L’America Latina fra Indipendenza, emancipazione e rivoluzione

 

L’America Latina fra Indipendenza, emancipazione e rivoluzione

Tratto dalla locandina dell'evento

Concluso il convegno organizzato dal dottorato in Storia dell’Europa nell’Età Moderna e Contemporanea: Istituzioni, Società Civile e Sistemi di Relazione e dal dottorato in Culture dei Paesi di Lingue Iberiche e Iberoamericane

In occasione del bicentenario dell’inizio delle lotte di indipendenza in America Latina, i dottorati in Culture dei Paesi di Lingue Iberiche e Iberoamericane ed in Storia dell’Europa nell’Età Moderna e Contemporanea: Istituzioni, Società Civile e Sistemi di Relazione, hanno organizzato un convegno di studi in tre giornate, durante le quali si è avuto modo di approfondire alcuni aspetti sia storici che letterari delle rivoluzioni e della conseguente indipendenza dei paesi dell’America Latina durante il XIX secolo. Numerosi gli ospiti giunti a Napoli da diverse università ed istituti di cultura sia italiani che esteri e molto interessante il programma caratterizzato da un alto numero di interventi e da una certa varietà nei temi trattati. Martedì 12 ottobre i lavori si sono aperti con il saluto del Magnifico Rettore Lidia Viganoni che ha dato il via alla prima sessione intitolata Influenze culturali europee e spinte nativiste nel cammino verso l’indipendenza. Svoltasi presso l’Università degli studi di Napoli l’Orientale nella sede di Palazzo Du Mesnil, l’argomento principale di questa prima giornata è stato il Settecento europeo, l’invasione napoleonica della Spagna che lasciò la penisola iberica in condizioni economiche disastrose permettendo l’indipendenza delle colonie, ed il modo in cui queste vicende si proiettarono sull’America Latina. Due interessanti parentesi in questo contesto sono state quella di Federica Morelli sulla questione della razza nell’America spagnola e quella su Andrés Bello del professore Giuseppe Cacciatore che ha colto anche l’occasione per presentare la nuova rivista di filosofia iberica ed iberoamericana Rocinante. Mercoledì 13 invece l’Instituto Cervantes di Napoli è stato sede della seconda giornata di studi del convegno. L’incontro si è concentrato sul lungo Ottocento dell’America Latina, un secolo testimone della nascita e della formazione delle nuove repubbliche indipendenti e delle rispettive identità culturali. La prima sessione della giornata, intitolata Percorsi istituzionali e cittadinanza nelle nuove repubbliche, è stata caratterizzata da una serie di interventi riguardanti le Costituzioni dei nuovi stati indipendenti e i problemi relativi alla cittadinanza, il suffragio ed il riconoscimento dei diritti, riprendendo in parte anche alcune delle tematiche trattate il giorno precedente. Nel pomeriggio invece, la terza sessione intitolata Due studi di caso, ha spostato l’attenzione sui conflitti politici successivi all’indipendenza delle colonie e sul caso dell’indipendentismo cubano dell’Ottocento. Nella quarta sessione La narrativa ispanoamericana nel conflitto delle culture - Problemi identitari nelle nuove letterature nazionali, si è parlato in particolare di letteratura: dalle opere dello scrittore cubano Alejo Carpentier, allo storico Pietro De Angelis, nato a Napoli e trasferitosi in Argentina nel 1827 circa. La terza ed ultima giornata di studi, tenutasi giovedì 14, si è svolta presso la sede della Fondazione Sudd di Napoli. Intitolata Il Messico tra due centenari, ha avuto come unico tema per l’appunto il Messico, che quest’anno, festeggia sia il bicentenario dell’indipendenza dalla Spagna che il centenario dello scoppio della Revolución. Cento per cento 1810 1910 2010: l’America Latina fra Indipendenza, emancipazione e rivoluzione non è stato solo un convegno bensì un confronto, uno scambio di idee e di esperienze riguardo l’America Latina e non solo. Nei tre giorni di studi sono stati forniti molti spunti di approfondimento e di riflessione su numerose tematiche che possono contribuire ad una maggiore conoscenza del patrimonio culturale e storico di un continente che da due secoli a questa parte non ha mai smesso di lottare.

Davide Aliberti

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