto Alberto Manco a conclusione dell'intervento della Federici.

A chiudere la sessione il professore Alessandro Triulzi, docente di Storia e Istituzioni dell’Africa all’Orientale, che ha presentato un intervento quanto mai attuale dal titolo “Volto nascosto e Etenesh: il fumetto postcoloniale italiano”: a 100 anni dalla colonizzazione italiana in Libia e a poche settimane dai bombardamenti del paese nordafricano, Triulzi ha sottolineato l’importanza di un periodo storico come questo, considerato come un momento di svolta del Paese che, come tale, deve essere protagonista di una grande circolazione di notizie. Il professore ha poi aggiunto che in questo senso il fumetto può essere un grande mezzo di informazione e che, in quanto tale, andrebbe “insegnato all’Università”.

Francesca De Rosa

© RIPRODUZIONE RISERVATA