La lezione di Emmy Hafild: Problems of environment and corruption in Indonesia
La lezione di Emmy Hafild: Problems of environment and corruption in Indonesia
Ci sono moltissimi contesti in cui la questione ambientale e quella politico-economica non sono considerabili separatamente, l'Indonesia è uno di questi
Nell'ambito del Ciclo di seminari sull'Indonesia organizzato dalla professoressa Antonia Soriente, docente di Lingua e Letteratura Indonesiana all'Orientale, approfittando della presenza dell'attivista Emmy Hafild, in Italia per un incontro alla FAO, è stata proposta una lezione sui problemi collegati all'ambiente e alla corruzione in Indonesia.
L'attivista free lance – impegnata da lungo tempo nella lotta alla corruzione e al degrado ambientale in Indonesia – ha lavorato a lungo con WALHY, il corrispettivo indonesiano dell'organizzazione Friends of the Earth ed è stata uno dei fondatori della Transparency International, organizzazione mondiale che si occupa di corruzione politica e ambientale.
Le questioni politiche e ambientali, così come evidenziato nel corso della lezione, sono spesso strettamente collegate soprattutto in un paese come l'Indonesia con una tale quantità di foreste da essere secondo soltanto al Brasile e che, tuttavia, si trova anche ai primissimi posti nella classifica dei paesi con il più alto tasso di deforestazione.
Se negli ultimi trenta anni, durante il governo di Haji Mohammad Suarto, grazie a particolari concessioni tutto il territorio forestale dell'Indonesia è stato suddiviso tra cinquecento “amici” del Presidente – un élite, tra l'altro, riconducibile ad una sola delle numerose aree geografiche in cui è organizzato il territorio, ovvero quella di Giacarta – la decentralizzazione messa in atto subito dopo l'allontanamento del Presidente Suarto non ha modificato molto la situazione complessiva e non ha dato i frutti sperati.
Se l'accentramento del potere nelle mani di pochi ha comportato corruzione, degrado e ineguaglianza nella distribuzione delle risorse, la successiva decentralizzazione ha dato automaticamente vita a un nuovo tipo di corruzione e a nuove forme di degrado ambientale, questa volta più locali e meno centralizzate, ma comunque di grande importanza.
Nonostante gli impegni presi sui diversi fronti, infatti, sembra davvero difficile arginare l'influenza degli interessi particolari rispetto alla gestione delle risorse ambientali, anche quando a questi progetti di riqualifica prendono parte organizzazioni internazionali e governative.
Un esempio citato nel corso della lezione è stato quello del REDD – Reducing Emissions from Deforestation and forest Degradation – un programma di sostegno messo in atto dai paesi più sviluppati per sostenere i paesi meno sviluppati e che dovrebbe assicurare una più attenta politica di gestione delle risorse forestali del territorio.
In base a questo programma, diversi paesi si impegnano a versare somme di denaro alle comunità locali in cambio della promessa di riduzione della deforestazione. Ovviamente, dato che la circolazione di denaro è uno dei principali motivi di corruzione, persino questo meccanismo – che sembrava basato sui migliori presupposti – potrebbe rivelarsi un'arma a doppio taglio. Addirittura, in molti casi, ci si è chiesti se non sia più semplice per i paesi che assicurano i fondi,– tra i quali, ai primi posti, troviamo l'America – provare a ridurre i propri livelli di inquinamento piuttosto che elargire denaro per una forma di compensazione di ciò che non riescono a fare, ovvero ridurre le proprie emissioni di CO2.
La risoluzione di simili questioni, di certo, non appare né facile né vicina ma, proprio in questo senso, la divulgazione di informazioni e conoscenze relative a questi temi sembra ancora più importante. Proprio per questo – anche se gli argomenti trattati dall'attivista non erano parte, in senso stretto, del programma didattico del ciclo di seminari – affrontare simili tematiche ha fornito agli studenti un quadro di contestualizzazione più ampio e un approfondimento specifico: il diffuso interesse suscitato dalla lezione di Emmy Hafild, inoltre, ha permesso di sottolineare ancora una volta la necessità di attenzione e visibilità per queste tematiche.
Azzurra Mancini
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