L'Università che contribuisce alla crescita del Paese

 

L'Università che contribuisce alla crescita del Paese

Importante mozione della Conferenza dei Rettori del 21 luglio 2011. Il giorno prima la CRUI aveva incontrato il Presidente della Repubblica 

 

 

 

Le "mozioni" fanno chiaramente riferimento a una modalità interlocutoria forte, finalizzata a creare un cambiamento della situazione che si ha a cuore. Ne erano già ben consapevoli gli oratori di un tempo, che perfezionavano i loro discorsi al fine di "muovere" gli animi degli ascoltatori. Nel testo scritto, una volta codificata, l'uso di una formula come "mozione" resta dunque ben chiara: si tratta dell'estrema forma testuale di un'interlocuzione tesa a rendere compartecipe il destinatario, affinché egli contribuisca al cambiamento auspicato. Un auspicio che di solito, in una mozione, poggia su una necessità non più derogabile. In effetti lo spirito dell'importante documento reso pubblico dalla CRUI lo scorso 21 luglio non lascia spazi ad equivoci: la situazione è drammatica e i Rettori stanno adoperandosi con ogni energia per riportarla di continuo all'attenzione dei massimi interlocutori.

Un'azione congiunta dei Rettori italiani c'è stata proprio lo scorso 21 luglio quando, riuniti in assemblea Generale a Roma, hanno approvato all'unanimità una significativa mozione riportando anche la notizia di un incontro avuto al massimo livello istituzionale. Il 20 luglio, infatti, la CRUI aveva incontrato il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, seguito a quello avuto un paio di settimane prima con il Ministro Gelmini.

Il documento pone l'accento, tra l'altro, sul contributo che l'università italiana ha dato e sta dando alla crescita del Paese, e non lo fa a chiacchiere ma dati alla mano. Interessante ad esempio il dato relativo al rinnovo degli statuti, che mostra l'ottima capacità degli atenei di riformarsi nei tempi (rapidi) previsti dalla legge 240/2010. Oltre la metà ha già pronti i testi relativi ai nuovi assetti, nei quali, come sottolinea il documento della CRUI, tra le innovazioni spiccano quelle relative alla valorizzazione del merito.

Ma la preoccupazione dei rappresentanti delle Università italiane si tocca con mano quando si legge che "l’FFO del 2012 risulterà inferiore per circa 300 mln di euro al valore delle spese per stipendi e assegni fissi, al netto dei risparmi derivanti dalle cessazioni e malgrado gli stipendi siano nominalmente bloccati. A questi si devono necessariamente aggiungere gli almeno 100 mln di euro che mancano dal fondo per il diritto allo studio, in pratica azzerato per il prossimo biennio." 

Insomma, una situazione che continua ad essere pesante. Eppure proprio dall'Università passa la formazione di una parte enorme di giovani destinati a contribuire alla crescita del Paese. E non si parla certo del contributo ad una crescita a chiacchiere, ma ben concreta, se resta concreta la crescita civile di un Paese oltre che quella strettamente economica: che le due cose debbano essere inseparabili, del resto, è chiaro se si vuole mantenere una tensione etica nel Paese senza la quale la deriva sarebbe fatale e riguarderebbe tutti.

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Redazione

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