L'Orientale al centro degli studi sul Giappone
L'Orientale al centro degli studi sul Giappone
Dopo 25 anni il convegno annuale dell’AIStuGia (Associazione Italiana per gli Studi Giapponesi) è tornato a Napoli
Niente giri di parole quando si parla dell’importanza dell’Orientale nel campo degli studi asiatici. Basta dare uno sguardo alla sua storia: fondata nel XVIII come Collegio dei Cinesi è indubbiamente la più antica scuola di orientalistica e sinologia del Continente europeo. Di lunga durata è anche il rapporto con il Giappone che vede risalire al 1878 la prima iscrizione di un insegnamento di lingua giapponese nello statuto istituzionale, e, nel 1903, l’avvio definitivo dei corsi. Desta quindi un certo stupore accorgersi che, addirittura dal 1985, l’Università non sia stata più stata scelta come sede del convegno generale AIStuGia, l’associazione di maggior rilevanza in Italia per tutti coloro che sono, a diversi livelli e discipline, coinvolti o interessanti in studi sul Paese del Sol Levante. Oggi finalmente quell’assenza è stata colmata. Stamattina, nella splendida cornice di Palazzo du Mesnil, la XXXIV edizione del convegno annuale AIStuGia si è infatti aperta sotto i migliori auspici: tempo splendido, una grande partecipazione di pubblico, la presenza di cariche istituzionali e delle più importanti personalità del settore e una serie d’interventi ricchi di contenuti promettenti. Nei saluti iniziali del Magnifico Rettore Lida Viganoni tutta la soddisfazione di ospitare quello che nelle sue parole è definito come «un evento di grandissimo prestigio e dagli illustri esponenti» tenuto da un’associazione «aperta nei partecipanti e nei temi». Il Rettore, andando ben oltre il saluto di circostanza, ha in seguito parlato dei solidi legami tra l’Orientale e l’AIStuGia, sottolineando la presenza tra gli iscritti di eminenti studiosi provenienti dall’Ateneo, attivi e apprezzati in tutto il mondo. «Stima che non è solo puramente limitata agli ambiti accademici» ha accennato poi in una nota spiritosa, portando ad esempio l’esistenza di una pagina di Facebook con centinaia d’iscritti dal titolo Quelli che adorano Giorgio Amitrano come professore e come traduttore. L’inaugurazione della conferenza è stata poi affidata agli interventi di Shindō Masahiro, ospite dall’Università Dōshisha di Kyōto, dal titolo Semiologia della cultura gourmet e di Adolfo Tamburello, esimio storico de L’Orientale, che ha esposto su Contatti del mondo letterario napoletano con il Giappone. Da quest’alternanza di relatori viene fuori un’interessante doppia visione, di prospettiva opposta, sulle reazioni e gli stupori dei primi incontri tra Europa ed Estremo Oriente nel XIX secolo. Nel primo intervento abbiamo i resoconti degli intellettuali giapponesi sugli iniziali assaggi della nostra cucina, nella seconda invece sono presentate le pubblicazioni dei letterati napoletani che pioneristicamente si “affacciarono” sul Giappone. I lavori del convegno successivamente sono seguitati con le presentazioni dei soci suddivise in sessioni tematiche.
Fabiana Andreani