L’indonesia in poche parole
L’indonesia in poche parole
Napoli, 15 aprile 2010 – L’Ambasciatore della Repubblica d’Indonesia S.E. Mohamad Oemar, in visita ufficiale presso Università di Napoli “L’Orientale”, ha incontrato ieri gli studenti dell’Ateneo campano tenendo una lezione sui più recenti sviluppi economici e politici dell’Indonesia.
Cinque le ideologie su cui si basa – con circa 17.500 isole – il più grande Stato-arcipelago del mondo: Dio, umanità, unità nazionale, democrazia, giustizia sociale. Fondamentali che l’Ambasciatore sostiene fortemente in ragione della oltre trecento etnie presenti sul territorio nazionale. Identità, tradizioni e storie linguistico-religiose tenute insieme in nome della Bhinneka tunggal ika, ovvero dell’unità nella diversità (slogan altrettanto familiare ai cittadini europei).
L’onestà, il coraggio necessario ad esprimere la verità – simboleggiato dal bianco della propria bandiera – è ciò su cui le riforme economico-politiche iniziate nel 1998 hanno più dovuto contare, per "convincere il popolo che la democrazia sarebbe stata la migliore forma di governo possibile". Il territorio, con capitale Giacarta, copre una superficie di 1.904.443 km² e vede il gruppo giavanese il più numeroso ma – attenzione – non il più dominante. Questo è un punto a cui l’Ambasciatore tiene particolarmente: che esista una maggioranza è un dato naturalmente innegabile (l’Indonesia ospita la più grande comunità musulmana mondiale); questo non comporta però disparità a danno di un fiero pluralismo sia linguistico (a parte l’indonesiano, si contano altre 300 lingue regionali/dialetti) sia identitario. Dimostrando che l’Islam, la modernità e la democrazia possono sostenersi vicendevolmente, collaborando al progresso del paese evitando effetti-dominanza d’ogni genere, il governo si fa promotore di un dinamismo che tende dalla maggioranza verso le minoranze, al pari di una vera nazione dall’identità condivisa.
Con l’obiettivo di accelerare la crescita economica, il progresso sociale e lo sviluppo culturale, e promuovere pace e stabilità all’interno degli stati – in aderenza ai principi delle Nazioni Unite – la terza grande democrazia del mondo fa parte dal 1967, con altri 9 membri, dell’ASEAN (Association of South East Asian Nations).
Una decina di slide dimostrano quanto si stia muovendo – e in quante direzioni – l’economia, la cultura sociale, la sicurezza politica dell’unico paese del sud-est asiatico ad essere membro del G-20. L’Indonesia rivendica un ruolo sulla scena internazionale, e perché la metà delle spedizioni internazionali avvengono in acque indonesiane, e perché risulta recentemente come key player al tavolo dei cambiamenti climatici, avendo più o meno direttamente influenze sugli affari e investimenti globali.
L’Italia riconosce la sovranità dell’Indonesia nel 1949. L’Indonesia riconosce la solidarietà dimostratagli dall’Italia nel dicembre del 2004, quando la costa occidentale dell’isola di Sumatra fu colpita da un imponente tsunami. Ad oggi, la classifica degli interventi europei di tipo economico su territorio indonesiano vede l’Italia al quinto posto con 11 progetti per un totale di 41,1 milioni di dollari americani investiti.
Dal 2006, il governo, per promuovere ed incrementare l’interesse verso la propria lingua e la propria cultura, offre agli studenti dei paesi che hanno relazioni diplomatiche con l’Indonesia, un programma scolastico (DARMASISWA) della durata di un anno e/o sei mesi. Nel 2009 l’Italia ha confermato 5 dei 10 programmi istituiti.
L’incontro termina con la distribuzione di opuscoli e cd-rom sull’Indonesia, chissà che si passi da un viaggio multimediale ad uno reale. L’ambasciatore se lo augura.
Claudia Cacace