Luciano Gallo: “All’Orientale programmi di schiacciante attualità”

 

Luciano Gallo: “All’Orientale programmi di schiacciante attualità”

Luciano Gallo

Laureando in Relazioni e Politiche Internazionali presso l’Orientale, Luciano Gallo ci parla anche della sua attività di fotografo e web designer

Luciano, lei ha conseguito la laurea triennale in Lingue e Letterature Straniere presso l'Università di Salerno e, dopo un'esperienza all'estero, ha deciso di iscriversi ad un corso di laurea magistrale all'Orientale. Perché?

“Dopo aver conseguito la laurea in Lingue e Letterature Straniere ho fatto una esperienza di insegnamento nella scuola pubblica francese. Ho sempre avuto un particolare interesse per gli scenari politici, anche a livello internazionale, così ho pensato di approfondire questo ambito anche dal punto di vista della formazione per avere delle possibilità in più settori lavorativi. Mi piacerebbe ad esempio lavorare nelle amministrazioni europee o anche nelle ONG (Organizzazioni Non Governative). Ho scelto l’Orientale perché è una Università che ho sempre considerato forte in questo settore. Tra l’altro la mia prima iscrizione è stata proprio all’Orientale, avevo poi fatto il trasferimento all’Università di Salerno perché non avendo la possibilità di prendere casa a Napoli mi risultava difficile seguire i corsi, quindi già ne conoscevo l’ambiente e il valore.”

A quale Corso di laurea magistrale è iscritto?

“Relazioni e Politiche Internazionali. Facoltà di Scienze Politiche.”

Cosa pensa dell'Orientale?

“L’Orientale è un ottima università sia dal punto di vista della formazione che dell’insegnamento. Nel corso di questi due anni ho avuto a che fare con dei programmi che vertevano su questioni di schiacciante attualità. Ma devo dire che l’Orientale ha diversi problemi per quanto riguarda l’organizzazione, ad esempio alcuni esami che saltano e la reperibilità di alcuni professori.”

Crede che l'offerta didattica e culturale sia competitiva a livello internazionale?

“Dopo l’esperienza che ho avuto all’estero posso dire che sia l’Università italiana in generale che l’Orientale nello specifico, su un piano strettamente teorico, risultano superiori alle altre università europee. Forse quello che ci manca è la pratica mirata all’inserimento nell’ambito professionale, su questo siamo indietro.”

Ci parli della sua esperienza di insegnamento in Francia attraverso il bando di assistentato del MIUR.

“Partecipai alle selezioni ed ebbi la fortuna di essere scelto per la capitale francese. Per me è stata prima di tutto una esperienza formativa. Certo, fu un po’ strano il fatto di trovarsi improvvisamente dall’altro lato della cattedra, però il rapporto con gli studenti è stato subito positivo, i ragazzi erano molto interessati. Si trattava di una scuola equiparabile ad un nostro liceo, abbiamo fatto delle lezioni sul sistema politico italiano e devo dire che in alcuni casi mi sono trovato un po’ in difficoltà a spiegare il funzionamento della macchina politica italiana. Una cosa che mi ha colpito molto è stato questo interesse verso la cosa pubblica che sembra connotare molto lo spirito francese, come anche la partecipazione attiva da parte della popolazione alla vita politica del paese. Mi sono trovato al centro di proteste molto consistenti, ad esempio la metropolitana di Parigi, che è un nodo strategico. È stata bloccata per circa venti giorni: questo secondo me sta a manifestare anche la maturità civile di quel popolo.”

Pochi giorni fa ha partecipato ad una mostra collettiva di fotografia presso il palazzo Genovese di Salerno. È la seconda mostra a cui partecipa con l'associazione Iterartis. Ci parli della sua attività di fotografo e di questa iniziativa.

“Ho sempre avuto una propensione non solo alla fotografia ma ad un discorso che si legasse profondamente ad altri aspetti della mia personalità. Quindi accanto all’attenzione per il mondo esterno ho sempre cercato di sviluppare anche una dimensione interiore, che poi mi ha portato ad esprimermi attraverso vari mezzi. Uno di questi è la fotografia. Sono diversi anni ormai che mi aggiro per le strade guardando la realtà, concentrandomi su quelle che sono le forme, a volte è come se fosse uno sguardo selettivo, ed allo stesso tempo sia estraniante che estremamente intimo. La possibilità di esporre è venuta in seguito alla formazione di una associazione culturale a cui ho aderito e che ho contribuito a fondare. Secondo me davvero importante è l’iniziativa personale nella promozione di un dibattito che riguardi la cultura. Molto spesso ci si aspetta che le cose cambino da sole, invece dobbiamo essere portatori di un piccolo cambiamento che possiamo attuare nel nostro quotidiano.”

