La classica Neapolis torna alla luce nel centro storico della città
La classica Neapolis torna alla luce nel centro storico della città
Presentato all’ex Asilo Filangieri, in vico Maffei, il volume Il teatro di Neapolis. Scavo e recupero urbano, di Ida Baldassarre, Daniela Giampaola, Francesca Longobardo, Aurora Lupia, Giancarlo Ferulano, Roberto Einaudi, Fabiana Zeli
Lunedì pomeriggio, nella giornata dedicata alla presentazione del volume Il teatro di Neapolis. Scavo e recupero urbano, sono intervenuti l’assessore all’edilizia Pasquale Belfiore (in vece del sindaco Rosa Russo Iervolino) e la professoressa Amneris Roselli, Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli studi di Napoli “L'Orientale”.
L’evento, seguito da un pubblico numeroso, è stato introdotto da un breve accenno da parte dell’assessore Belfiore e della professoressa Roselli sulla storia degli scavi urbani a Napoli e sul ruolo determinante dell’azione sinergica del Comune e dell’Orientale. Infatti, come ha affermato lo stesso assessore, nonostante “le problematiche italiane e napoletane nell’attuazione di progetti archeologici” i risultati ottenuti con l’impegno profuso hanno ripagato sforzi e investimenti impiegati nell’arco di circa quaranta anni. Non si è trattato di un intervento “episodico” ma costante, che ha avuto come principale obiettivo quello di recuperare la storia globale e stratificata del centro storico senza stravolgerlo; la nuova sfida che attende gli enti impegnati nella riscoperta del sito è la fruibilità dello stesso.
Nell’arco del pomeriggio dedicato alla presentazione del lavoro, ma anche al ricordo delle emozioni e delle difficoltà che si sono avvicendate nel corso degli anni per portare a termine gli scavi, si è fatto spesso riferimento al terremoto del 1980 e al duplice ruolo che ha avuto. Da una parte comportando l'incremento delle difficoltà pratiche per gli scavi in pieno centro e, dall’altra, rendendo necessaria l'adozione di nuove e importanti metodologie, mettendo alla prova l’ingegno degli archeologi e degli architetti urbani essenziali per i progetti.
Anche nella lettera scritta dal rettore Lida Viganoni e letta dalla professoressa Roselli, infatti, si è sottolineato quanto la collaborazione tra le figure interessate nel recupero del teatro, rispettando la storia del centro, sia stata determinante; lo stesso rettore ha evidenziato quell’aspetto della “Pietas, come rispetto per il passato, presente e futuro della città”.
Successivamente sono intervenuti Stefano De Caro, direttore generale per i Beni Archeologici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Filippo Coarelli, docente di Archeologia greca e romana presso l’Università di Perugia e l’architetto Vezio De Lucia, che hanno tutti puntualizzato il pregio dei risultati ottenuti.
Ciascuno ha raccontato la storia degli scavi dal proprio punto di vista, confrontandola con esperienze maturate altrove ed evidenziando quanto la forza coesiva tra le istituzioni e le persone che hanno dato il proprio contributo – per il miglioramento delle tecniche volte al recupero piuttosto che alla modifica – sia stato il motore di un’operazione tanto proficua.
Il risultato, presto detto, è stato quello di catalizzare l’attenzione del pubblico sempre più partecipe e interessato a quello che sembrerà un piccolo passo, ma è in realtà un enorme vanto per la città di Partenope.
Claudia Di Perna
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