Quindici anni del CIRB, premiata una tesista de L’Orientale

 

Quindici anni del CIRB, premiata una tesista de L’Orientale

Logo del CIRB

Lectio Magistralis del professore Francesco De Sanctis sul tema “Felicità, Sicurezza, Libertà”

Napoli capitale della ricerca bioetica, grazie ad un Centro Universitario d’eccellenza che realizza studi, convegni, pubblicazioni sui temi etici al centro del dibattito pubblico del nostro Paese. Il Centro Interuniversitario di Ricerca Bioetica (CIRB) compie quindici anni e li “festeggia” inaugurando l’Anno Accademico con la Lectio Magistralis del Rettore del Suor Orsola Benincasa Francesco De Sanctis sul tema “Felicità, Sicurezza, Libertà”.
Insieme all’Università che ha sede al corso Vittorio Emanuele, L’Orientale, la Federico II, la II Università di Napoli, la Parthenope, la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, hanno costruito quello che è ormai diventato un punto di riferimento per il dibattito bioetico nazionale e internazionale.
Al centro delle riflessioni promosse dal CIRB temi scottanti come procreazione assistita, testamento biologico, salute mentale. Ma anche questioni inerenti il disagio e l’esclusione sociale, l’emarginazione, le sfide di una società multiculturale, approfondite nel solco di quella che viene definita “bioetica pratica”. Un impegno costante e proficuo che, oltre a portare un contributo fondamentale al dibattito pubblico e scientifico, si concretizza nella promozione della ricerca bioetica tra i giovani studenti. Tra le attività promosse dal CIRB, infatti, la premiazione delle due migliori tesi di laurea su argomento bioetico realizzate dagli studenti degli atenei italiani. L’edizione 2010 del Premio “Mario Coltorti” ha visto consegnare due borse di studio: a Delfina Cavotti, laureatasi alla Federico II, per la tesi su Profili civilistici dei trapianti di organo, e a Claudia Lupone, che ha conseguito la laurea magistrale a L’Orientale, per la tesi Testamento biologico: casi e testimonianze. Un riconoscimento, quest’ultimo, anche al proficuo lavoro che sta portando avanti in questi anni la cattedra di Bioetica Interculturale de L’Orientale. «Siamo molto contenti per il riconoscimento dato all’ottimo lavoro della dottoressa Lupone, che ha realizzato, su un argomento molto complesso, una tesi equilibrata ed approfondita che unisce lo studio della letteratura alla “ricerca sul campo”», ha affermato la professoressa Luigia Melillo titolare dell’insegnamento. «In questi anni abbiamo portato avanti un programma didattico e di ricerca che ha particolarmente interessato e coinvolto tanti ragazzi. Molti, così, hanno deciso di approfondire, per la propria tesi di laurea, argomenti bioetici. Credo che il premio di quest’anno rappresenti un vanto per l’intero Ateneo che, primo in Italia, ha voluto istituire un insegnamento di bioetica interculturale, connotando, secondo le peculiarità proprie dell’Orientale, lo studio di questa disciplina con un respiro internazionale di confronto e dialogo tra le diverse culture e tradizioni. Al meritato augurio alla dottoressa Lupone» conclude la Professoressa Melillo «si aggiunge allora un incoraggiamento per tutti i ragazzi che, con passione e dedizione, contribuiscono allo sviluppo di una disciplina sempre più centrale per affrontare le complesse questioni poste dalle rivoluzioni tecnico-scientifiche e dai profondi mutamenti geo-politici in corso». Questo incoraggiamento alle giovani generazioni si concretizza anche attraverso il coinvolgimento diretto degli studenti nelle ricerche sviluppate. Così, nel testo Carta Straccia. Economia dei diritti sospesi che sarà uno dei testi di studio per quest’anno accademico, saranno ospitati due interventi di studenti laureatisi con tesi in bioetica, mentre una dispensa recupererà parte delle tesi di laurea sviluppate in questi anni.

Redazione

© RIPRODUZIONE RISERVATA