L'Orientale in viaggio sulle antiche vie della seta
L'Orientale in viaggio sulle antiche vie della seta
Martedì 14 dicembre L'Orientale ha ospitato la conferenza di Lin Meicun, archeologo e docente presso la School of Archeology and Museology di Pechino
Martedì 14 dicembre, L'Orientale ha ospitato la conferenza del professore Lin Meicun, archeologo e docente presso la School of Archeology and Museology di Pechino, dal titolo Mongolian landscape map: a silk roads map of middle age newly discovered in Japan. La conferenza rappresenta la seconda tappa del viaggio della delegazione cinese, promosso dall'Istituto Italiano per L'Africa e L'Oriente, al fine di promuovere la cooperazione culturale tra l'Italia e la Rupubblica Popolare Cinese. Oggetto dell'incontro, il ritrovamento delle uniche copie esistenti di un antico atlante raffigurante il territorio cinese e le antiche vie della seta che si estendevano lontano, verso l'occidente ed il Mediterraneo. Le copie, ritrovate dopo una lunga ricerca negli archivi delle più antiche biblioteche giapponesi, appartengono a sette differenti edizioni, tutte risalenti al periodo della dinastia Ming, in pieno medioevo cinese tra il XII ed il XV secolo d.C. Il confronto di edizioni distanti nel tempo ha permesso di studiare i mutamenti ed i progressi della visione che i cartografi cinesi avevano del mondo e di identificare per la prima volta città ed insediamenti ormai scomparsi, colmando così numerosi vuoti nella ricostruzione storica e geografica della storia cinese. Dalla comparazione appaiono evidenti anche le influenze dei primi contatti con i viaggiatori europei, dai mercanti come Marco Polo ai missionari come padre Matteo Ricci. Influenze nel campo scientifico, grazie allo scambio di informazioni dovuto alle mappe europee, ma anche stilistiche ed artistiche come dimostrano le similitudini che è possibile ritrovare tra le stampe europee medioevali, come l'Atlante Catalano, e le ultime edizioni dell'atlante cinese. Non solo dati e informazioni ma anche una pregiata raccolta di opere artistiche, dipinti di scenari e paesaggi di grande bellezza, dai colori ancora oggi vivi e brillanti. Mappe che rappresentano il mondo ponendo al centro dell'universo l'antico regno cinese, e che costituiscono un'interessante inversione dei punti di vista per un pubblico occidentale. Ricostruzioni che, pur nella loro semplicità, testimoniano l'eterno desiderio di conoscenza che spinge il genere umano a valicare i confini di ciò che è familiare e conosciuto, a stabilire un contatto tra mondi e culture, in nome di quella curiosità che ci distingue in quanto esseri umani, di qualunque nazionalità e di qualunque epoca.
Michele Trocchia