Paul Éluard e Francis Poulenc: figure della ripetizione e dello spostamento

 

Paul Éluard e Francis Poulenc: figure della ripetizione e dello spostamento

Francis Poulenc e la clavicembalista Wanda Landowska (Fonte: Bibliothèque nationale de France)

Il Seminario Musica Occidentale Orientale – organizzato quest'anno in collaborazione con il Regio Conservatorio S. Pietro a Majella – si sposta nella Sala Martucci per un incontro tra musica e letteratura

La rassegna curata dal professore Giovanni La Guardia propone un incontro musicale e letterario intitolato “Figure della ripetizione e dello spostamento. Paul Éluard e Francis Poulenc.” incentrato sul sodalizio fra il poeta e il compositore. L'evento è stato reso possibile grazie alla collaborazione della professoressa Daniela Tortora, docente di Storia ed estetica della musica e referente di Musica Occidentale Orientale presso il Conservatorio. La professoressa ha dato inizio all'incontro, presentando un interessante intervento di Massimiliano Locanto, musicologo dell'Università di Salerno, studioso di canto gregoriano, di Stravinskij e di teoria musicale. Durante il suo breve intervento ha presentato una breve panoramica dell'attuale musicologia, affrontando in particolare il problema di come costruire un discorso sulla musica. Secondo Locanto, un approccio valido è quello gestuale, che prende in considerazione il corpo del musicista nella realizzazione di una composizione; approccio questo che si oppone a quanti, fra musicologi e teorici, cercano di identificare un suono puro nella musica. A questi Locanto risponde che la musica non è slegabile dalla pratica e dal corpo del compositore/esecutore. Conclusosi con un applauso il breve ma denso intervento di Locanto, la professoressa Tortora introduce Annalisa Pizzurro, ricercatrice di letteratura francese. Ma per aiutare i presenti a entrare nel vivo dell'argomento Daniela Tortora ha illustrato approfonditamente il contesto in cui la collaborazione fra Éluard e Poulenc è avvenuta. Parigi, metà degli anni Trenta. La capitale francese ribolle da diversi decenni di fervente attività culturale, rappresentando la capitale delle avanguardie europee. La musica francese è orfana di Debussy, ma ha acquisito nuove possibilità espressive grazie alla figura di Stravinskij. Sotto l'egida di Jean Cocteau, si forma una scuola musicale che vuole rifondare la musica francese, il cosiddetto Gruppo dei 6 di cui Poulenc fa parte. D'altro canto Éluard è una delle figure più raffinate del movimento surrealista capitanato da André Breton. Noto soprattutto per le sue poesie d'amore, Éluard è uno dei più moderati fra i surrealisti. In questo clima, come ha mostrato la professoressa Tortora, Éluard e Poulenc si incontrano dando vita a una collaborazione fra due spiriti affini. Poulenc sceglie alcune poesie di Éluard e le mette in musica. Di questa operazione si è trattato durante l'incontro. Della parte letteraria si è occupata Annalisa Pizzurro con il suo intervento che dà il titolo all'incontro. La studiosa compie una serrata analisi formale del verso del poeta surrealista, dell'uso del verso libero e delle figure di ripetizione utilizzate. Ne risulta, da parte del poeta, una sperimentazione formale condotta all'interno della tradizione, che lo porta a rinnovare quest'ultima mediante l'utilizzo creativo delle forme metriche e prosodiche tradizionali. Dopo l'intervento di Annalisa Pizzurro, Natale Palena e Rosario Cantone, pianoforte e canto, hanno dato un saggio delle musiche di cui, fino a quel momento, si era solo parlato. Si tratta di composizioni dalle linee spezzate, in cui dietro all'apparente semplicità del dettato musicale si nasconde la difficoltà dell'esecuzione, abilmente superata dalla bravura degli esecutori. La musica di Poulenc funge da contrappunto alle linee melodiche della poesia di Éluard, la quale ne risulta rinnovata in bellezza ed espressività. Alla fine dell'esecuzione e dell'incontro, su richiesta del pubblico presente in sala, è stata concessa anche una breve ripresa di un brano che ha congedato gli spettatori.
Aspettiamo allora il prossimo incontro di Musica Occidentale Orientale. Come ci ha dichiarato Giovanni La Guardia, si compie uno snodo tematico importante: «dal prossimo incontro comincia l'esplorazione della musica Orientale, a partire dalla musica mediterranea e con l'intervento di altri musicisti e studiosi». La Guardia ha anche voluto sottolineare come l'organizzazione della rassegna sia stata resa possibile grazie alla collaborazione fra “L'Orientale” e il Conservatorio di San Pietro a Majella. Una rassegna dunque che mostra sempre più il proprio valore culturale e consolida la sua ormai pluriennale tradizione.

Salvatore Chiarenza

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