Presentata la rivista ‘Orizzonte Cina’
Presentata la rivista ‘Orizzonte Cina’
Martedì 30 ottobre, nella sede di Palazzo del Mediterraneo è stata presentata la rivista ‘Orizzonte Cina’. All’incontro, coordinato dalla professoressa Maria Cristina Ercolessi e introdotto dalla professoressa Paola Paderni, ha preso parte il direttore della rivista, Giovanni Andornino dell’Università di Torino e T. Wai
La rivista, che è già al suo secondo anno di pubblicazione, è un mensile che fa informazione sulla Cina contemporanea e che si concentra sulla politica cinese e sulle sue relazioni internazionali e le dinamiche socio-economiche che riguardano il Paese.
Il dottore Andornino, fondatore e direttore della rivista, è ricercatore presso l’Università di Torino e nel 2008 ha pubblicato il libro Dopo la muraglia. La Cina nella politica internazionale del XXI secolo.
‘Orizzonte Cina’ è nata con lo scopo di creare una rivista che non fosse, come spesso accade, uno strumento autoreferenziale, scritta da e per i professionisti i cui interessi si concentrano sulla Cina. Essa è stata pensata come uno strumento che potesse vincolare la conoscenza di alcuni aspetti della Cina Contemporanea a persone con interessi e conoscenze diverse. È rivolta agli studenti universitari così come a quanti lavorano presso il Ministero degli Esteri ed hanno bisogno di attingere ad analisi sintetiche quanto affidabili circa accadimenti e circostanze che oggigiorno caratterizzano il paese asiatico.
La rivista si pone un duplice obiettivo: da una parte sopperire al fatto che la stampa tratta gli eventi importanti del paese in modo poco approfondito, dall’altra creare una piattaforma di dialogo e scambio tra italiani e stranieri.
A chiunque cerchi di studiare e comprendere le dinamiche di un paese complesso come la Cina, e di relazionarvisi, si pongono numerose difficoltà. Il direttore, rivolgendosi agli studenti, ha detto che domani molti di loro avranno una responsabilità importante: dinanzi ad alcuni eventi e al modo in cui i cinesi li affrontano dovranno scegliere se “volgere lo sguardo dall’altra parte o operare un lavoro di mediazione”. Queste stesse difficoltà si presentano anche ai redattori della rivista che, rispetto ad essi, si pongono senza preclusioni: “Noi trattiamo qualunque argomento sia necessario trattare” ha detto Andornino. Chiunque può presentare un contributo, purché sia una persona competente e fornisca analisi non ideologizzate.
Tra le maggiori difficoltà che sono state evidenziate c’è l’obiettivo della classe dirigente cinese di “produrre strumenti interpretativi che siano riconoscibilmente cinesi”. Individuare una ‘cinesità’ chiaramente identificabile a cui ricondurre aspetti diversi della vita e della cultura del Paese e fare in modo che gli altri debbano dialogare con tale ‘cinesità’. Da questo deriva poi l’atteggiamento dei cinesi che nel relazionarsi con gli altri pongono delle barriere di separazione. Il presupposto è che chi non è cinese non può comprendere realmente a fondo la natura della cultura cinese e , quindi, non può giudicare. Questo meccanismo scatta ogni qualvolta l’interlocutore non cinese affronta un punto critico.
I cinesi, inoltre, condividono una narrazione della loro storia molto sofisticata che è sempre la stessa. Questa visione è condivisa da tutti gli strati della popolazione con una differenza: mentre le classi dirigenti, che hanno creato quella storia, sanno che essa è frutto di una palese manipolazione, il resto dei cinesi crede in quella visione perché non ha gli strumenti per decifrare la realtà.
L’incontro, come ha affermato lo stesso Andornino, ha voluto essere un momento di riflessione dal quale sono emerse alcune domande che si presentano a chiunque si approcci alla Cina: come studiare questo Paese e come interagire con esso?
Daniela Vitolo - Direttore: Alberto Manco
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