La musica del teatro nō

 

La musica del teatro nō

Teatro nō

Vincenzo Coppola, laureato in Letterature Comparate presso l’Università L’Orientale, tiene una lezione sulla musica nel teatro

Continua, con l’appuntamento settimanale del Giovedì, il Seminario di Musica Occidentale Orientale, organizzato dal professore Giovanni La Guardia. Il 4 Novembre è stata l’occasione per ascoltare una lezione sul teatro con un particolare riferimento ai suoi aspetti musicali.
Questa volta a prendere la parola è stato il giovane studioso Vincenzo Coppola, laureato in Letterature Comparate presso l’Università L’Orientale ed esperto di cultura giapponese, perfezionatosi in Giappone dopo la laurea. Il suo intervento dà la misura sia del fatto che il nostro Ateneo fornisce agli studenti gli strumenti necessari per affrontare studi di ricerca molto approfonditi sia del fatto che quando questi studenti sono capaci e preparati hanno la possibilità di vestire essi stessi i panni di docenti.

È il caso di Vincenzo Coppola che, nella prima parte della lezione, ha presentato, con grande rigore scientifico, gli aspetti generali del teatro , mostrando alcuni video girati durante i suoi soggiorni in Giappone.
Il è un teatro non solo rappresentativo ma anche simbolico e nasce dalla fusione di spettacoli popolari e riti religiosi. Esso è inteso come arte totale che ha l’obiettivo di avvicinare gli spettatori e gli esecutori alla divinità.
Sono state mostrate varie immagini per spiegare la struttura della sala di rappresentazione, del palcoscenico, posto sempre al centro e non separato con il sipario dal resto della sala, e dello sfondo, sul quale generalmente è dipinto un pino, simbolo del sovrannaturale.

La seconda parte dell’intervento, quella più ricca e interessante, ha analizzato un aspetto del teatro poco studiato: la musica. Uno dei problemi è che la musica del nō ha caratteristiche che male si adattano all’approccio teorico occidentale. Non c’è una musica melodica ma ritmica, non c’è l’idea di suoni che scorrono nel tempo ma di suoni che lo frammentano; non c’è tempo e la velocità del brano è determinata dal tipo di rappresentazione.
Vincenzo Coppola ha illustrato la struttura dell’Utai, la parte vocale, attraverso l’ascolto di brani estratti dall’opera Ama. Nel ci sono tre note fondamentali (Ge, Chū, ) corrispondenti al centro tonale delle melodie occidentali, mentre le altre note sono di passaggio e la loro caratteristica è la disposizione nell’intervallo di un quarto perfetto. I modelli melodici sono il Ge-Chū o Chū- Ge, il Jō- Chū, il e il Kuri. I modelli ritmici, invece, sono l’Hiranori, il Chūnori e l’Ōnori.
La parte strumentale del è chiamata Hayashi ed è composta da quattro strumenti: il Nōkan (flauto, considerato strumento a percussione), l’Ōtsuzumi (tamburo a due suoni), il Katsuzumi (tamburo a clessidra fatto con una pelle meno tesa) e il Taiko (tamburo a cilindro, usato nelle opere in cui c’è un essere sovrannaturale).

Aniello Fioccola

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