L'evoluzione degli scambi commerciali lungo le vie della seta
L'evoluzione degli scambi commerciali lungo le vie della seta
Sesta conferenza del ciclo di conferenze dal titolo “Archeologia delle Vie della Seta: Percorsi, Immagini e Cultura Materiale”, organizzato da Bruno Genito e Lucia Caterina con le Scuole Dottorali di Studi Orientali e Africani (Dottorati: Turchia, Iran e Asia Centrale, Asia orientale e meridionale) e di Studi Interculturali (Dottorato: Archeologia: Rapporti tra Oriente e Occidente) e con il CISA (Centro Interdipartimentale di Servizi per l’Archeologia)
Dopo aver percorso le vie della seta da Oriente a Occidente, il professore Maurizio Tosi, dell’Università degli Studi di Bologna “Alma Mater”, ha spiegato che cos'è la via della seta e soprattutto chi l'ha resa possibile attraverso una breve storia dell’evoluzione degli scambi commerciali. La vera anima di questi percorsi era il lavoro umano, il lavoro di persone che portavano per 8000 km seta ed altri beni riuscendo a soddisfare le richieste commerciali delle varie unità politiche diffuse nell’enorme estensione geografica che va dalla Cina a Roma. Lavoro favorito in primis dall'apertura delle frontiere. Sin dai tempi più antichi lo scambio fu essenziale per lo sviluppo dei popoli; ogni bene era commercializzabile e, per favorire questi scambi, furono costruite intere città come appoggi strategici anche in zone con pochissime risorse. Punto di forza di questi scambi fu l’alleanza tribale: nessuna tribù poteva sperare, soprattutto in zone impervie, di sopravvivere chiusa all’interno del territorio che controllava, doveva necessariamente affidarsi alla dinamicità commerciale. Con il passare dei secoli, i circuiti locali di scambio si potenziarono entrando in connessione tra di loro allo scopo di facilitare il trasferimento di una risorsa pilota – i lapislazzuli ed il rame nel III millennio a.C. o la seta nel I millennio a.C. – che quindi assicurava l'intersezione commerciale tra le regioni. Grazie al commercio lungo le vie della seta vennero assicurati guadagni anche ai circuiti paralleli, legati soprattutto alle merci delle popolazioni nomadiche - come la lana, sia tessuta che filata. I percorsi sviluppatisi furono vari, terrestri e marini, ma alcuni nuclei di passaggio restarono dei punti fermi: Samarcanda, Merv, Nishapur sono tra i centri principali che più hanno usufruito degli scambi commerciali. E se dei percorsi seguiti o delle città antiche se ne sono trovate tracce, del luogo fisico preposto in cui avvenivano gli scambi, il mercato o bazaar, non se ne hanno testimonianze archeologiche e non si è nemmeno sicuri che in questi mercati ci fossero delle strutture da trovare. Risorsa fondamentale, la seta non è altro che il filo ininterrotto del bozzolo che si costruisce la farfalla Bombyx Mori. Questa farfalla è presente solo nell'Asia Centrale ed Orientale e si nutre di foglie di gelso. Il filo del bozzolo può arrivare anche a 900 metri, ma solo una parte è utilizzabile per ricavarne il filo di seta. In media servono circa 50000 larve per ottenere 9 metri di seta. Proprio per la sua lavorazione particolare e lunga, la seta era prerogativa dei ricchi. Diverso invece era l'uso dell'incenso o delle spezie, altri beni principali trasportati lungo le vie. Il primo – ricavato dalla resina di alberi di regioni difficili da raggiungere come la Somalia o zone limitrofe allo Yemen – è forse più importante della seta stessa in quanto era un mezzo per parlare con le divinità. Le spezie erano estremamente richieste anche per le proprietà medicinali delle piante, che ovviamente erano diverse nelle varie parti del mondo: rappresentavano la costante ricerca di nuovi principi medici. Dei guadagni di questi commerci almeno un terzo serviva per il mantenimento del sistema: nuovi cammellieri e nuovi cammelli, stipendi, tangenti da pagare alla politica; la parte più importante però era destinata agli investimenti per la trasformazione ed il miglioramento delle oasi, per la ristrutturazione delle case dei mercanti o per la bonifica di nuovi territori. Le Vie della Seta, invenzione dei nomadi, sono state dei percorsi di scambi per millenni e a decretarne la “chiusura” sarà l'arrivo delle navi europee e l’espansione dell'Impero Ottomano nel cuore dell'Eurasia.
Francesca Ferrara