La parità dei sessi, lontana ma vicina

 

La parità dei sessi, lontana ma vicina

La professoressa Anna Maria Di Tolla

Si è tenuto Mercoledì 17 Novembre il primo dei cinque incontri sugli Studi di genere nel mondo islamico che verranno presentati dal CAD alla Libreria Ubik di Napoli

Il convegno è stato aperto con una premessa di Anna Maria Di Tolla riguardante le ultime evoluzioni degli studi condotti nel campo delle scienze sociali: questi infatti, ci dice la Di Tolla, si sono moltiplicati ed hanno portato, in un territorio come quello islamico, ad una ridiscussione del ruolo della donna e del suo rapporto con le strutture patriarcali.
Tuttavia in alcuni casi i differenti approcci possibili all’argomento, come un’eccessiva occidentalizzazione o, al contrario, un assoluto relativismo, non hanno fatto altro che creare un grande disorientamento, come spiega Ersilia Francesca. Sono infatti diversi i tipi di approcci dedicati agli studi di genere nel mondo islamico ma tra i molti spiccano particolarmente quelli avanzati dalle “femministe laiche” e ancor più quello delle “femministe islamiche” che hanno destato un interesse maggiore e sono risultati sicuramente sensibilizzanti.
Tra le femministe laiche Nawal al-Sa‘daw è sicuramente l’esponente di spicco, sue queste parole: "La contrarietà alle donne è universale e non riguarda solo il mondo arabo. Penso al fronte cristiano, ai cosiddetti valori della famiglia con doppio standard; e poi il radicamento dell'idea di verginità obbligatoria, i cosiddetti delitti d'onore, le mistificazioni culturali, le violenze fisiche e psicologiche".
L’approccio delle femministe islamiche appare da subito molto diverso in quanto legato comunque ai testi sacri: questo propone, infatti, una rilettura dei versetti coranici per correggerne le maschilistiche interpretazioni dalle quali nasce l'idea della donna come essere inferiore rispetto all’uomo. Un'azione che ha sicuramente fatto scalpore in questo senso è stata quella portata avanti nel marzo del 2005 da Amina Wadud, la prima donna a guidare la preghiera del venerdì come Imam di fronte ad un'assemblea mista di fedeli.
Sono state poi analizzate le relazioni di genere nell'area MENA (l'area che interessa cioè il Medio Oriente e il Nord Africa) sotto differenti punti di vista: quello che ne emerge è senza dubbio un quadro molto eterogeneo che mostra, tra l'altro, situazioni di grande ambiguità. Per quanto concerne i diritti delle donne, per esempio, ci si domanda se un'effettiva parità di genere esista in ambito giuridico, tenendo presente la persistenza di pratiche già citate come quella del delitto d'onore, o ancora se la partecipazione politica e civile delle donne sia sufficiente. È a tale proposito che si parlerà quindi di politiche di empowerment delle donne nel settore dell'istruzione, del lavoro e della salute: “è come se in una corsa donne e uomini non condividessero lo stesso punto di partenza” spiega Ersilia Francesca.
I dati riportati tuttavia non risultano essere totalmente negativi: il gap nell'istruzione si accorcia sempre più e, sebbene la popolazione femminile abbia in generale un livello di istruzione inferiore a quella maschile, l'università è frequentata da un numero sempre maggiore di donne, addirittura superiore rispetto a quello degli uomini (fermo restando che questi ultimi hanno la possibilità di formarsi anche all'estero). Nel mondo del lavoro, invece, la percentuale relativa alla disoccupazione femminile è molto alta (si aggira intorno al 35%) ma ciò che colpisce è sicuramente la mancanza di flessibilità per le donne, cosa che provoca restrizioni sull'accesso a determinate professioni come anche sulla mobilità. Per quanto riguarda la salute invece si assiste a un declino del tasso di fertilità femminile legato soprattutto a un più alto livello di istruzione ormai raggiunto e quindi ad una maggiore consapevolezza della contraccezione.
La situazione delineata dalle esperte, dunque, ci fa capire che quello della parità dei sessi in area MENA è un percorso ancora in progress dove sicuramente sono tanti i traguardi raggiunti ma è tanta ancora la strada da fare.

Raffaela Costanzo, Francesca De Rosa

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