È a conoscenza del bando del concorso fotografico indetto dall’Orientale attraverso il progetto O.A.S.I. e intitolato Comunicazione e Ambiente? Cosa pensa della fotografia come mezzo di ricerca e di sperimentazione sulla relazione tra comunicazione e ambiente?

“Ho letto attentamente il bando e trovo che sia una tematica importante e molto attuale. Nel mondo odierno uno dei maggiori protagonisti è la comunicazione e la fotografia in questo senso si colloca al margine tra quelli che sono i vecchi mezzi di comunicazione ed i nuovi. Con l’avvento del digitale oggi potremmo definirci quasi tutti fotografi, con gli smartphone e tutti gli altri mezzi che abbiamo per registrare il reale, l’attenzione all’ambiente sviluppata attraverso il mezzo della fotografia può essere utile e di interesse anche per chi a questo ambito non è legato. Io sto pensando di partecipare, non lo nego, ma non vorrei essere banale. Ho bisogno di studiare attentamente la materia per portare una foto che non sia solo frutto dell’emozione ma che trasmetta un significato.”

Oltre che come fotografo lei è attivo anche nel campo del Web Design. Quanti e quali siti sta curando? Come ha iniziato?

“Allora, parto dall’inizio. Come ho detto cerco di non essere monolitico, potrei definirmi enciclopedico, e forse questo nella nostra società potrebbe essere controproducente perché si punta alla massima specializzazione settoriale. Invece per quanto mi riguarda cerco di sviluppare tutti gli ambiti e tra questi c’è il web. Con l’avvento del web 2.0 siamo un po’ tutti creatori di questa nuvola che si estende a livello ormai globale. Diciamo che tutto è partito dalla mia curiosità. Ovviamente non è stato facile approcciarmi ai codici di scrittura quali possono essere HTML o CSS, però poco alla volta, e sempre da autodidatta, ho cercato di sviluppare queste competenze. Le prime realizzazioni sono state veicolate da esigenze di amici, poi ho contribuito alla creazione del sito web di una piccola associazione che è la U.I.S.P.T. (Unione Italiana Sport Per Tutti) che si occupa di sport e sto curando il sito dell’associazione culturale della quale faccio parte. In questi giorni ho messo online un sito web per una parafarmacia che si è aperta a Milano.”

Entrambe le sue attività sono in qualche modo legate all’immagine. Che ruolo dà a questo mezzo di comunicazione?

“Per me l’immagine non è tutto, l’immagine è solo l’espressione superficiale della comunicazione, non nel senso di più leggera perché spesso veicola una serie di significati reconditi, ma nella società attuale è tutto, non voglio parlare di politica ma basta guardare ciò che succede oggi nella società italiana dove l’immagine sta avendo il predominio su quelli che dovrebbero essere i contenuti.”

Crede che il percorso universitario che sta portando avanti e le competenze che sta acquisendo le siano utili per le attività che svolge?

“Sicuramente. Penso che la cultura in ogni caso serva a costruire la persone. Io sono anche quello che conosco. Quindi sì. La mia perplessità è più legata al futuro, e quindi a quelli che sono i meccanismi che potrebbero introdurmi all’interno di un ambito professionale.”

Il suo sito è sotto licenza Creative Commons: cosa pensa lei dell’Open Access? Sa che l’Orientale è uno degli atenei in regola con le nuove politiche di diffusione del sapere europee?

“No, non ne ero a conoscenza, però è chiaro che anche come fruitore e creatore del web non posso che essere d’accordo con questa nuova tendenza che secondo me dovrebbe diffondersi anche a livello istituzionale magari con l’utilizzo di software open source. Negli istituti in cui ho lavorato in Francia si usava solo software open source, invece qui in Italia siamo ancora legati ad una logica proprietaria. Una cosa interessante a riguardo, e che sta prendendo piede a livello europeo, è la pubblicazione delle lezioni online tramite podcast, fruibili gratuitamente, per venire incontro anche agli studenti che come me non hanno la possibilità di seguire tutte le lezioni.”

Che rapporti ha con i docenti dell’Orientale?

“Da non corsista posso dire che i miei rapporti personali si riducono all’osso. Dai professori con cui ho avuto a che fare ho trovato una grande disponibilità anche se ho notato in alcuni casi che uno stesso esame mutuato da due professori diversi presentava delle sostanziali differenze, e questa è una cosa che non trovo giusta, però a livello generale ho trovato sempre persone molto preparate e molto disponibili.”

Ha mai letto il Web Magazine? Cosa ne pensa?

“Penso che il Web Magazine d’ateneo sia un ottimo mezzo di informazione che possa informare su quello che succede all’Orientale o sugli eventi cultuali di qualsiasi tipo.”
 

Davide Aliberti

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