Mersa/Wadi Gawasis: un viaggio faraonico dal Nilo al sud del Mar Rosso

 

Mersa/Wadi Gawasis: un viaggio faraonico dal Nilo al sud del Mar Rosso

L'imbarcazione Min of the Desert ricostruita a grandezza naturale

All'Università degli studi di Napoli “L'Orientale” la mostra documentaria “Mersa/Wadi Gawasis: un porto faraonico sul Mar Rosso”

11-04-2012. A Palazzo Du Mesnil, sede del Rettorato dell'Università degli studi di Napoli “L'Orientale” i curatori dell'evento – i professori Rodolfo Fattovich, Andrea Manzo, Rosanna Pirelli e Kathryn A. Bard – hanno riportato attraverso un percorso illustrato da 27 pannelli i risultati della spedizione archeologica in Egitto promossa dall'Orientale e dalla Boston University e realizzata quasi interamente grazie al finanziamento dell'Orientale e di Wallace Sellars, benefattore privato doverosamente ricordato dai curatori durante l'inaugurazione.
Gli scavi, iniziati negli anni Settanta da Abdel Monem Sayed ed in seguito interrotti, sono stati ripresi del 2001 dall'Orientale sotto la direzione di Fattovich. Il porto faraonico, situato vicino la via più breve che univa il Mar Rosso alla Valle del Nilo, consentiva un facile raggiungimento delle Regioni Meridionali (Punt e Bia-Punt), diventando così un punto di partenza per scambi non solo commerciali ed economici, ma anche culturali.
Ad oggi, il sito di Mersa/Wadi Gawasis è riconosciuto dalla comunità internazionale come uno dei più importanti progetti archeologici egiziani. Grazie agli scavi finanziati dall'Ateneo partenopeo sono state scoperte trenta stele in calcare, le cui iscrizioni sono diretta testimonianza dei rapporti marittimi tra gli Egiziani e le culture delle regioni adiacenti. Una scoperta unica nel suo genere, avvenuta nel 2005, è stato poi il ritrovamento di più di 500 frammenti di cordame – alcuni dei quali ancora annodati in matasse – nella Caverna numero 5 del sito, ritrovamento che ha permesso di analizzare i materiali che venivano impiegati per le attrezzature navali nell'antico Egitto.
Grazie alla spedizione archeologica, inoltre, sono state raccolte nuove informazioni sull'organizzazione delle spedizioni navali e sulle materie prime che gli Egiziani importavano dalla Terra di Punt – in particolare ebano, aromi, avorio e ceramiche. Dallo studio dei resti delle navi, inoltre, è stato possibile apprendere le antiche tecniche di costruzione navale e, grazie a ciò, una società cinematografica francese è riuscita a riprodurre a grandezza naturale un'imbarcazione dell'epoca, la Min of the Desert, che ha prima viaggiato sul Nilo, e poi, seguendo le rotte antiche, ha attraversato il Mar Rosso; elemento, questo, di non scarso rilievo dato che, non di rado, le ricostruzioni delle navi si presentano sì realistiche a tutti gli effetti, ma non riescono poi a reggere la navigazione.
Da segnalare che, per l'occasione, è stato aperto l'accesso della suggestiva sede di Palazzo Du Mesnil che affaccia su via Partenope, consentendo ai presenti di ammirare anche l'esposizione di preziose ceramiche islamiche e porcellane cinesi conservate nella sede del Rettorato: materiali degni di un vero e proprio museo di Ateneo al quale il Rettore Viganoni sta pensando già da un po' di tempo.

Agata Casalino, Francesca Ferrara

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