Paolo Lucentini: il ricordo dei colleghi dell'Orientale

 

Paolo Lucentini: il ricordo dei colleghi dell'Orientale

Il Dipartimento di Filosofia e Politica, in collaborazione con l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e col patrocinio della Società Italiana per lo Studio del Pensiero Medievale, si riunisce per due Giornate in memoria del collega scomparso lo scorso gennaio

 

 

 

 

 

 

Sono stati incontri ricchi e partecipativi quelli in occasione dei quali, nei giorni 26 e 27 ottobre 2011, è stata ricordata la figura di Paolo Lucentini, dal 1975 professore di Storia della Filosofia Medievale presso l’Università degli Studi di Napoli "L’Orientale".
I colleghi che con Lucentini hanno condiviso anni di insegnamento e di ricerca si sono riuniti ricordando le molteplici tematiche di cui, nel corso dei suoi lunghi anni di carriera accademica, egli si è occupato.
Con gli interventi introduttivi del Rettore Lida Viganoni e della preside della Facoltà di Lettere e Filosofia Amneris Roselli è stata sottolineata la riconoscenza che l'Orientale nutre per chi come Lucentini ha contribuito a consolidare le attività dell’ateneo.
Il professor Alberto Postigliola – direttore del Dipartimento di Filosofia e Politica – e il professor Lorenzo Bianchi – Presidente del Corso di Laurea Magistrale in Filosofia e Politica – hanno contribuito al ricordo raccontando alcuni dei momenti vissuti con Lucentini facendone emergere così un profilo definito. Lucentini era uno studioso preciso e attento. I colleghi hanno raccontato ad esempio di quando lo si vedeva passare ore in Dipartimento intento a revisionare ed affinare al meglio i suoi lavori sui testi. Un’accuratezza, la sua, che testimoniava di un amore profondo e antico per la filosofia ermetica.
Ciò che da sempre sta più a cuore all’università L’Orientale è di consentire incontri e confronti tra lingue e contesti culturali d’Oriente e d’Occidente: Lucentini era entrato pienamente in questo spirito interessandosi anche di cultura islamica. A proposito di questo, la professoressa Carmela Baffioni – docente di Storia della Filosofia Islamica – nella sua relazione si è occupata di descrivere un certo tipo di terminologia filosofica in uso nella cultura islamica e, allo stesso modo, vicina agli studi di Lucentini. Quest’ultimo sosteneva la necessità di approfondire lo studio sull’Ermetismo islamico (sia scientifico che religioso) così da garantire una più precisa e motivata comparatistica: a partire da questo sarebbe stato opportuno confrontare l’antropologia ermetica con quella islamica.
Il secondo intervento della prima giornata di studio è stato quello del professor Charles Burnett del Warbug Institute di Londra, che ha attentamente evidenziato il contributo delle ricerche di Lucentini: esse hanno rivestito un ruolo fondamentale per la diffusione degli scritti ermetici latini, che ha a sua volta interessato anche studiosi non italiani. Burnett infatti si è occupato degli studi e delle ricerche di Lucentini, dedicandosi allo stesso modo alla Storia dell’Ermetismo ed agli studi critici ad essa correlati. Lo studioso inglese non ha mancato di sottolineare anche da parte sua il grande rigore scientifico di Lucentini, a cui va attribuito tutto il merito di aver indagato la grande tradizione dell’Ermetismo medievale.
L’apertura della seconda giornata è stata affidata a Stefano Caroti – Università di Parma – che, con il suo intervento, ha ancora una volta sottolineato la rigorosità degli studi di Lucentini senza nascondere la profonda amicizia che a lui lo legava.
Lo stesso Caroti ha poi lamentato la sempre più frequente riduzione di cattedre e specialismi nel mondo universitario, perdite che non favoriscono certo le più approfondite preparazioni di cui i giovani hanno bisogno, e che furono invece proprio quelle di cui studiosi come Lucentini hanno potuto per fortuna beneficiare.
I due relatori che hanno contribuito al ricordo e agli studi di Lucentini cono stati Loris Sturlese e Giulio D’Onofrio. Il primo, docente presso l’Università del Salento di Lecce, dopo aver anch’egli ricordato l’amicizia e il rapporto di ricerca che lo legava a Lucentini, si è dedicato alla presentazione del volume frutto di ben venticinque contributi curato da tre degli allievi del docente scomparso, Pasquale Arfè, Irene Caiazzo ed Antonella Sannino.
Giulio D’Onofrio invece ha esordito raccontando alcune delle esperienze che lo hanno legato a Lucentini: di quando per esempio lo ha incontrato per la prima volta proprio all’Istituto per gli Studi Filosofici di Napoli o, ancora, di quando si sono trovati assieme a condividere le giornate di un convegno in Germania.
D’Onofrio si è occupato di presentare l’ultima fatica di Lucentini: il Contra Amaurianus, opera curata dal collega scomparso pensata con l’obbiettivo di porre fine alle polemiche ed alle contraddizioni tra il pensiero di Giovanni Scoto Eriugena e Amalrico di Bène.
Da un lato il Panteismo Formale di Amalrico e dall’altro il Platonismo di Scoto: Dio come Essenza delle sue creature o Dio come Forma delle sue creature? Nonostante l’evidente dissonanza tra i pensieri dei due, si era soliti sostenere che Amalrico si fosse proprio ispirato a Scoto: Lucentini, partendo da questa contraddizione, proponeva una possibile soluzione. Egli infatti arrivava alla conclusione che ci sia stata un’alterazione causata dall’eccessiva platonizzazione degli Amalriciani, essa stessa causa di confusione e di cattiva conoscenza del pensiero di entrambi i filosofi.
D’Onofrio inoltre ha deciso di concludere il suo contributo augurandosi che, in un futuro non molto lontano, ci siano studenti pronti ad occuparsi di tali materie con la stessa passione con cui lo faceva Lucentini: qualcuno potrà sicuramente cogliere frutti dalle mille ramificazioni che compongono l’immenso albero della sua passione.

 

Clicca sul titolo per leggere "Un buon artigiano della filosofia medievale".  In memoria di Paolo Lucentini (1937-1911), di Pasquale Arfé.

Lorena Jessica Alfieri

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