Metamorfosi del moderno tra Europa e Giappone

 

Metamorfosi del moderno tra Europa e Giappone

Sede dell'Iseas

La "modernità": un seminario organizzato dalla Scuola Italiana di Studi sull'Asia Orientale

Parte il XXXIV convegno dell’Associazione Italiana per gli Studi Giapponesi, che quest’anno si terrà all'Università L'Orientale, dal 16 al 18 settembre, presso la sede del Rettorato sita a Palazzo Du Mesnil. Ma già il 15 settembre si è svolto un incontro organizzato dalla Scuola Italiana di Studi sull’Asia Orientale, che da molti anni collabora con il nostro Ateneo (di cui è per alcuni versi espressione) e che tra gli obiettivi ha quello di tenere unita la comunità di giovani studiosi italiani presenti in Giappone. Come ha sottolineato il professore Silvio Vita, direttore della Scuola, questo incontro è nato dalla volontà di mostrare che cosa si sta facendo e in quale direzione si sta andando: non si tratta di presentare un lavoro compiuto, ma il risultato preliminare di un progetto che parte dalla riflessione sulla categoria di modernità nelle sue molteplici declinazioni, ponendosi dal punto di vista della relazione Europa-Giappone. Moderatore Francesco Campagnola, dottore di ricerca in Filosofia dell’Illuminismo e studioso del Giappone, la prima a prendere la parola è stata Chiara Ghidini, ricercatore de L’Orientale, che ha tenuto una lezione sul romanzo politico in Yano Ryukei, il quale dopo un soggiorno in Inghilterra si persuase della necessità di rinnovamento del Giappone. Prima di partire per l’Occidente l’autore scrisse un’opera ambientata nell’antica Grecia ma con riferimenti al Giappone del tempo e con un chiaro appello ai suoi compagni riformisti. Successivamente Marcello Ghilardi, assegnista di ricerca all’Università di Padova ed esperto di Estetica giapponese, ha sottolineato quanto la domanda “Che cosa è il moderno?” sia viziata a monte perché già incorporata in una prospettiva occidentale. Partendo da un’immagine di Hiroshima e da una citazione di Benjamin sulla storia, egli individua nel 1945 il culmine di una modernità che pensava di avanzare attraverso un processo lineare, ma che si è resa conto che si procede soltanto passando per la discontinuità. Infine Enrico Fongaro, dottore di ricerca in Filosofia a Kyoto e docente di italiano all’Università di Kobe, ha analizzato la filosofia di Nishida e in particolare la nozione di esperienza pura che conduce a un rapporto immediato con la realtà e a un superamento del dualismo soggetto-oggetto. Nel 1927, con l’inizio della seconda fase della sua filosofia, Nishida elabora la nozione di “luogo” come nulla assoluto che coincide con l’esperienza concreta non più vincolata alla volontà.

Aniello Fioccola

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